AgriCommunity è la piattaforma sviluppata da Nomisma e dalla casa editrice Edagricole per favorire il dialogo e lo scambio di informazioni e esperienze tra gli operatori che offrono prodotti e servizi alle imprese agricole. Si tratta di un progetto innovativo, che consente ai player che operano a monte dell’agricoltura di confrontarsi – come mai fatto prima – sulla loro visione del settore primario con l’obiettivo di individuare le traiettorie comuni di sviluppo.
Un passaggio particolarmente nevralgico in un momento come questo, in cui si stanno definendo i nuovi indirizzi europei di lungo periodo per il settore, con una forte impronta legata alla sostenibilità, ed allo stesso tempo si sta attraversando una grave crisi legata alla pandemia Covid 19.
Per capire meglio quali sono le sfide richieste al settore agricolo italiano e in che modo AgriCommunity può aiutare ad affrontarle abbiamo intervistato Ersilia Di Tullio, Senior Project Manager di Nomisma e coordinatrice scientifica del progetto, che ha, inoltre, illustrato i vantaggi dell’adesione degli stakeholder alla piattaforma.
Ersilia, quali sono i cambiamenti e le evoluzioni in atto all’interno dello scenario europeo?
Per l’agricoltura i prossimi anni sono cruciali e saranno caratterizzati da una progressiva polarizzazione degli indirizzi delle politiche di settore sul tema della sostenibilità. Proprio un anno fa è stato lanciato il Green Deal, che detta le regole per un sostenibile sviluppo futuro del sistema economico europeo, con importanti ricadute anche sul sistema agroalimentare. A questo riguardo, in particolare, sono state già presentate le strategie Farm to Fork, Biodiversity e Circular Economy, che definiscono i binari attraverso cui la filiera agroalimentare dovrà muoversi per vincere la sfida della sostenibilità. Va sottolineato, però, che questi obiettivi dovranno essere raggiunti senza deroghe alla competitività del sistema, perché la prima sostenibilità che va garantita alle imprese agricole è quella economica.
In questo scenario è chiaro quanto sia necessario ragionare in maniera integrata. Il percorso di sostenibilità, infatti, deve essere compiuto in tutte le fasi della filiera: agricoltura, trasformazione industriale e consumi. Tuttavia l’agricoltura, trattandosi di un’attività intrinsecamente legata all’ambiente, riveste un ruolo primario da questo punto di vista, in termini di riduzione dell’inquinamento, tutela della biodiversità, adozione di sistemi di produzione di qualità, contrasto al cambiamento climatico, tutela idrogeologica, etc.
Come si inserisce il settore agricolo italiano in questo quadro? Quali sono le principali sfide che deve affrontare?
Su aspetti come qualità, rintracciabilità e produzione biologica, l’Italia è relativamente ben posizionata, ma questo non significa assolutamente che siamo al punto di arrivo. Ancora tanta strada resta da fare e questi processi per poter essere sviluppati con efficacia necessitano di una logica di insieme, che è più difficile da costruire in un sistema come quello italiano, caratterizzato da una certa difficoltà organizzativa rispetto ad altri Paesi europei.
Altro tema importante è quello legato alla sostenibilità economica, precedentemente accennato. Lo sviluppo di pratiche più sostenibili, infatti, può modificare gli equilibri economici di impresa e soprattutto per essere implementata necessita di razionali percorsi di investimento.
Come sta impattando la pandemia da Covid-19 sul settore agricolo italiano ed europeo?
E’ chiaro che in se questa è la direzione, il Covid-19 è la “tempesta perfetta” in un momento particolarmente delicato di cambiamento (non a caso vi è stato anche il posticipo dell’entrata in vigore della nuova Pac, rimandata al 2023).
Attualmente, infatti, sebbene restino sempre valide le prospettive di lungo periodo previste dal Green Deal (ricordiamo che gli obiettivi sono definiti al 2030), la pandemia ha inevitabilmente spostato l’attenzione sulla gestione dell’emergenza. Non appena questo periodo drammatico sarà terminato – si spera al più presto – bisognerà nuovamente confrontarsi con gli obiettivi di lungo periodo. Tuttavia nel post Coronavirus, l’agricoltura sarà sicuramente diversa e questo influenzerà la rapidità con cui il percorso di cambiamento si realizzerà.
Dall’altro lato, però, il Covid-19 ha avuto il merito di restituire rilevanza al settore agroalimentare, che ha garantito al Paese di avere sempre cibo a disposizione durante il lockdown. Il fatto che il settore agroalimentare non si sia fermato e che abbia continuato a produrre, garantendo l’approvvigionamento di cibo, ha messo in luce tutta la strategicità di questo comparto. Se così non fosse stato, avremmo avuto uno scenario davvero di grandissima difficoltà.
Allo stesso tempo, la crisi che ha colpito Ho.re.ca e turismo ha fatto venir meno una quota importante della domanda di beni alimentari e quindi, per quanto abbia continuato a lavorare, anche il settore agroalimentare ha subito un significativo freno, sentito trasversalmente, ma più accentuato in alcuni comparti, come ad esempio quello del vino, trainante per l’export del Made in Italy.
Che cos’è AgriCommunity e a chi si rivolge?
AgriCommunity è un progetto creato nella logica di guardare al lungo periodo, anticipare il cambiamento e farsene interpreti. Si tratta di un programma associativo che ha lo scopo di costruire una piattaforma informativa e di confronto e si rivolge a tutti i player che operano a monte dell’agricoltura, in particolar modo alle imprese che forniscono prodotti e servizi a questo settore, ma anche ad enti e istituzioni.
Fra i destinatari del progetto ci sono, ad esempio, i player della meccanizzazione e dei mezzi tecnici (sementi, fertilizzanti, agrofarmaci, ecc.), tutto il mondo dei servizi per l’agricoltura (assicurativi, bancari, di mercato, di certificazione, ecc.), le imprese e le istituzioni che governano le risorse impiegate in agricoltura (terra, risorse idriche, energie rinnovabili, ecc.), nonché il mondo del lavoro e della formazione professionale.
Tutti i soggetti che operano in questi ambiti sono invitati a partecipare ad AgriCommunity per usufruire di una piattaforma condivisa di dialogo.
Quali sono gli obiettivi della piattaforma e in che modo può aiutare il settore agricolo italiano a superare le sfide che è chiamato ad affrontare?
L’obiettivo principale del progetto è la costruzione di una community che consenta di scambiare punti di vista, trovare i punti di contatto e condividere traiettorie di sviluppo comuni e, di conseguenza, “disegnare” insieme il cambiamento. Questo è molto importante perché, ad oggi, non esiste un ambito in cui questo confronto avvenga in modo così allargato e, in mancanza di dialogo, viene meno l’elemento essenziale della condiviso dei percorsi e dei processi di sviluppo.
Come dicevamo, per i prossimi dieci anni sono attesi dei cambiamenti importanti nella filiera. Capire insieme dove stia andando l’agricoltura italiana e organizzarsi per rispondere alle nuove richieste è, dunque, fondamentale: un conto è affrontare questa evoluzione da soli, un altro è ragionare come sistema. AgriCommunity permette di confrontarsi e di individuare azioni sinergiche che possono poi essere sviluppate in maniera organizzata.
Quali sono i vantaggi, i benefit e le attività previste per chi aderisce alla piattaforma?
Il principale vantaggio del progetto è proprio la realizzazione e la partecipazione alla community: ciò consente di riunire in un unico “luogo” e momento tutti i player di cui abbiamo parlato.
L’adesione ad AgriCommunity, inoltre, dà diritto a una serie di importanti benefici. Uno di questi è la partecipazione a momenti di incontro che permettono la condivisione di informazioni utili a tutti i player. Nello specifico, ci saranno due eventi annuali, riservati agli associati, che vedranno l’intervento di testimoni privilegiati (ad esempio referenti istituzionali o importanti esponenti della filiera agroalimentare nazionale) che discuteranno di tematiche di attualità, illustrando l’evoluzione dello scenario e le linee di sviluppo dell’agricoltura nei prossimi anni.
Ogni anno, inoltre, gli associati beneficeranno di un’analisi sulle imprese agricole, sviluppata a partire da un’indagine diretta esclusiva realizzati da Nomisma e da Edagricole grazie al proprio panel AgriCommunity. L’analisi consentirà di capire come si muovono e quali sono le esigenze delle aziende e di orientare, di conseguenza, scelte e percorsi.
In più, sempre ogni anno, ci sarà anche il Report sull’agricoltura italiana che presenterà i più importanti KPI del sistema agricolo nazionale e che illustrerà le principali tendenze dell’agricoltura del Paese. A tutto ciò si aggiunge l’attività di comunicazione, che sarà sviluppata sulle testate editoriali del gruppo Edagricole, e la community su Linkedin dedicata alla piattaforma.
Ci sono anche dei servizi personalizzati sulla base delle esigenze dell’aderente?
Oltre alle tematiche generali comuni a tutti, utili per avere un background informativo comune, potranno anche svilupparsi filoni specifici per esigenze mirate. La community, infatti, è come un prato da seminare, e sono convinta che dall’incontro degli stakeholder nasceranno idee e progetti, che potranno poi essere sviluppati insieme e che rappresentano il vero valore aggiunto della partecipazione ad AgriCommunity. Gli aderenti, se vorranno, potranno portare avanti queste iniziative in totale autonomia o, se lo riterranno opportuno, Nomisma ed Edagricole saranno ben felici di fornire il proprio contributo, ad esempio, realizzando tavoli su tematiche specifiche, sviluppando analisi ad hoc, organizzando meeting, creando attività di comunicazione, ecc. Questa è quella che chiamiamo “attività on demand”.
Come si aderisce alla piattaforma e quali sono le tempistiche?
Il programma associativo partirà nel 2021, quindi la campagna associativa si completerà all’inizio del prossimo anno. Chi è interessato e vuole avere maggiori informazioni sulla piattaforma e sulle modalità di adesione, oltre alle informazioni presenti sulle pagine web e sulle riviste di Edagricole, può visitare la pagina dedicata ad AgriCommunity.