Olio d’oliva, per l’Italia si prospetta un altro anno di calo produttivo in uno scenario di mercato dai risvolti dinamici

Grazie a metodologie di analisi innovative e alla riconosciuta capacità di interpretazione delle dinamiche in atto, Nomisma ha realizzato un focus che fotografa lo stato dell’arte e le prospettive di mercato dell’olio italiano, in particolare Dop e Igp.

Per  l’anno in corso le stime prevedono in Italia una produzione di olio di oliva intorno alle 224.000 tonnellate, un livello assai lontano dalle quasi 500 mila tonnellate di dieci anni fa. Gli effetti nefasti dei cambiamenti climatici sono tra le principali cause di questa riduzione in un settore che nello stesso periodo di tempo ha perso l’11% della superficie coltivata ad olivi.

Per quanto ancora una nicchia (appena il 4% del totale), la produzione nazionale di olio EVO Dop e Igp è andata in controtendenza, crescendo del 20%. Due denominazioni fanno più della metà dell’intera produzione italiana certificata (Terra di Bari Dop e Toscano Igp), ma negli anni stanno aumentando i volumi delle Igp regionali (oltre a Toscano, Sicilia e Calabria) che possono contare su quantità potenzialmente più rilevanti, uno tra i principali gap di competitività che limita notorietà e diffusione di questi oli di qualità nel mercato.

Oggi l’olio EVO italiano risulta esportato in 160 Paesi ma i primi 5 mercati pesano complessivamente per il 64% del valore totale. Il principale mercato di sbocco è rappresentato dagli USA (con quasi 1/3 del nostro export), che distacca notevolmente Germania, Francia, Canada e Giappone.

Un po’ alla volta, gli oli Dop e Igp si stanno conquistando il giusto “posto al sole” in un mercato dove il consumatore non sempre riconosce l’effettivo valore collegato alla denominazione” evidenzia Denis Pantini, Responsabile Agrifood di Nomisma. “La gran parte dei consumatori italiani percepisce l’olio di oliva più come un ingrediente che un prodotto vero e proprio e questo ne penalizza il posizionamento di mercato. Tuttavia, la maggior attenzione alla salute e ad un corretto stile di alimentazione sta generando una crescente attenzione verso questo prodotto, a livello non solo italiano ma mondiale, come confermato dalla crescita nelle importazioni da parte di nuovi mercati, in particolare del Sud-Est Asiatico”, conclude Pantini.

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