Vola l’export della grappa, calano le vendite nella GDO e nell’e-commerce, mentre è in forte ripresa il canale Ho.re.ca. Luci ed ombre che emergono dall’analisi condotta da Nomisma “Scenario e tendenze di Mercato della grappa nel 2022”, presentata durante la 76esima Assemblea Annuale di AssoDistil, l’Associazione che rappresenta oltre 60 distillerie industriali, pari al 95% della produzione nazionale di acquaviti e di alcol etilico prodotto da materie prime agricole. Le presentazione si è svolta lo scorso 15 settembre presso l’Hotel Quirinale di Roma.
Il settore distillatorio italiano è alle prese con le stesse criticità che affliggono altri comparti del made in Italy: dai crescenti costi delle materie prime e dell’energia ad un’inflazione mai così alta dagli anni Ottanta che si traduce in un calo del potere d’acquisto dei consumatori. In occasione dell’Assemblea di AssoDistil si è pertanto cercato di ragionare, partendo dai dati raccolti da Nomisma, sulle principali sfide e criticità del settore, ma anche sulle possibilità e prospettive dell’utilizzo di biocarburanti per fare fronte al crescente problema di approvvigionamento.
Alla giornata di lavori hanno partecipato: Antonio Emaldi, Presidente di AssoDistil; Emanuele Di Faustino, Senior Project Manager di Nomisma; Simona Lamorte, Dipartimento ICQRF Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali; Giovanni Perrella, Segreteria tecnica Dipartimento Energia Ministero della transizione ecologica, Pierluigi Ascani, Presidente Format Research; Roberto Galdi, Direttore dell’Ufficio Controlli accise, energie e alcoli Agenzia delle Dogane e dei Monopoli. Sono inoltre intervenuti attraverso un video messaggio Paolo De Castro, Commissione per l’agricoltura e lo sviluppo rurale Parlamento Europeo, e Filippo Gallinella, Presidente Commissione Agricoltura Camera dei deputati.
Vediamo in questo articolo i numeri dell’analisi Nomisma, illustrati da Emanuele Di Faustino, e gli scenari di un mercato che, nei prossimi mesi, potrebbe risentire delle strategie di risparmio che i consumatori italiani stanno adottando (o adotteranno) per fronteggiare la crescente inflazione.
L’aumento dei costi impatta su imprese e famiglie
Il nodo dell’aumento dei costi di produzione per le imprese è un fenomeno che sta coinvolgendo anche l’industria Food & Beverage, distillati inclusi.
I principali problemi derivanti dal conflitto russo-ucraino riguardano in primis l’aumento del costo dell’energia che preoccupa il 93% delle aziende, seguito dall’aumento del costo delle materie prime (90%) e dalle difficoltà di approvvigionamento (79%, Fonte: Confindustria). Nel 2022 l’incidenza dei costi energetici sul totale dei costi di produzione ha pesato per il 6% sul totale delle spese che hanno dovuto sostenere le aziende del settore alimentari e bevande (nel 2018-2019 incidevano per il 3%).
Il conflitto russo-ucraino e l’inflazione preoccupano non solo le imprese ma anche i cittadini; a segnalarlo sono rispettivamente il 41% e 43% degli italiani; d’altronde la crescita dei prezzi di beni e consumi sta impattando direttamente anche sulle famiglie. Con un’inflazione mai così alta dagli anni Ottanta, Nomisma per Rapporto Coop stima che in media la perdita del potere d’acquisto di una famiglia per l’anno in corso sarà di 2.300 euro. A fronte di una crescita generalizzata dei prezzi di beni e servizi, 9 famiglie italiane su 10 cambieranno i propri comportamenti d’acquisto e tra queste la metà si dice pronta a concentrare la spesa sui prodotti indispensabili eliminando il superfluo.
Trend di vendita nel mercato delle grappe
In questo scenario molto complesso il mercato della grappa mostra luci ed ombre, per effetto di trend di differenti fra i diversi canali di consumo. Con riferimento alla distribuzione moderna, nei primi sei mesi dell’anno si assiste a una diminuzione delle vendite di grappa del 7% in valore rispetto al primo semestre del 2021 (fonte: NielsenIQ). La contrazione colpisce anche il canale e-commerce con una diminuzione dei valori venduti del 15%. In entrambi i casi si tratta di dinamiche che sono trasversali all’intero comparto beverage: nel medesimo periodo si riducono infatti anche le vendite in GDO di vino (-6%) e spirits (-3%).
Riprendono i consumi nel canale HO.RE.CA, ma le prospettive nei prossimi sei mesi non sono rosee
La riduzione degli acquisti di grappa nel canale retail (fisico ed online) – oltre ad esser influenzata dall’attuale congiuntura e da un 2021 particolarmente positivo per tale canale – è da ricondurre in primis alla forte ripresa dei consumi nell’Ho.re.ca, canale strategico per il settore e da dove prima della pandemia passavano più della metà dei consumi di spirits del nostro Paese. A conferma di ciò, nei primi 6 mesi del 2022 le vendite nel canale Cash&Carry – format distributivo nel quale si riforniscono ristoranti e bar e che dunque può esser considerato una proxy delle tendenze del canale Ho.re.ca. – hanno registrato una crescita di ben il +31% rispetto al 2021.
“Nei primi 6 mesi del 2022 il mercato della grappa – al pari di quello del vino e degli spirits in generale – ha registrato una contrazione delle vendite in GDO a fronte però di una forte ripresa dei consumi nel canale Ho.re.ca” – spiega Emanuele Di Faustino, Senior Project Manager Nomisma S.p.A. “Tuttavia, la crisi energetica, la crescente inflazione e il conseguente calo del potere di acquisto dei consumatori rischiano di frenare i consumi fuori casa degli italiani nel secondo semestre dell’anno, con impatti negativi anche sul mercato della grappa” – conclude Di Faustino.
Il 55% degli italiani, infatti, dichiara che i consumi fuori casa sono influenzati dalla propria situazione finanziaria (+10% rispetto al 2020). A ciò si deve aggiungere come i consumi nei bar e nei ristoranti saranno le voci di spesa maggiormente coinvolte nelle strategie di risparmio degli italiani dei prossimi 6/12 mesi (ad indicarlo è il 34%); seguono le spese per “abbigliamento, calzature e spese personali” (31%), “intrattenimento domestico” e “viaggi e vacanze (27% per entrambe).
La corsa della grappa nei mercati esteri
Segnali positivi arrivano anche dall’export, che al momento rappresenta “appena” il 17% del mercato della grappa, un dato che sottintende però enormi spazi di crescita. Nello specifico, nel I semestre del 2022 le esportazioni di grappa hanno fatto registrare 28 milioni di euro, contro i 24 milioni dei primi 6 mesi del 2021: un balzo in avanti che si traduce in +17% in valore e +9% in volume. Tra i mercati internazionali che apprezzano di più la grappa vi è la Germania che da sola concentra ben il 59% dell’export di settore; seguono Svizzera (14%), Austria (5%), Stati Uniti (3%) e Spagna (2%).
“I dati sull’export sono incoraggianti” – Cesare Mazzetti, Comitato Nazionale Acquaviti AssoDistil
“I dati sull’export sono incoraggianti e la testimonianza di un lavoro capace di privilegiare l’eccellenza italiana che sta dando i suoi risultati – ha spiegato Cesare Mazzetti, Presidente del Comitato Nazionale Acquaviti AssoDistil. “Il filo diretto che ci lega ai lavori che sta portando avanti la Commissione europea per riformare il testo unico delle indicazioni geografiche va proprio in questa direzione: rendere la filiera delle nostre aziende sempre più competitiva”.
Il settore distillatorio si è contraddistinto per lungimiranza e strategia. Ma ora, per superare la crisi, servono fatti – Antonio Emaldi, AssoDistil
“Il settore distillatorio si è contraddistinto in questi anni per lungimiranza e strategia. Due caratteristiche che lo hanno portato ad essere un comparto solido e competitivo in un mercato globale. Per riuscire a superare questa crisi economica ed energetica però non bastano le idee, servono fatti. Auspichiamo che il nuovo Governo che si insedierà nelle prossime settimane non adotti meccanismi di ulteriore inasprimento dell’imposizione fiscale sugli spirits, onde evitare un altro colpo al settore già in forte difficoltà per la difficile congiuntura economica” – ha rimarcato Antonio Emaldi, Presidente di AssoDistil.
Virtuosismi e necessità del settore distillatorio: dalla ricerca di energie rinnovabili alla tutela dell’acido tartarico naturale
Tra le battaglie portate avanti dall’Associazione nel corso dell’anno vi è quella relativa alla diffusione del bioetanolo avanzato nel nostro Paese, un biocarburante 100% rinnovabile che consente di ridurre le emissioni di almeno il 75% rispetto ai carburanti fossili. AssoDistil ha stimato che l’impatto potenziale di produzione del bioetanolo necessario in Italia entro il 2030 potrebbe generare 46.000 nuovi posti di lavoro tra industria e filiera agricola italiana, grazie anche alla realizzazione di almeno 15 nuovi impianti.
“Stiamo affrontando una crisi energetica senza eguali” – ha ricordato in un video messaggio Filippo Gallinella, Presidente Commissione Agricoltura Camera dei deputati. “L’intervento del Governo che vorremo portare avanti è quello di alleviare i costi produttivi delle imprese prendendo risorse dalla crescita economica e non alimentando il debito pubblico. Finchè potrò, lavorerò per portare la vostra voce alle istituzioni, ma anche per disegnare un modello futuro di Paese che vede la circolarità e la valorizzazione dei sottoprodotti nella produzione di energia per aiutare la transizione ecologica di questo Paese”.
La virtuosità del settore distillatorio si misura anche dalle numerose iniziative tese a produrre energia rinnovabile a partire dai residui e dagli scarti di produzione. Secondo i dati forniti da Format research, il 73% delle imprese distillatorie ritiene importante essere percepito come sostenibile. Molte imprese del settore hanno saggiamente investito negli anni in impianti di produzione e biogas.
Durante i lavori sono stati presentati alcuni dati relativi alla produzione nazionale italiana di acido tartarico naturale, che nel 2021 ha raggiunto le 16.300 tonnellate, riconfermando il nostro Paese quale leader mondiale. Una leadership minacciata dall’acido tartarico sintetico cinese: nel mondo nel 2020 le esportazioni hanno raggiunto un volume di 48.000 tonnellate con l’Europa che resta il principale Paese destinatario con una quota preponderante del 32%. Allo scopo di difendere la competitività dei produttori italiani di AT naturale, Assodistil sta lavorando per il riconoscimento a livello normativo della differenziazione tra i due prodotti, essenziale alla tutela dei consumatori e per la corretta coesistenza sul mercato delle due tipologie di acidi. Whatever it takes. A conclusione dell’Assemblea il Presidente di AssoDistil Antonio Emaldi ha dichiarato: “Mutuando le parole del premier Mario Draghi vorrei ribadire che occorre fare “tutto il necessario”, frase che sintetizza quello che ci aspettiamo dalla politica e dalle istituzioni per riuscire a garantire la sopravvivenza delle imprese che sono motori di crescita e di occupazione”.
L’obiettivo ora è rafforzare sia i consorzi sia le tutele ai prodotti – Paolo De Castro, Parlamento Europeo
Durante i lavori Paolo De Castro, Commissione per l’agricoltura e lo sviluppo rurale Parlamento Europeo, ha ricordato in un intervento video: “É un momento importante perché́ per la prima volta la riforma del testo unico delle indicazioni geografiche comprende anche le bevande spiritose e i prodotti alcolici. Gli obiettivi sono quelli di rafforzare sia i consorzi che le tutele ai prodotti. In Italia abbiamo un comparto straordinario nelle indicazioni geografiche per il settore del vino, spirits e food. Ci auguriamo che con questa normativa europea si possano fornire nuove armi non solo di protezione e di tutela, ma anche di sostengo del mercato. Il lavoro è appena iniziato, ma contiamo di avere un nuovo regolamento entro la presidenza spagnola del prossimo anno”
L’esperienza di Nomisma nell’ambito food & beverage
Grazie ad un team di lavoro multidisciplinare, un ampio portafoglio di strumenti di analisi e il supporto scientifico di esperti, Nomisma in ambito agroalimentare fornisce consulenza, realizza ricerche di mercato e analisi economiche al servizio di imprese e istituzioni.
Tali servizi forniscono al cliente dati e numeri per il monitoraggio e l’interpretazione delle dinamiche del mercato agroalimentare in tempo reale, nonché strumenti e metodi innovativi per la pianificazione dell’attività futura.
Nomisma propone inoltre osservatori specifici dedicati ad alcuni comparti chiave del settore food & beverage, come l’Osservatorio Spirits, nato nel 2021 con l’obiettivo di fornire analisi dettagliate e innovative utili a supportare imprese e altri operatori del mercato degli spirits.
Per maggiori informazioni: emanuele.difaustino@nomisma.it