Acqua e territorio bolognese: le aziende e le Istituzioni idriche definiscono l’agenda degli interventi per vincere la sfida climatica

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Il Contratto di Territorio sull’acqua è lo strumento fondamentale per affrontare complesse scelte strategiche future, parola di stakeholder dell’area bolognese.

Bologna, 26 ottobre 2021 – “ricomporre il mosaico di bisogni complessi e spesso in competizione tra loro, legati all’acqua, attraverso uno strumento di integrazione settoriale, scientifica, territoriale”. Questa la sfida del contratto di territorio che arriva a completare il percorso di ascolto in questo quarto evento – che ha ottenuto il patrocinio degli Ordini degli Ingegneri di Bologna – finalizzato a raccogliere la testimonianza delle imprese del territorio bolognese, vere protagoniste dell’incontro. Il mondo delle aziende con le loro testimonianze e la presentazione di progetti concreti – hanno documentato l’impegno nella definizione di strategie integrate per la gestione sostenibile della risorsa idrica e di mitigazione e adattamento del cambiamento climatico. Queste dichiarazioni di intenti, unite alla determinazione dei gestori dell’acqua, alla volontà istituzionale di definire un “agenda degli interventi” condivisa, capace di contrastare i futuri scenari climatici nella città metropolitana di Bologna e al vivo interesse dei cittadini per i temi della sostenibilità e della salvaguardia delle risorse idriche, porteranno alla firma del “Contratto di Territorio sull’acqua” il prossimo 23 novembre.

L’avvio dei lavori ha visto l’apertura del consigliere d’amministrazione di Nomisma Gianluca Galletti che ha ricordato come, parlando di acqua e dei prossimi, sempre più evidenti, scenari climatici, non si possa prescindere da un progetto sinergico ed integrato per garantire la disponibilità d’acqua in futuro, e conseguentemente lo sviluppo economico e sociale del territorio bolognese. Marco Marcatili, responsabile settore sviluppo di Nomisma, ha ripercorso le tappe del processo ricordando l’obiettivo di individuare, nel prossimo e ultimo evento, l’”agenda degli interventi concreti e realizzabili” che vedrà promotori e aderenti uniti nel sottoscrivere l’esito di questa nuova sfida. Su questo è intervenuto Salvatore Giordano, specialist ambientale di Nomisma che ha presentato “l’agenda” ad oggi, strutturata prioritariamente in interventi di “water bank” legati al riuso delle acque di depurazione, frutto proprio dall’interazione e condivisione dei promotori rappresentati da Autorità di Bacino del Po, Gruppo Hera, Consorzio della Bonifica Renana e Canali di Bologna. 

LE ISTITUZIONI IDRICHE SUL TERRITORIO BOLOGNESE

In questo contesto, è intervenuto il Dottor Giuseppe Bortone, Responsabile della Direzione Generale di Arpae, impegnata da sempre nel fornire il “quadro delle conoscenze” necessario per orientare correttamente le scelte strategiche future. ARPAE aderisce pienamente all’iniziativa in quanto riconosce l’obiettivo di superare i limiti dell’intersettorialità, non più accettabili in questo scenario di evoluzione climatica, e soprattutto per la concretezza degli obiettivi posti dallo stesso contratto, che definisce progetti e azioni realizzabili. Come strumenti di supporto al processo ricorda in particolare, oltre ai database ed alla modellistica previsionale, la possibilità di orientare e mantenere monitorate le azioni ed i progetti previsti attraverso l’Osservatorio regionale sui Cambiamenti climatici 2021-2050. Il Direttore Bortone ha anche ricordato che, la grande opportunità del contratto, è quella diventare un laboratorio di iniziative virtuose realizzate in altre parti di territorio, come nel caso del progetto di ricarica controllata della falda in Valmarecchia, che rappresenta un modello che potrà essere utilizzabile anche nel contesto bolognese.  

Complementare appare l’azione del Consorzio per il Canale Emiliano Romagnolo (CER) che con il canale irriguo più lungo d’Italia (135 km) attualmente si trova di fronte alla sfida di dover garantire usi plurimi: acqua irrigua all’agricoltura, acqua per le industrie idroesigenti, acqua per i potabilizzatori e altri usi civili.  Il CER, ha voluto sottolineare il Direttore, Paolo Mannini è da sempre indirizzato ad un uso sostenibile dell’acqua e mediante i risultati del proprio organismo di ricerca scientifica – ACQUA CAMPUS – fornisce indicazioni alle aziende agricole per un preciso impiego della risorsa, determinando un consistente risparmio idrico. Si stratta di un’azione di water management e di creazione di cultura all’uso della risorsa idrica. Il CER ha anche evidenziato proprio come la fornitura di acqua da parte del CER al mondo industriale, concorra a generare circa 4 miliardi di fatturato.

Per le aziende del mondo agricolo, il delegato regionale Coldiretti Giovani Imprenditori, Andrea Degli Esposti, ha evidenziato come i cambiamenti climatici stanno diventando un fattore condizionante per il futuro, ricordando che oggi il 45% della superficie terrestre presenta delle condizioni, non ancora di deserto, ma sicuramente di aridità. Ha anche rappresentato il grande impegno degli imprenditori agricoli dell’associazione, soprattutto giovani, che stanno investendo nell’innovazione e nella digitalizzazione (segnalando in particolare il “progetto Demetra” che, attraverso la predisposizione di stazioni meteo e l’utilizzazione di droni, consente delle notevoli ottimizzazioni sull’uso dell’acqua e le produzioni agricole).

Sempre in rappresentanza delle aziende agricole, il Direttore Confagricoltura di Bologna, Andrea Flora, e il Delegato Emilia Centro, Marco Bergami, il Presidente C.I.A. Bologna, evidenziano come si senta la necessità di aumentare il numero e la portata degli invasi, innanzitutto potenziando quelli esistenti – pubblici e privati, ma soprattutto creandone di nuovi per contribuire a risolvere sia il problema delle esondazioni e del mantenimento nei periodi più siccitosi del Deflusso ecologico e della potenzialità irrigua.

Il territorio metropolitano bolognese ha infatti ancora del potenziale irriguo inespresso, che se adeguatamente gestito può portare ad un aumento della produzione. Sono, infatti, meno di 20.000 gli ettari irrigati nel comprensorio della Bonifica Renana, a fronte di 80.000 potenzialmente irrigabili. Sembra così emergere la necessità di un potenziamento delle reti irrigue locali e un consolidamento degli impianti. 

Il Contratto di Territorio può infatti “rappresentare lo strumento più efficace per affrontare complesse scelte strategiche future. Le soluzioni dovranno riguardare, sia scelte impegnative e di lungo periodo come i grandi invasi, ma che sia anche necessario progettare invasi di medio-piccola taglia al fine di mantenere e utilizzare acque provenienti dal riuso o dalle precipitazioni atmosferiche.

LE IMPRESE

Si è poi proceduto con le testimonianze che hanno caratterizzato il capitolo dell’evento dedicato alle imprese e ai progetti virtuosi per l’ottimizzazione della risorsa idrica.

In particolare, i manager di BASF, Vittorio Zappatterra, Site Infrastructure Asset & Process Manager e Massimo Fornaciari, Environment manager hanno presentato risultati particolarmente favorevoli per il progetto di “Riutilizzo Acqua di seconda pioggia” realizzato nel sito di Pontecchio Marconi, pari a 20 mila metri cubi all’anno

Si tratta di acque meteoriche che, grazie alla separazione all’interno del sistema fognario delle acque industriali/domestiche dalle acque meteoriche, tramite delle stazioni di sollevamento possono essere “salvate” dal finire al mare, andando definitivamente perdute. Questo progetto innovativo ha permesso di ridurre i consumi di acqua prelevata da fiume e/o pozzi.

E poi intervenuto Giovanni TAMBURINI – Vice Presidente | COPROB Coop. Prod. Bieticoli, e meglio nota per “Italia zuccheri”, in quanto produttore di zucchero completamente Italiano, ha ricordato come da Coprob, da industria agricola idroesigente, con utilizzazione dell’acqua praticamente solo da pozzi, sia riuscita negli anni a modificare radicalmente l’approccio, utilizzando circa 470 mila m3 di acqua fornita da Bonifica Renana e restituendone circa l’80%.

L’Alliance for water Stewardship, standard internazionale certificabile che ha come obiettivo di guidare le imprese nella buona gestione dell’acqua, è stato il target centrato da Maria Giuseppina Iannacci, EHS Specialist di Philip Morris Manufacturing & Technology Bologna S.p.A. e Simona Olivi, Sviluppo Progetti Water management Gruppo Hera.

Dall’inizio del proprio percorso di Certificazione nel 2019, l’AWS ha apportato numerosi benefici, traducibili in risparmio idrico, ma anche azioni, progetti e campagne di sensibilizzazione per la salvaguardia della risorsa idrica. Nel biennio 2019-2020 tra i risultati più significativi emerge la riduzione dell’uso di acqua potabile del 20%, l’aumento del riutilizzo e il riciclo del 29%, la collaborazione in un progetto di rigenerazione relativo a un’area IWRA presente sul lungo-fiume Samoggia.

In conclusione, è stato sottolineato il ruolo del “contratto di territorio” come necessario processo per la costruzione di nuove alleanze tra istituzioni, mondo scientifico e operatori differenti, vincere la sfida del cambiamento attraverso l’individuazione di soluzioni condivise e sinergiche.

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