- Valori socio-economici, posizionamento competitivo e percezione del consumatore
Roma, 4 febbraio 2025 – Nomisma, in occasione della prima edizione di SOL2Expo, ha realizzato per Veronafiere uno studio approfondito sulla filiera dell’olio di oliva. Tale studio rappresenta la prima tappa di un Osservatorio dedicato alla manifestazione fieristica e a beneficio degli stakeholder del settore che vedrà , oltre alla partnership tra Nomisma e Veronafiere, la collaborazione con altri enti e istituti di ricerca.
Questo primo studio si è articolato in due principali fasi di analisi:
- I numeri chiave del settore olivicolo italiano e le performances di mercato – L’obiettivo principale di questa fase è stato quello di offrire una panoramica dettagliata e aggiornata della filiera dell’olio d’oliva, con focus sui trend di mercato, sia per quanto riguarda i consumi che gli scambi commerciali;
- Indagine sulla popolazione italiana – In questa seconda parte della ricerca, l’analisi si è concentrata specificamente sui responsabili d’acquisto familiari, approfondendo sia l’uso alimentare che quello cosmetico dell’olio di oliva e declinando questi aspetti all’interno del concetto di sostenibilità.
I Numeri Chiave del settore
Con 1,14 milioni di ettari dedicati alla coltivazione di olivi, di cui ben il 70% situati in aree montane e collinari, vale a dire in quelle aree interne del Paese a maggior rischio di abbandono e dove le opportunità economiche non sono così frequenti, l’Italia rappresenta uno dei principali produttori di olio d’oliva a livello globale, con una concentrazione significativa della produzione nelle regioni del Sud
A causa soprattutto degli impatti negativi dei cambiamenti climatici, il settore sconta un calo produttivo che ha visto ridursi l’offerta nazionale di olio d’oliva in maniera progressiva nell’ultimo decennio. In particolare, dal 2018 ad oggi, la produzione di olio d’oliva non è mai andata oltre le 370 mila tonnellate (rispetto alle oltre 560 mila di media ottenute tra il 2000 e il 2013).
Ciononostante, la filiera olivicola italiana si distingue per la qualità e la sostenibilità dei suoi prodotti. Per quanto in lenta crescita (e comunque in controtendenza alla produzione complessiva), la produzione di oli Dop e Igp è arrivata oggi a pesare per il 6% su quella nazionale, contro il 2% di dieci anni fa. Anche per quella biologica, le superfici coltivate secondo questo metodo rispettoso dell’ambiente incidono per il 24% contro il 15% del 2013.
L’export di olio EVO dall’Italia raggiunge oggi 160 paesi con Stati Uniti, Germania, Francia, Canada e Giappone che concentrano oltre il 60% delle esportazioni italiane di olio extravergine di oliva. Gli Stati Uniti, in particolare, assorbono circa un terzo dell’olio EVO italiano esportato.
Indagine sulla popolazione italiana
Accanto all’analisi sul mercato, Nomisma ha realizzato per questa prima edizione di SOL32Expo un’indagine diretta su 1.000 consumatori italiani volta a comprendere opinioni e comportamenti di consumo di prodotti (food e non food) a base di olio di oliva, con un focus specifico sul ruolo che questi hanno in ambito sostenibilità e benessere nel percepito degli italiani.
Focalizzando in questa sede l’attenzione al consumo di olio d’oliva, dalla survey è emerso come per il 13% dei responsabili di acquisto dei prodotti alimentari, il fatto che il prodotto abbia effetti benefici sulla salute rappresenta il principale criterio di scelta; complessivamente, il 36% degli acquirenti ritiene che la funzionalità del prodotto in questo senso sia una caratteristica importante.
In merito all’acquisto di olio extravergine di oliva, l’origine (considerata sia come provenienza italiana che da territori che vantano una certificazione Dop/Igp) guida la scelta di 4 consumatori su 10, prima del prezzo (18%) e della fedeltà alla marca (15%). Per quanto riguarda invece l’identikit del “frequent user” di olio EVO (quelli cioè che lo acquistano almeno una volta al mese), l’indagine ha restituito il profilo di un consumatore che appartiene in maggioranza alle fasce generazionali di Gen X e Baby Boomers (over 45 anni) , residente nelle regioni meridionali del Paese, con figli e uno stile di vita che combina sostenibilità (ricerca di soluzioni sostenibili e a basso impatto ambientale in ogni ambito della vita), edonismo (ricerca del piacere e gratificazione personale) e una dimensione urbana (vita cittadina e legame con il territorio e tradizioni).
Infine, accanto ai comportamenti di consumo di olio da parte degli italiani, la survey Nomisma ha messo in luce una molteplicità di valori che il consumatore italiano riconduce a questo prodotto. Le parole, infatti, che gli italiani associano maggiormente alla filiera olivicola – considerando sia la produzione a fini alimentari che per altri settori “no food” come la cosmesi – riflettono valori come “salute,” “sostenibilità” e “natura,” tre termini che rivelano una forte attenzione verso la cura personale e ambientale.
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