La grappa un prodotto conviviale, per condividere momenti insieme ad amici e parenti. Questo è uno dei principali aspetti che i consumatori associano a questa bevanda dal sapore tutto italiano che, come altre bevande alcoliche, ha inevitabilmente subito l’impatto della pandemia nel 2020, soprattutto a causa della chiusura del canale Ho.Re.Ca..
Molti italiani affermano di aver diminuito il proprio consumo di grappa in seguito all’emergenza sanitaria, sia a causa della riduzione delle occasioni di socializzazione, sia a causa di una minore frequentazione di bar e ristoranti. A crescere, invece, sono stati gli acquisti online, una tendenza che è destinata ad aumentare nei prossimi mesi.
Si tratta di alcuni dei dati rilevati dalla ricerca che Nomisma ha condotto per AssoDistil, Associazione Nazionale Industriali Distillatori di Alcoli ed Acquaviti e presentata il 28 ottobre scorso in occasione dell’evento organizzato dall’Associazione Il Settore distillatorio italiano tra modello di sostenibilità e nuove sfide, tenutosi presso l’Auditorium Distilleria Marzadro di Nogaredo (Trento).
La ricerca, illustrata dal Project Manager di Nomisma Emanuele Di Faustino, mira a comprendere i trend di mercato e le abitudini di consumo degli italiani, a tracciare un identikit del consumatore di grappa, e a capire in che modo il Covid-19 e il ritorno alla normalità abbiano influenzato i comportamenti di acquisto e di fruizione di questa bevanda.
Scenario di mercato: l’impatto della pandemia sui consumi F&B e di spirits
Prima di analizzare il mercato della grappa, focus di questa ricerca, è importante conoscere lo scenario di riferimento in cui tale prodotto si muove e quali sono stati i cambiamenti intercorsi con il Covid-19.
La pandemia ha, infatti, impattato profondamente sui consumi di alimenti e bevande (i consumi sono scesi del 12% tra 2019 e 2020), in particolare a causa della chiusura e dei limiti che hanno interessato il canale Ho.Re.Ca. Basti pensare che il consumo away from home – quindi fuori dalle mura domestiche – è sceso del 35% nel 2020.
Le misure adottate dal Governo per arginare la pandemia hanno avuto un impatto negativo anche sui consumi di bevande alcoliche (-8% in volume nel 2020 rispetto al 2019), dato il ruolo rilevante che l’Ho.Re.Ca. gioca per il settore. Tale dinamica è stata ancora più rilevante per gli spirits, dove ristoranti, bar e altri locali intercettavano prima del Covid la metà dei volumi consumati.
Come il Covid-19 ha impattato sul mercato della grappa
Naturalmente anche la grappa non è stata esente dalle dinamiche che hanno caratterizzato la categoria degli spirits. Per effetto della chiusura di bar e ristoranti, le vendite nella distribuzione moderna (iper+super+discount) hanno registrato una crescita del +8% in valore nel 2020 rispetto al 2019. Di contro, le vendite nei Cash&Carry sono crollate del 20% nello stesso periodo. Si tratta infatti di un canale a cui si rivolgono principalmente gli operatori del foodservice; il suo andamento, di conseguenza, tende a essere legato a quello dell’Ho.Re.Ca.. Parallelamente è esploso l’e-commerce con tassi di crescita a tripla cifra: +198% tra 2019 e 2020.
Tuttavia, il graduale ritorno alla normalità sta riequilibrando lo scenario di mercato. L’online, seppur ancora in forte crescita, ha subito un rallentamento, segnando un +30% nel primo semestre del 2021 in confronto al primo semestre del 2020, mentre le vendite nel Cash&Carry sono tornate ad aumentare, mettendo a segno un +8% nello stesso periodo. Situazione stazionaria per le vendite in iper/supermercati e discount, seppur con differenze fra le diverse tipologie di grappa.
Quanto è diffuso il consumo di grappa in Italia e qual è l’identikit del consumatore medio
Dopo aver analizzato lo scenario di mercato, la ricerca Nomisma si è concentrata sulle abitudini di consumo di grappa degli italiani, attraverso un’indagine che ha interessato
1.000 user di grappa tra i 18 e i 73 anni. La survey – oltre ad indagare il modello di consumo della grappa e le evoluzioni intervenute a seguito dell’emergenza pandemica – si è posta l’obiettivo di fotografare le prospettive di sviluppo futuro con particolare attenzione al ruolo dell’e-commerce e al fenomeno del mixology.
Dallo studio è innanzitutto emerso come il consumo di spirits in Italia sia molto diffuso: il 61% della popolazione 18-73 anni li ha consumati in almeno un’occasione (in casa o fuori casa) negli ultimi 12 mesi e il 29% ha bevuto grappa.
Ma qual è l’identikit del consumatore italiano di grappa? La ricerca ha evidenziato che a prediligerla sono soprattutto le persone di sesso maschile e che il consumo tende a crescere con il passare dell’età e con l’aumentare del reddito.
In quali luoghi e occasioni gli italiani bevono grappa
1 italiano su 3 dichiara di bere grappa principalmente a casa propria, mentre il 28% a casa di parenti e amici. Il restante 37% afferma di consumarla soprattutto fuori dalle mura domestiche e a scegliere il consumo away from home sono, in particolare, le generazioni più giovani.
Inevitabilmente queste dinamiche hanno risentito dell’impatto della pandemia: basti pensare che prima del Covid-19 la quota di consumatori che usava bere grappa soprattutto fuori casa era pari al 48%. L’indagine ha difatti rilevato che circa 1 consumatore su 4 ha ridotto i consumi di grappa da quando è scoppiata l’emergenza sanitaria: il 35% lo ha fatto perché sono diminuite le occasioni di incontro con parenti e amici, mentre il 32% perché ha frequentato meno ristoranti e bar, a conferma della centralità giocata da tale canale.
Gli italiani scelgono la grappa per il gusto e la convivialità
Si può quindi dire che la grappa sia molto legata al piacere di stare in compagnia. Non a caso, gusto e convivialità sono i principali driver che ne guidano il consumo. Il 49% degli italiani, infatti, la beve soprattutto con gli amici e il 30% con i parenti, in particolare dopo i pasti. Il 43% afferma di aver consumato grappa, nell’ultimo anno, per stare in compagnia, il 51% perché ne ama il gusto e un altro 33% per le sue proprietà digestive.
Italiani incuriositi dalla mixology
Anche se la mixology, ossia l’arte di miscelare le bevande, rappresenta una tendenza sempre più diffusa nel consumo di spirits in Italia (e nel mondo), nel caso della grappa non è una consuetudine ancora molto affermata: solo il 3% dei consumatori italiani ha infatti bevuto la grappa mixata nei cocktails. La voglia di sperimentare è però alta: il 35% dei consumatori dichiara che vorrebbe provare un cocktails a base di grappa.
Il ruolo degli e-commerce nell’acquisto di grappa in Italia
Nonostante la maggior parte degli acquisti di grappa per il consumo domestico avvenga soprattutto negli iper e nei supermercati, l’e-commerce inizia a ritagliarsi spazi di mercato così come accaduto per le altre bevande alcoliche. “Il 9% dei consumatori ha acquistato grappa online con valori superiori tra le generazioni più giovani (Generazione Z e Millennials) e i consumatori con una capacità di spesa alta” dichiara Emanuele Di Faustino, Project Manager di Nomisma che ha curato la ricerca. “Tale profilo è in linea con la tipologia di grappa venduta online che si caratterizza per prezzo medio che è il doppio rispetto a quello dei prodotti acquistati nei negozi fisici”.
L’interesse per il digital è comunque alto: il 15% afferma che inizierà ad acquistare grappa online nei prossimi mesi e ben 3 consumatori su 10 utilizzano il web per cercare informazioni sulla grappa. A tal proposito si noti come l’e-commerce sia una scelta giudicata vantaggiosa non solo per acquistare ma anche per confrontare più prodotti (26%), per consultare recensioni (20%) o per leggere caratteristiche, storia e info sul prodotto e i produttori (17%).
Mercato italiano della grappa: le prospettive future
Guardando al futuro, dopo la contrazione causata dalla pandemia, gli italiani si dimostrano ottimisti. Il 15% sostiene che aumenterà i propri consumi di grappa (a fronte di un 8% che invece afferma che li diminuirà) e a trainare sarà soprattutto il fuori casa contestualmente al ritorno delle occasioni di socialità e al venir meno delle restrizioni nel canale della ristorazione.
Osservatori Nomisma: uno sguardo sempre aggiornato sui mercati
Grazie all’esperienza maturata in molteplici settori, Nomisma mette a disposizione dei clienti diversi Osservatori di Mercato, offrendo anche la possibilità di realizzare degli Osservatori ad hoc.
Tra gli osservatori ideati da Nomisma, vi è l’Osservatorio Spirits nato per aiutare imprese ed altri operatori del settore a comprendere il mercato dei superalcolici in Italia nello scenario post-Covid, la dinamica delle vendite nei diversi canali, l’evoluzione dei modelli di consumo a seguito della pandemia, le nuove tendenze e le previsioni per il prossimo futuro.
Chiunque volesse maggiori informazioni può scrivere a: emanuele.difaustino@nomisma.it