Nonostante un 2022 caratterizzato da alti tassi di interesse e dalla pressione inflazionistica, prosegue la crescita del comparto franchising che rispetto all’anno precedente incrementa sia il numero di punti vendita che di addetti occupati e raggiunge un fatturato di 30,9 miliardi euro. Un risultato positivo trainato, in parte, da un mercato del lavoro più reattivo e dal risparmio accumulato dalle famiglie, fattori che hanno contribuito ad ammortizzare gli effetti negativi dell’inflazione, sostenendo la propensione al consumo nel Paese.
È quanto emerge dal “Rapporto Assofranchising Italia 2023 – Strutture, Tendenze e Scenari” realizzato da Nomisma, Main Partner del marchio storico della rappresentanza del franchising italiano, aderente a Confcommercio – Imprese per l’Italia.
Alla presentazione del Rapporto hanno partecipato: Luca Dondi dall’Orologio, Amministratore Delegato Nomisma, Roberta Gabrielli, Head of Marketing and Business Processes; Alberto Cogliati, Segretario Generale Assofranchising; Sebastiano Barisoni, Vicedirettore Esecutivo Radio 24; Dario Baroni, Presidente Assofranchising; Marco Barbieri, Segretario Generale Confcommercio Milano Lodi Monza e Brianza; Armando Garosci, Direttore Largo Consumo e Nicola Bonacchi, Hosted Exhibitions business Unit Director Fiera Milano Alberto Cogliati.
I numeri del franchising in Italia nel 2022
L’indagine, curata da Nomisma, fotografa i numeri del mercato che hanno caratterizzato l’attività di franchisor e franchisee nel 2022.
Continuano le buone performance del settore, con un aumento del giro d’affari e degli occupati. Il fatturato del comparto supera la quota di 30,9 miliardi di euro, con un significativo incremento del 7,1% rispetto al 2021.
Una situazione, questa, che favorisce il trend positivo del numero di punti vendita in franchising che raggiunge quota 61.162 (+2,2% rispetto al 2021) e degli addetti occupati che raggiungono i 252.848 (+6,2% rispetto al 2021).
La media di personale per punto vendita in franchising è di 4,1 unità, dato stabile rispetto alla precedente rilevazione, a testimonianza del protrarsi del periodo favorevole che stanno attraversando i punti di vendita di più grandi dimensioni, appartenenti al settore Casa e Distribuzione Organizzata.
Rimangono stabili le insegne operative in Italia (954), dopo la contrazione avvenuta nel 2020 (-103) e la crescita nel 2021 (+78). Una solidità che deriva dalla forte dinamicità del settore, che ha visto la cessazione di alcune insegne nell’ambito dell’abbigliamento per bambini e bar-gelateria e parallelamente la crescita di nuovi franchisor nei segmenti ristorazione, casa e servizi.
Considerando i settori merceologici più performanti al primo posto si trova la GDO che, con un giro d’affari che supera gli 11 miliardi di euro, incide per il 37% sul fatturato complessivo del franchising. In seconda posizione, il comparto abbigliamento (oltre 7,5 miliardi di fatturato), e a seguire i servizi (4,5 miliardi di fatturato); la ristorazione in franchising supera invece i 3,2 miliardi di fatturato.
Il futuro del settore: franchising, un modello vincente
Il rapporto curato da Nomisma pone l’accento anche sul futuro del settore. Nel 2023 si prospettano segnali di rallentamento legati al perdurare della spinta inflazionistica e ai suoi effetti sul reddito disponibile delle famiglie: si prevede pertanto un aumento del fatturato nell’ordine del +3%, con un tasso di crescita più contenuto rispetto all’anno precedente.
“Nonostante la congiuntura, il franchising si dimostra ancora una volta un modello vincente” – sottolinea Alberto Cogliati, Segretario Generale di Assofranchising. “La vera forza sta nella capacità degli imprenditori che operano in questo settore di riposizionarsi in maniera efficace sul mercato grazie al forte spirito d’innovazione, una maggiore sensibilità verso la sostenibilità e un rinsaldato rapporto di fiducia che lega franchisor e franchisee. Tra i fattori abilitanti e vincenti di questo mercato vi è, in primis, la sicurezza del modello economico di business unita ad una migliore reputazione derivante dalla notorietà dell’insegna e la possibilità di contare su formazione e assistenza da parte del franchisor. Come evidenziato da Nomisma, le previsioni per il futuro sono positive e tra le scelte imprenditoriali future spicca la soluzione del multi-affiliato (ovvero franchisee con il diritto di operare con più punti vendita all’interno di un’area prestabilita), modello che consente migliori performance e una maggiore organizzazione e pianificazione finanziaria. Ad oggi, sono quasi 7 su 10 i franchisor che hanno multi-affiliati e il numero è destinato a crescere”.
“In questo scenario economico di calma apparente, il franchising è un modello che si conferma vincente nella riduzione della componente di rischio per coloro che desiderano avviare un’attività imprenditoriale, potendo contare su un articolato portafoglio “standardizzato” di prodotti e servizi. Il futuro di questo business dipenderà sempre più dalla capacità dei franchisor di comunicare le potenzialità della propria rete e colmare, tramite attività mirate di formazione rivolte ai franchisee, quei gap di competenze strategiche, di comunicazione e commerciali, che possono accelerare il raggiungimento degli obiettivi dei punti di vendita” – afferma Luca Dondi, Amministratore Delegato di Nomisma.
La forza della rete in franchising
Dall’indagine condotta da Nomisma, nel 2022 le reti in franchising attive nel Paese sono 954, di cui 923 italiane (97%). Il Nord Ovest si attesta al primo posto per numero di Franchisor, seguito dal Nord Est e Centro Italia. In crescita, con 199 reti attive, l’area del Sud e delle Isole.
Tra i settori più rappresentati nella penisola troviamo, al primo posto, quello dei servizi (255 reti), seguito da ristorazione (181) e abbigliamento (180).
Prendendo in esame le Regioni, quella con il maggior numero di punti vendita è la Lombardia con ben 9.955 store, seguita da Lazio (6.734), Campania (4.805), Emilia-Romagna (4.757) e Sicilia (4.665).
Il settore merceologico preponderante in Italia è quello dei servizi, con 17.373 punti vendita (28% sul totale), seguito dall’abbigliamento (14.881, pari al 24% degli store) e dal commercio specializzato (8.321, il 14%).
Gli ostacoli allo sviluppo del business: inflazione e aumento dei costi
L’inflazione e la conseguente diminuzione del potere d’acquisto da parte dei consumatori rappresenta, per il 45% degli operatori del franchising, la maggiore preoccupazione per lo sviluppo del business, seguita dall’aumento dei costi delle materie prime (19%) e dalla crisi energetica (9%).
“Tra le principali azioni messe in campo per fronteggiare queste difficoltà, il franchising si è orientato verso un maggiore contenimento dei costi aziendali (92% degli intervistati) e verso politiche di risparmio energetico (74%), cui si somma la contestuale ricerca di nuovi fornitori (70%). Un’altra soluzione delineata dalle aziende intervistate, si orienta verso una politica di aumento di prezzo del prodotto finito (73%), al fine di salvaguardare, almeno in parte, la componente di margine operativo. Alla luce dell’attuale scenario, nonostante le difficoltà riconosciute dai franchisor, tra gli operatori del settore permane un tendenziale ottimismo – commenta Roberta Gabrielli, Head of Marketing and Business Processes.
La crescita dell’e-commerce e gli investimenti in digital technology
La tecnologia sta dando un grande impulso al comparto del franchising e sarà sempre di più un asset strategico di competitività. Tra gli intervistati, 1 brand su 2 possiede un canale e-commerce attivo già da prima del 2020, mentre il 18% dichiara di averlo attivato tra il 2020 e il 2022.
Cresce la quota di fatturato derivante dalla vendita e-commerce (+8,7% nel 2022) e dalle dichiarazioni dei franchisor si prevede un ulteriore incremento fino al 12,8% per il 2023. Nel prossimo triennio l’84% delle imprese interessate dalla survey è propenso ad investire in digital technology per migliorare le performance economico-finanziarie e la gestione della propria rete.
Un franchising sempre più sostenibile grazie a iniziative concrete
La sostenibilità sta diventando sempre più rilevante non solo per le aziende, ma anche per i consumatori che ne tengono particolarmente conto come driver per le scelte d’acquisto. “Il 62% degli intervistati dichiara di aver già intrapreso iniziative concrete sul tema della sostenibilità aziendale, mentre il 18% le sta progettando per l’immediato futuro. Per il 28% delle aziende in franchising si tratta di un dovere verso le generazioni future e per l’ambiente (24%); per il 16% di una necessità non più rimandabile e un’opportunità per conquistare nuovi consumatori (10%). Tra le principali azioni messe in campo troviamo al primo posto una maggiore ottimizzazione nella gestione nei rifiuti (56%) seguito dall’utilizzo di packaging sostenibili (55%) ed infine una selezione di fornitori che offrono garanzie in termini di sostenibilità ambientale (42%)” – conclude Roberta Gabrielli.
Osservatori Nomisma
Attraverso un team multidisciplinare e avvalendosi di strumenti precisi e affidabili per la raccolta e l’analisi dei dati, Nomisma è in grado di leggere correttamente gli scenari dei principali settori dell’economia e può così affiancare gli operatori per definire le soluzioni di sviluppo più opportune realizzando Osservatori di mercato sviluppati ad hoc a partire dalle specifiche esigenze del committente.
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