Il 20 maggio si è svolta a Bologna l’Assemblea Regionale delle Cooperative e delle imprese sociali Agricole, Agroalimentari, della Pesca e dell’Acquacoltura: un importante momento di confronto per affrontare il tema della cooperazione nella transizione dell’agroalimentare italiano.
All’appuntamento è intervenuta Ersilia Di Tullio, Senior Project Manager di Nomisma, che nella presentazione “Una nuova prospettiva per l’agroalimentare dell’Emilia-Romagna” ha esposto una puntuale analisi che ha approfondito gli scenari futuri del settore anche alla luce del recente conflitto ucraino e dei finanziamenti in arrivo da PNRR e nuova PAC. Una volta conclusa la relazione di Nomisma, si è tenuta una tavola rotonda, moderata da Silvia Marzialetti, IlSole24Ore Radiocor, alla quale hanno partecipato Valtiero Mazzotti, direttore Generale Agricoltura, Caccia e Pesca – Regione Emilia Romagna, Angelo Frascarelli, presidente di ISMEA, il neo eletto presidente FedeAgriPesca ER Raffaele Drei e il presidente uscente Carlo Piccinini ed il neo eletto vice presidente Vadis Paesanti. Ha chiuso i lavori Giorgio Mercuri, presidente nazionale FedeAgriPesca e Alleanza Cooperative Agroalimentari.
Vediamo in questo articolo i principali spunti di riflessione emersi nell’intervento di Ersilia Di Tullio.
Nuove regole e sostegni pubblici porteranno profondi cambiamenti all’agricoltura
Questi anni sono cruciali per la definizione e attuazione delle politiche a favore del sistema agroalimentare, come la nuova Politica agricola comunitaria 2023-2027 e gli interventi dedicati del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Gli orientamenti che hanno ispirato queste politiche sono stati definiti dal Green Deal, il “patto verde europeo” proposto dalla Commissione Europea per raggiungere la neutralità climatica entro 2050 attraverso politiche in materia di clima, biodiversità, innovazione, sostenibilità ed economia circolare. In particolare discendono dalle strategie Farm to Fork e Biodiversity varate nella primavera del 2020.
Nel PNRR, approvato nel 2021 una gran parte degli investimenti è dedicata alla energie rinnovabili (agrisolare, biogas), all’innovazione e meccanizzazione ed ai contratti di filiera in chiave di sostenibilità ambientale.
La stessa nuova PAC 2023-2027 si articola su 9 obiettivi, dei quali tre di impronta economica (garantire un reddito equo agli agricoltori; aumentare la competitività; migliorare la posizione degli agricoltori nella filiera alimentare) ma gli incentrati su aspetti ambientali e sociali (agire per contrastare i cambiamenti climatici, tutelare l’ambiente, salvaguardare il paesaggio e la biodiversità, sostenere il ricambio generazionale, sviluppare aree rurali dinamiche, proteggere la qualità dell’alimentazione e della salute) oltre alla promozione della conoscenza e dell’innovazione.
La PAC 2023-2027 darà quindi ampio spazio, anche finanziario, alla cosiddetta “architettura verde”, che accanto alla condizionalità rafforzata, si declina nel Piano strategico nazionale presentato nel dicembre 2021 nei 5 eco-schemi del I pilastro e nelle misure agro-climatico-ambientali del II pilastro.
“Ma questo articolato impianto normativo e di intervento deve misurarsi con i mutevoli scenari internazionali e due fattori in particolare che vanificano la ripresa: il post pandemia e il conflitto russo-ucraino” – ha commentato Ersilia Di Tullio.
La ripresa del PIL e il commercio mondiale post emergenza Covid rallentano a causa della guerra in Ucraina
La ripresa del PIL, che nel 2021 aveva registrato in Italia un incoraggiante +6,6% rispetto al 2020 (annus horribilis, segnato da un drammatico -8,9%), sconta l’impatto della guerra e si ridimensiona rispetto alle iniziali previsioni del Fondo Monetario internazionale, scendendo a + 2,3% nel 2022 (e a +1,9% secondo Confindustria).
Un destino comune a tutti gli altri Paesi presi in esame (Francia, Germania, Regno Unito, Stati Uniti e Cina), a cui si affianca un medesimo destino anche per il trend del commercio mondiale che rallenta dal +9,8% del 2021 al +3% del 2022.
L’aumento dei prezzi e il difficile approvvigionamento delle materie prime
L’emergenza pandemica e la guerra in Ucraina esasperano inoltre il trend rialzista dei prezzi di input energetici, produttivi e dei trasporti. A fronte di una crescita a doppia e tripla cifra da dicembre 2019 allo stesso mese del 2021, nei primi 4 mesi del 2022 le quotazioni continuano a salire. Emerge, inoltre, con forza la dipendenza per gli approvvigionamenti (soprattutto energetici) dai paesi coinvolti nel conflitto e “le imprese risentono sensibilmente della crescita dei costi e delle difficoltà di approvvigionamento” – ha sottolineato Ersilia Di Tullio.
Anche i prezzi delle materie prime agricole, già in rapida ascesa nel 2020 e 2021, segnano ulteriori rilevanti incrementi da dicembre 2021 ad aprile 2022.
“Lo scenario bellico è, anche in questa circostanza, ulteriore fonte di preoccupazione per le imprese alimentari e mangimistiche perché da Russia e Ucraina l’Italia importa quote sensibili di materie prime agricole, in particolare olio e panelli di girasole, oltre che mais”.
Ucraina e Russia nella bilancia commerciale agroalimentare italiana
Nonostante questa dipendenza, tuttavia Russia e Ucraina hanno un peso limitato nella bilancia commerciale italiana, con valori ben distanti dai nostri maggiori partner internazionali: Francia, Germania e Spagna per l’import; Germania, Stati Uniti e Francia per l’export. “Le importazioni complessive in Italia corrispondono a 48,5 miliardi di euro, ma l’incidenza sul totale dell’Ucraina è dell’1,3% e della Russia di appena lo 0,5%, mentre le esportazioni nazionali raggiungono i 52 miliardi di euro e Russia e Ucraina pesano rispettivamente 1,3% e 0,7% del totale” – ha ricordato Ersilia Di Tullio.
Export e consumi interni dopo la pandemia
“Si tratta di incidenze che non compromettono le nostre brillanti performance sull’estero” ha aggiunto Ersilia Di Tullio. L’export agroalimentare italiano è infatti cresciuto del +15% nel 2021/2019 e addirittura del +35% nel 2021/2016, registrando un surplus nella bilancia commerciale 2021 di 3,5 miliardi euro.
Meno brillanti, invece, i numeri dei consumi food&beverage interni, con una significativa flessione del 7% nel 2021 rispetto al 2019, legata al forte impatto sull’Horeca della pandemia ed a un non completo recupero dei consumi fuori casa.
Cresce l’inflazione e modifica le abitudini di consumo degli italiani
Nel 2022 cresce sensibilmente l’inflazione (+6,2% l’indice generale di aprile 2022 rispetto allo stesso mese del 2021), con aumenti che riguardano in primis abitazione, acqua, elettricità e consumi (+26,9%)e trasporti (+9%), seguiti dagli alimentari e bevande analcoliche (+6,7%).
“La perdita di potere d’acquisto delle famiglie intaccherà marginalmente i consumi alimentari domestici anche se è attesa una razionalizzazione della spesa, con contrazione degli sprechi e grande attenzione al prezzo. Ma limiterà di molto i comportamenti degli italiani che si dichiarano pronti a rinunciare a viaggi (23%) e consumi fuori casa (21%), ritardano così ulteriormente la ripresa dell’Horeca” – ha concluso Ersilia Di Tullio.
Ricerche, analisi e consulenza di Nomisma nel settore agroalimentare
Il servizio di ricerca, analisi di mercato e consulenza di Nomisma nel settore agroalimentare è uno strumento prezioso per comprendere le dinamiche di mercato e le vicende che coinvolgono i diversi attori della filiera, sia a livello nazionale che internazionale.
Per monitorare i trend e le performance dell’agroalimentare Nomisma ha istituito due osservatori, WineMonitor e Agrifood Monitor, servizi in abbonamento che permettono l’accesso a dati sempre aggiornati e interpretazioni in tempo reale. Per maggiori informazioni, si può scrivere a info@nomisma.it