Nomisma Data Hub, lo strumento geolocalizzato che aiuta le imprese a conoscere le abitudini digitali degli italiani

Market Intelligence

Data Hub è la soluzione creata da Nomisma Digital per misurare l’attitudine digitale degli italiani, uno strumento che dà la possibilità di geolocalizzare i dati a livello di sezione di censimento, restituendo quindi una foto evoluta della propensione all’utilizzo del digitale negli acquisti e nei comportamenti collegati alla vita quotidiana. 

Nomisma Data Hub è stato presentato durante un evento in streaming il 10 marzo 2021, con due focus di approfondimento, E-commerce e Digital Payments, da Luca Dondi – Amministratore Delegato di Nomisma – Evita Gandini – project manager Nomisma che si è occupata di presentare la digital experience legata all’e-commerce – e Roberta Gabrielli – project manager Nomisma che ha illustrato i comportamenti relativi ai servizi di banking e ai pagamenti digitali.

Per focalizzare al meglio l’esperienza di banche e imprese in questi ambiti, sono intervenuti Luca Setti – Responsabile Multimedia, Brico ed e-commerce di Coop Italia – Emna Neifar – Chief Commercial Officer di Cortilia – Mirko Lalli – Founder & Ceo di Data Appeal Company SpA – Domenico Dichiarante – Responsabile Marketing Operativo Open Fiber – Remo Taricani – Co-CEO Commercial Banking Italy Unicredit – Marco Preti – Ceo Cribis D&B – e Donato Vadruccio – Founder & CEO PayDo. Ha moderato l’incontro Marco Marcatili, Responsabile Sviluppo Nomisma.

2020: l’anno in cui il digitale è diventato “democratico”

Tra le – poche – certezze che ci ha lasciato il 2020 c’è l’accelerazione della digitalizzazione: è stato l’anno dello smart working, dell’istruzione e formazione sul web, ma anche dello sport in videochiamata, dell’e-commerce, dell’intensificazione della spesa online e dell’accesso ai servizi banking via app. Una democrazia che ha iniziato a colmare il digital divide che ancora caratterizza il nostro Paese, portando sul web persone di tutte le età – dai bambini agli anziani –  senza distinzioni. 

Nomisma Data Hub racconta i numeri del digitale in Italia

I dati su quanto avvenuto nel 2020 sono da record: basti pensare ai 17,5 milioni di SPiD erogate e 26 milioni di italiani che hanno effettuato almeno un acquisto online.

Il Digital Attitude Index, il nuovo nato all’interno di Nomisma Data Hub, fa emergere che la Gen Z (giovani tra i 18 e i 24 anni) sono 5,9 volte più digitalizzati per l’utilizzo degli e-commerce rispetto ai Baby Boomer, ma quando si si parla di Banking e Digital Payments emerge la maggiore esperienza di Old e Young Millennials (quindi tra 25 e 40 anni).

Dallo studio emerge inoltre che si è ampliata la internet user base:

  • 8 italiani su 10 oggi navigano online abitualmente;
  • aumenta anche il tempo medio di connessione, che nel 2020 sfiora le 6,5 ore, con 22 minuti in più rispetto al 2019 (Fonte: Indagine We are Social).

Interessanti anche i numeri che dimostrano la crescita delle vendite di device digitali registrata nel primo semestre dell’anno (PC +53% e visual cams +69%, var% primo sem 2020 vs 2019). 
Il 2020 è stato l’anno in cui l’Italia ha superato le colonne d’Ercole del gap digitale: cosa succederà da adesso in avanti e che ruolo giocano i dati necessari per misurare le abitudini dei consumatori? 

Nomisma Data Hub: uno strumento di geomarketing per individuare le abitudini digitali degli italiani

Nomisma Data Hub nasce proprio per affiancare le imprese e la pubblica amministrazione nella risposta a questa domanda, permettendo così di tarare servizi e investimenti: lo strumento si avvale dell’integrazione di differenti fonti – survey e banche dati proprietarie Nomisma – e permette di individuare nel micro-territorio l’attitudine digital e l’identikit dell’utente in funzione di specifici comportamenti.  

Homo digitalis: identikit e presenza sul territorio

Dallo strumento Nomisma Data Hub emerge che gli utenti digitalizzati:

  • sono prevalentemente giovani: il 59% appartiene alla fascia di età 18-34 anni;
  • il titolo di studio è un elemento che incide sulla propensione al digitale: chi è laureato manifesta una tendenza quasi doppia rispetto a chi ha un diploma di scuola superiore, e 6 volte maggiore di chi si ferma alla scuola dell’obbligo;
  • anche il reddito si rivela un fattore esplicativo: coloro che appartengono alle fasce più elevate manifestano una propensione doppia rispetto ai cittadini appartenenti ad un ceto medio basso; 
  • diretto anche il collegamento alla condizione lavorativa: chi ha un’occupazione ha un’attitudine 3 volte maggiore;
  • l’attitudine digitale è più elevata nelle aree più centrali della città: per esempio, a Milano nelle aree del centro storico e Porta Genova.

Data Hub evidenzia inoltre differenti dinamiche nei diversi ambiti della digitalizzazione: se, ad esempio, per l’e-commerce non si riscontrano sostanziali differenze di genere, queste invece esistono quando si tratta dell’utilizzo di mezzi di pagamento digitale, preferiti in questo caso dagli uomini (42% contro il 32% per le donne), con una quota di soggetti attivi soprattutto nella fascia 35-49 anni.

E-commerce, lifestyle, banking e digital payment: l’utilità di Data Hub per imprese e banche

Fondamentale è stato poi il contributo delle aziende e delle società bancarie che hanno portato la propria esperienza di evoluzione digitale nel 2020: i contributi della tavola rotonda hanno permesso di focalizzare l’attenzione sia sulle possibili tendenze future, che sull’effettiva utilità di uno strumento come Data Hub nelle concrete necessità delle imprese. 

Coop Italia: i dati ci permetteranno di adeguare le azioni al contesto di riferimento

Luca Setti, Responsabile Multimedia, Brico ed e-commerce di Coop Italia, ha spiegato come il 2020 abbia visto un aumento del fatturato del 130% relativamente agli acquisti online – circa 5 volte più del 2019 – per quanto riguarda il comparto alimentare. La scelta dei prodotti non alimentari, invece, è aumentata del 40%. 

“Ciò che è degno di nota” spiega Setti “è che nelle prime settimane del lockdown 2020, il cliente cercava prevalentemente food e grocery. In aprile il carrello ha visto un fortissimo aumento dei prodotti per l’igiene e la sicurezza – guanti, mascherine e alcool – in maggio, con la bella stagione, di prodotti per arredare e curare il giardino e la terrazza. Le scelte dei consumatori hanno quindi perfettamente rispecchiato le esigenze dettate dalla nuova condizione globale”. Secondo Setti, alla fine dei lockdown, rimarrà il trend di acquisto online, mixandosi però al piacere di recarsi comunque in store

“Per un realtà come Coop, può essere molto utile accedere a uno strumento come Nomisma Data Hub” conclude Luca Setti “perché ci permette di capire come declinare la componente di servizi, adeguandoli davvero al contesto che abbiamo davanti”. 

Cortilia: elaborare azioni in base alla user experience

Emna Neifar, Chief Commercial Officer di Cortilia, ha evidenziato come il lockdown 2020 abbia favorito il reclutamento massivo di nuovi utenti, neoconvertiti alla spesa online. In questo caso, non c’è stata omogeneità: sono arrivati sia consumatori giovani e famiglie, le cui necessità di spesa online sono state dettate soprattutto dai vincoli dati da smart working e DAD, sia il segmento senior, cresciuto molto anche perché molti figli hanno mandato la spesa a casa ai genitori. 

Anche secondo Emna Neifar, il futuro sarà costituito da un mix di abitudini: si faranno stock di prodotti acquistati online e acquisti last minuti direttamente in negozio. “Per una realtà come Cortilia, senza punti vendita fisici, Data Hub può essere un’opportunità particolarmente interessante” conclude “perché ci permetterebbe di focalizzarci su aree geografiche di reale interesse e di personalizzare le offerte utilizzando la tecnologia ux, attivando quindi servizi o prodotti personalizzati a seconda del territorio o delle abitudini dell’utente”.

Data Appeal: i dati servono per prendere decisioni migliori

Mirko Lalli, founder e CEO di Data Appeal, società che raccoglie dati per indagare la percezione e il sentiment dei consumatori riflette su come la componente digitale si stia integrando sempre di più con la vita reale

Il turismo è stato uno dei settori più colpiti dalla pandemia, e nel 2020 abbiamo assistito ad esempi davvero innovativi di come aziende e destinazioni si sono reinventate scegliendo il digitale come vetrina. Per esempio, il colosso AirBnB ha iniziato a proporre experience al 100% in formato digitale, e le Isole Faroe hanno dato la possibilità a utenti da ogni parte del mondo di “teleguidare” un cittadino facendogli esplorare il territorio con una telecamera montata su un caschetto. 

Sorge quindi naturale chiedersi: un’esperienza del genere è reale, virtuale o un nuovo mix tra i due, ancora indefinibile?  “L’utilità di uno strumento come Data Hub” spiega Mirko Lalli “è proprio la possibilità di acquisire i dati per fotografare comportamenti legati a specifici aspetti del territorio, e utilizzarli quindi per prendere decisioni migliori e proficue”. 

Open Fiber, quando la digitalizzazione supera i confini

Domenico Dichiarante, Responsabile Marketing Operativo Open Fiber, azienda che fornisce servizi alle compagnie di telecomunicazioni, ha contribuito al dibattito con un focus diretto sulle abitudini di navigazione online nel 2020. 

Ogni utenza ha generato almeno 200GB di traffico al mese: nel 2019 si arrivava appena alla metà. Inoltre, il trend di utilizzo della rete si è espanso in tutte le fasce orarie, sia diurne che serali. “La rete ha retto la mole di traffico” spiega Dichiarante “e ciò che è davvero interessante è che l’aumento è stato indistinto, sia nelle città che nei piccoli centri, e sia nel nord che nel sud Italia. È proprio qui che si inserisce l’utilità di uno strumento come Data Hub” conclude “per aiutarci a capire ancora meglio verso quali zone indirizzare azioni particolari”.

Unicredit: sì al digitale, ma la relazione umana resta prioritaria 

Remo Taricani, Co-CEO Commercial Banking Italy Unicredit, ci aiuta a comprendere come si stanno modificando gli approcci ai servizi di banking. Taricani spiega che, durante il lockdown 2020, si è assistito a tre tendenze: un incremento significato delle interazioni telefoniche, sia tramite contact center che direttamente chiamando in filiale, l’utilizzo di nuovi canali che prima erano considerati di nicchia – come le videochiamate – e l’esplosione dei canali digitali, che ha visto oltre 1 milione di utenti attivi sulla app della banca in soli 6 mesi, oltre che il doppio degli accessi mensili all’home banking. 

“Stiamo assistendo a una cambio di paradigma nella relazione tra banca e cliente” spiega Taricani “e questa accelerazione è irreversibile: i cambiamenti strutturali rimarranno tali, e proseguiranno anche in futuro. Ad oggi, abbiamo una penetrazione digitale altissima con i giovani, infatti l’80% dei nostri clienti young usano la app mobile, ma siamo ancora un po’ deboli sugli over 70, che invece rappresenta una fascia importante della nostra client base. Il nostro obiettivo per il futuro è trovare il modo di non escludere nessuno”. Taricani sottolinea inoltre che, per Unicredit, il rapporto con il territorio è fondamentale: ogni filiale presidia una microarea, e su quella si prendono decisioni strategiche. Uno strumento come Data Hub diventa quindi fondamentale per fare scelte mirate e geolocalizzate, mantenendo salda una certezza: nel settore bancario il digitale deve avanzare, ma non dovrà mai sostituire la relazione umana – che si basa su storicità e fiducia – tra cliente e banker.

Cribis: le piccole imprese devono cambiare il proprio approccio al digitale

Marco Preti, CEO di Cribis D&B, ha poi spiegato come, già nel 2019 con l’avvento della fatturazione elettronica, le imprese abbiano affrontato le novità dello switch verso il digitale. Le piccole aziende erano tutt’altro che pronte, e questo già ci fa capire che è necessario un cambio di approccio: per quanto riguarda l’e-commerce, per esempio, non è certo sufficiente aprire un sito o mettere online il proprio catalogo per vendere, ma è fondamentale saper orientare le strategie di marketing e leggere i dati. Allo stesso modo, anche le banche stanno affrontando nuove sfide, dovute per esempio alla presenza di nuove aziende tech che si propongono come intermediarie per i pagamenti. 

Secondo Preti, inoltre, la pubblica amministrazione farà più fatica ad evolversi verso i cambiamenti imposti dal digitale, le imprese si adatteranno invece abbastanza bene, mentre banche e consumatori sono già avvantaggiati. “Uno strumento come Data Hub può essere poi molto utile per conoscere meglio anche i comportamenti delle imprese” afferma Preti “perché l’analisi di questi dati potrebbe davvero migliorare le prestazioni”.

PayDo, la semplificazione che porta accessibilità

Donato Vadruccio, Founder & CEO PayDo, fintech italiana nata per affiancare le banche nella gestione dei pagamenti, porta l’esempio di come il digitale possa davvero portare semplificazione. “Il fintech contribuisce a supportare l’azienda” spiega Vadruccio “per esempio eliminando i processi più onerosi. Ecco perché Data Hub può essere davvero valido, per fornire un’analisi capillare anche su temi più trasversali, specialmente nelle azioni decisionali e di marketing”. 

L’aumento del digitale nel presente sarà la “nuova normalità” del futuro?

L’evento di presentazione di Nomisma Data Hub è stato occasione per riflettere anche su come le tendenze che si stanno delineando oggi influenzeranno la new normality di domani. 

Marco Marcatili, Responsabile Sviluppo Nomisma, ha concluso l’incontro evidenziando quattro passaggi che possiamo adottare come chiavi di lettura del futuro:

  • non siamo ancora del tutto consapevoli degli effetti che il digital avrà sul business;
  • l’Italia si sta impegnando a colmare il digital divide, e ha una specificità rispetto alle tendenze internazionali: qui le questioni di reddito o di genere sono meno influenti rispetto ad altri Paesi, come per esempio l’Asia. Questo, forse, ci fa ben sperare di non lasciare davvero indietro nessuno;
  • il lockdown ha contribuito a cambiare le impresa, ma più di tutto il cambiamento è portato dai processi che si mettono in campo;
  • digitale non significa isolamento, ma potenziamento della capacità di interazione.

Nomisma Data Hub è quindi un’opportunità per le imprese che desiderano partire da dati aggiornati e geolocalizzati, fondamentali per prendere decisioni strategiche che tengono conto dei profondi e rapidi cambiamenti che stanno portando nuove abitudini in ambito digitale. Per ricevere informazioni si può inviare una mail a digital@nomisma.it

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