Nel 2021 sono aumentate le operazioni effettuate con Carte di Credito, sino a superare i numeri del 2019. A fronte di una ripresa dei consumi e della riduzione delle restrizioni dovute alla situazione pandemica, anche gli importi complessivi transati con le carte di debito hanno registrato uno sviluppo significativo. Prosegue, inoltre, la rapida crescita della prepagata, con un aumento delle transazioni e del valore delle operazioni.
É quanto emerge dalla ventesima edizione dell’Osservatorio Carte di Credito e Digital Payments: lo studio condotto grazie alla collaborazione fra Assofin, Nomisma, powered by CRIF e Ipsos – conferma un’ulteriore evoluzione del mercato verso l’uso di strumenti alternativi al contante e un maggiore utilizzo di strumenti innovativi.
Alla presentazione del rapporto annuale sono intervenuti: Luca Dondi, Amministratore Delegato, Nomisma; Roberta Gabrielli, Senior Project Manager, Nomisma; Kirsten Van Toorenburg, Responsabile Studi, Statistiche e Formazione, Assofin; Stefania Conti, Business Development Director – Financial Services, Ipsos; Tim Francis, Head of Financial Services, Ipsos UK; Federica Ronchi, Country Manager Italia di Clearpay, Gruppo Block Inc.; Luca Giacoma-Caire, Direttore Marketing e Clienti, Cofidis; Claudio Dealbera, Condirettore generale, Sella Personal Credit; Sergio Luciano, Direttore di Economy.
In questo articolo entreremo nel dettaglio dei dati emersi durante i lavori e riporteremo le principali riflessioni condivise durante la tavola rotonda che ha caratterizzato la seconda parte dell’evento.
“Carte di credito e Digital Payments, un mercato in evoluzione, verso strumenti innovativi”, Luca Dondi
Come di consueto, i lavori sono stati introdotti dall’intervento di Luca Dondi, Amministratore Delegato Nomisma, che ha fornito un quadro generale dei dati rilevati dallo studio.
“La ventesima edizione dell’Osservatorio promosso da ASSOFIN, IPSOS, Nomisma e in collaborazione con CRIF conferma l’ulteriore evoluzione del mercato verso strumenti alternativi e innovativi. Alla crescita hanno contribuito diversi fattori: innanzitutto l’accelerazione digitale che la pandemia ha impresso e la ripresa economica che ha caratterizzato il Paese nel 2021 e nella maggior parte del 2022. In particolare, nel 2021 il numero dei pagamenti effettuati con strumenti diversi dal contante a livello nazionale è cresciuto del 24%, una percentuale che sale al 29% se si considerano per i pagamenti su POS le sole carte di debito. Ci sono stati altri fattori che hanno influito in questa evoluzione positiva: il cashback di Stato innanzitutto, e in generale una ripresa dei servizi che hanno contribuito alla diffusione delle operazioni in particolare con le carte di debito. Allo stesso tempo, è aumentata la corsa all’utilizzo di carte prepagate e di carte rateali, riconducibile alla ripresa della spesa delle famiglie sia per la componente viaggi, sia per l’intrattenimento. L’e-commerce ha rappresentato un ulteriore elemento di stimolo rispetto alla diffusione dei pagamenti digitali ed è cresciuta l’incidenza dei pagamenti online che nel corso della prima parte di quest’anno è arrivato al 24% delle operazioni complessive.
Sono inoltre cresciuti gli utilizzatori frequenti di forme di pagamento digitale: il 77% dei titolari ha pagato con queste modalità almeno due volte al mese, con un incremento di 7 punti percentuali rispetto al 2020. Allo stesso tempo è calata la componente dei ‘Cash Lovers’, coloro che ricorrono abitualmente al contante, anche grazie a una maggiore apertura ai pagamenti digitali riscontrata da parte degli esercenti commerciali.
Sul versante del rischio di credito non ci sono al momento segnali di allarme, soprattutto per quanto riguarda le carte a saldo. Qualche timido peggioramento si è avvertito invece per le carte rateali. Siamo ancora su tassi di sofferenza lontani rispetto a quelli registrati durante la crisi del debito sovrano, perché sono state messe in campo una serie di misure che hanno contribuito a mantenerli molto contenuti: i sussidi, le possibilità di moratorie, gli strumenti a sostegno del reddito.
Tuttavia, qualche segnale di attenzione oggi c’è, legato a una congiuntura internazionale molto problematica e a un atteggiamento delle banche centrali orientato al contenimento dell’inflazione ‘whatever it takes’. Questo non potrà non avere effetti sul mercato del lavoro e quindi conseguenze sul tema della rischiosità del credito e sulle possibilità di restituzione dei finanziamenti ricevuti o di rateizzazione dei debiti contratti. Ma di questo parleremo il prossimo anno. Oggi ci limitiamo a osservare le tendenze future, in un quadro che si conferma ancora molto positivo e florido” – ha introdotto Luca Dondi, Amministratore Delegato Nomisma.
Lo scenario di riferimento del mercato delle carte di pagamento, di Roberta Gabrielli
Lo scenario di riferimento del mercato delle carte di pagamento e del loro livello di rischio è il tema analizzato dall’intervento di Roberta Gabrielli, senior project manager Nomisma.
“Il 2021 è stato un anno di ripresa dopo le dinamiche che avevano caratterizzato il 2020, portando a ripercussioni positive nel mondo delle carte. Lo leggiamo dalla crescita del PIL, +5,4% in area Euro e addirittura +6,6% in Italia rispetto al 2020, e dal clima di fiducia che si rialza dopo il picco negativo registrato nell’anno della pandemia. Ma dobbiamo fare attenzione al 2022: se da un lato la ripresa dell’economia mondiale ha trainato i prezzi delle materie prime, dell’energia e dei beni finali, dall’altro ha spinto l’inflazione delle principali economie, già dalla seconda parte del 2021, oltre il livello target del 2%”. – ha introdotto Roberta Gabrielli.
In questo contesto, l’Osservatorio Carte di Credito e Digital Payments ha innanzitutto censito il numero di utenti di internet banking che hanno raggiunto la quota di 61,5 milioni. “Con questo risultato, si avvalora l’ipotesi di un’accettazione condivisa di quelli che sono i principali benefici di questa condizione: risparmio di tempo e di denaro, nella logica di poter svolgere le operazioni in comodità senza dover recarsi in filiale. Nel 2021, la ripresa post pandemia ha contribuito ad accelerare lo sviluppo e l’utilizzo dei sistemi contactless e mobile. Il numero di pagamenti effettuati con strumenti diversi dal contante, a livello nazionale, è cresciuto del 24%. Positivo anche l’incremento dei volumi, che si cristallizza sul +12%”.
Le carte di pagamento in Italia
Guardando allo sviluppo delle carte di pagamento in Italia, si osserva un trend positivo per quanto riguarda il numero di quelle in circolazione, eccezion fatta per le carte di credito, che confermano la lieve flessione già registrata nel 2020. “Nel 2021 cresce il numero delle carte complessivamente presenti sul mercato, aumentano i volumi transati nonché il numero di operazioni: questo ha portato a una diminuzione dell’importo medio per operazione. Un dato che ci fa capire che l’utilizzo di strumenti di pagamento diversi dal contante sta diventando strutturale nel nostro Paese, i consumatori utilizzano sempre di più le carte anche per i piccoli pagamenti”.
L’analisi di dettaglio sulle carte di pagamento (nel confronto tra 2021 e 2020) vede una crescita a doppia cifra per tutte le tipologie:
- +53,5% per le carte di debito su POS;
- +18,2% per le carte di credito;
- +34,7% per le prepagate.
“Se approfondiamo quello che accade per le carte di debito, ci troviamo davanti a una crescita “esplosiva”, sia in termini di numero di operazioni, che di volumi, che sfiorano i 184 miliardi di euro”. In merito, invece, all’importo medio di ogni singola transazione, e al numero medio di operazioni annue, vediamo un ribaltamento di posizione rispetto al 2020, quando il primo era maggiore del secondo. “Un elemento che detta un cambio di passo del comportamento del consumatore”.
Entrando nello specifico delle carte di credito in circolazione – che ammontano a circa 15,2 milioni – l’Osservatorio ha registrato una ripresa dei volumi, che si attesta nell’ordine di 84.6 miliardi di euro, in ripresa rispetto all’anno precedente, ma non ancora ai livelli del 2019. Una situazione differente, invece, caratterizza il numero delle transazioni, che superano abbondantemente il 2020, penalizzato dalle chiusure, ma anche quelle del 2019, dando supporto a questo cambiamento strutturale che si sta verificando nel Paese in relazione all’uso delle carte.
Il valore medio delle transazioni effettuate con carta di credito diminuisce leggermente (62 euro a operazione), seguendo un percorso di progressivo calo nel corso degli anni osservati che ha ridotto gli importi medi del 19.5% rispetto ai 77 euro del 2017.
L’ultima analisi di dettaglio delle tre tipologie di carte utilizzate dai consumatori riguarda le prepagate. “Il trend di lungo periodo, dal 2010 al 2021, vede una crescita importante, sia del numero di operazioni che per valore complessivo delle transazioni, che raggiunge i 54 miliardi di euro. Si conferma dunque una predilezione per la carta prepagata, grazie allo sviluppo del commercio online: se guardiamo infatti il numero di transazioni medie per carta, vediamo numeri quintuplicati in un decennio”.
Lo studio si è infine soffermato sull’evoluzione delle carte per sollecitare una riflessione sul tema del rischio. “A maggio 2022 il rischio delle carte con utilizzo a saldo è rimasto su posizioni contenute, mentre si intravedono segnali di una potenziale inversione di tendenza per quanto riguarda le carte con utilizzo rateale. Un valore che attualmente ancora non preoccupa perchè rimane distante dai numeri che si erano raggiunti nel periodo di crisi del debito sovrano”.
L’intervento di Roberta Gabrielli si è concluso con due ultime considerazioni, la prima sul ruolo del contante. “Nel 2021 l’approvvigionamento complessivo è aumentato dell’1,8%, una ripresa modesta dopo il -20% del 2020. Dato questo che ci fa capire come gli italiani si stiano progressivamente allontanando dal contante, per quanto lo utilizzino ancora, in favore di altre soluzioni di pagamento più rapide e comode. Si riduce in tal senso anche l’importo medio prelevato sul totale delle operazioni”.
L’ultima riflessione è stata dedicata al tema del Buy Now Pay Later (BNPL) e al confronto con gli small ticket. “Lo studio, mettendo a confronto questi due cluster, ha voluto avviare una riflessione sulla diffusione e sulla rischiosità. A partire dal 2020 si è assistito a una rapida evoluzione del BNPL, complice la pandemia, che ha favorito l’eCommerce e reso più digital le abitudini dei consumatori, i quali hanno riconosciuto i benefici di questo strumento finanziario: un ticket contenuto, la facilità di utilizzo e la velocità di accesso. Da un confronto è emerso che pur rimanendo tendenzialmente un fenomeno a basso rischio, si è registrata una rischiosità maggiore dei primi, i Buy Now Pay Later, rispetto agli small ticket” – ha concluso Roberta Gabrielli.
Le carte con funzione rateale: diffusione, trend, BNLP e altri strumenti finanziari innovativi, di Kirsten Van Toorenburg
Il secondo intervento, curato da Kirsten Van Toorenburg, Responsabile studi, statistiche e formazione ASSOFIN, ha esaminato l’ambito della rateizzazione in riferimento alle carte di credito. “Osservando l’atteggiamento dal lato dell’offerta, è evidente l’aumento delle carte di credito in circolazione. Sono sempre di più quelle che prevedono una flessibilità in termini di rimborso della spesa effettuata, tanto che oggi la metà delle carte di credito attive in circolazione è abilitata al rimborso, a saldo o a rate. Si tratta di un aumento ascrivibile in larga misura alla funzione di instalment, ovvero di finanziamento collegato a un piano di rimborso rateale, diffuso fra le carte charge, di origine bancaria”.
I flussi complessivamente movimentati dalle carte opzione/rateali sono prevalentemente rimborsati a saldo (82%). Solo il 18% fa riferimento a rateizzazioni. I flussi rimborsati ratealmente con le carte opzione riguardano il 12% del totale e sono a loro volta ripartiti tra utilizzi via linea di credito e operazioni di instalment. Il restante 6% è relativo al valore delle transazioni con carte rateali “pure”, spesso legate alla rateizzazione del premio assicurativo.
“Assistiamo però nel 2021 a una flessione del ricorso alla rateizzazione, sia per le carte di origine charge, sia per le carte di origine rateale. Un fenomeno non tanto legato alla riduzione dell’importo medio speso, quanto a un uso meno intenso della carta a fini rateali. Diversamente, c’è un importante incremento nell’utilizzo charge” – ha osservato Kirsten Van Toorenburg.
Dopo due anni di calo consecutivo, si registra nei primi sei mesi del 2022 una ripresa del ricorso alla rateizzazione, anche grazie alla spinta della funzione instalment. “Osservando questo trend più recente, pare emergano tutti i presupposti per una coesistenza delle diverse soluzioni di finanziamento o pagamento dilazionato a disposizione del consumatore”.
Aumenta inoltre il trend di maggiore utilizzo online delle carte di credito con funzione rateale, a prescindere dal tipo di rimborso. “Questo ha avuto un effetto molto positivo sull’evoluzione dell’utilizzo delle carte di credito ed è facile intuire come l’aumento dei flussi e del numero di transazioni online sia attribuibile alla maggiore diffusione dell’e-commerce, ormai in costante crescita. Ed è proprio l’espansione dell’eCommerce che ha fatto incrementare l’offerta e l’utilizzo di soluzioni innovative per la rateizzazione degli acquisti di beni e servizi”.
Analogamente, si assiste in Italia a una rapida diffusione di BNPL e pagamenti dilazionati, offerti dagli operatori del credito al consumo, strumenti che offrono vantaggi per i clienti (costo zero, procedura di accesso facile) e opportunità per i retailer (incremento del fatturato, maggiore fidelizzazione, canale di marketing e advertising).
“In conclusione, le prospettive di mercato delle carte di credito risentiranno certamente dell’inflazione, che impatterà sulle famiglie italiane, e sulle conseguenti scelte di consumo. Ma non va trascurato il tema dell’evoluzione normativa, considerato che nel 2025 sarà recepita dai singoli stati la Direttiva Comunitaria sul Credito ai Consumatori (CCD), una misura che prospetta l’inclusione dei pagamenti dilazionati nel perimetro del credito al consumo, a favore della sostenibilità e della tutela dei consumatori e degli stessi operatori” – ha concluso Kirsten Van Toorenburg.
Evoluzione e potenzialità dei pagamenti digitali tra i consumatori, di Stefania Conti
Il terzo e ultimo scorcio dell’analisi del rapporto, commentato da Stefania Conti, Business Development Director – Financial Services IPSOS, ha approfondito il ruolo dei consumatori, in termini di comportamenti e orientamenti verso i pagamenti.
“L’analisi della domanda evidenzia un incremento della frequenza d’uso e anche degli heavy user dei pagamenti digitali rispetto al 2021, sia per la carta di credito, sia soprattutto per la carta di debito. Si registra anche la progressiva contrazione di chi ha una ‘soglia psicologica’ di spesa all’uso della carta di credito per gli acquisti, trasversalmente alle generazioni”.
Gli heavy user della funzionalità contactless della carta di credito sono in continuo aumento e il 77% dei titolari ha pagato con questa modalità più di due volte al mese, rispetto al 70% di inizio 2021.
Anche l’utilizzo della carta di debito registra significative crescite: la media sale a 4.6 volte il mese rispetto al 4.2 del 2021, dovuta al forte aumento degli heavy user (oltre 4 volte al mese), che salgono al 48% rispetto al 40% del 2021 (tasso di crescita del +20%). La spesa media mensile dichiarata rimane elevata e superiore a 400 euro.
Il maggior ricorso ai pagamenti con carte di credito anche per modeste spese è stato facilitato, oltre che dalle iniziative di Cashback di Stato, anche dalla funzionalità contactless. Chi utilizza la funzionalità oltre 4 volte al mese è in continuo aumento e il 77% dei titolari carte contactless ha utilizzato questa modalità di pagamento più di due volte al mese, rispetto al 70% di inizio 2021.
Numeri che confermano un bisogno emergente degli italiani e allo stesso tempo un’opportunità per gli operatori del mercato dell’offerta. “Bisogno di sicurezza e affidabilità, innanzitutto: la sicurezza dei pagamenti digitali, infatti, è la caratteristica meno percepita dei pagamenti digitali rispetto alla comodità, alla velocità e alla semplicità. Nel 2022 è raddoppiato rispetto all’anno precedente l’abbandono della carta per le esperienze di frodi e clonazioni, di conseguenza la serietà/affidabilità del brand ha guadagnato 7 punti percentuali come driver di scelta della carta”.
Una criticità che coinvolge soprattutto la Generazione X e i senior, ovvero quei segmenti della popolazione che non sono ancora a saturazione in termini di utilizzo dei pagamenti digitali e che quindi devono essere rassicurati.
Nei primi sei mesi del 2022 si conferma la ripresa dell’utilizzo delle carte, che torna ai valori pre pandemia, sia della funzione charge sia rateale. Quest’ultima opzione ha più appeal tra la Gen Z/Millennials, per i quali è il secondo driver di scelta della carta dopo il costo. “Anche l’importo medio rateizzato nel corso dell’anno è in aumento: questo ci dice che la carta, oggi, è incentrata sui bisogni del titolare”.
Si conferma pertanto un generale affrancamento dal contante. “I cosiddetti cash lover sono in forte riduzione con un calo che sfiora il 30% rispetto al 2020, facilitato anche dalla percezione di una maggiore apertura verso i pagamenti digitali da parte dei merchant. Cala la quota di chi dichiara di avere una soglia psicologica all’uso della carta per i pagamenti e questo riguarda tutte le generazioni, con una diminuzione evidente proprio nel passaggio dal 2021 al 2022”.
Per quanto concerne, infine, il BNLP, vediamo una conoscenza in rapida crescita, specialmente tra i Baby Boomer, chi fa eCommerce e la Gen Z + i Millennial. In particolare, gli user degli strumenti Buy Now Pay Later per eCommerce tra i decisori giovani che li conoscono sono più che raddoppiati nei primi sei mesi del 2022. Il BNPL evidenzia nelle dichiarazioni dei consumatori raccolte all’interno del rapporto elevate potenzialità di crescita del bacino di user e questo potrebbe avere ricadute positive sulla propensione all’acquisto e sull’incremento dei volumi di spesa futuri” – ha concluso Stefania Conti.
Buy Now Pay Later e soluzioni per la dilazione dei pagamenti
I dati e i temi sollevati dall’Osservatorio sono stati oggetto della tavola rotonda, moderata da Sergio Luciano, direttore di Economy, che ha caratterizzato la seconda parte dei lavori, con gli interventi di Federica Ronchi (Clearplay), Luca Giacoma-Caire (Cofids) e Claudio Dealbera (Sella Personal Credit), dei quali riportiamo le principali riflessioni sul tema del Buy Now Pay Later e le altre forme innovative di dilazione di pagamento.
“Soluzioni di pagamento per consumatori responsabili”, Federica Ronchi, Clearpay
“I Millennials, la Gen Z e in generale le nuove generazioni sono una parte preponderante della nostra customer base, pari a circa il 77% della nostra utenza. Quindi per noi è fondamentale che le nuove soluzioni di pagamento aiutino i consumatori ad essere più responsabili. In questo senso, il supporto fornito da Clearpay permette all’utente di pagare il prodotto che intende acquistare in tre rate: la prima subito, la seconda ogni 30 giorni, la successiva ogni 60 giorni. Si tratta di una rateizzazione proposta per importi non elevati e questo è fondamentale sia per l’acquirente, che si abitua a utilizzare le formule BNPL senza esporsi in maniera significativa, sia per noi, perché in questo modo possiamo conoscere il comportamento dell’utente. Non entriamo nel suo merito creditizio perché di fatto riteniamo che acquisire informazioni su finanziamenti aperti o mutui accesi non ci permette comunque di prevedere il comportamento futuro di pagamento su ticket di 100 o 200 euro. Qualora l’utente non sia puntuale, non può più utilizzare l’account Clearpay. Ma è un’ipotesi marginale, l’elemento psicologico, il timore di perdere l’account gioca a nostro favore: più del 95% dei nostri utenti paga le rate puntualmente” – ha spiegato Federica Ronchi, Country Manager Italia di Clearpay, Gruppo Block Inc.
“Creare una relazione con il cliente”, Luca Giacoma-Caire, Cofidis
“Le nostre soluzioni ci differenziano molto dal Buy Now Pay Later proposto dagli altri operatori del mercato. PagoDIL, ad esempio, esiste da dieci anni e non rincorre un trend dell’ultimo periodo. Una soluzione che nasce sul mondo fisico e viene poi trasportata online, un prodotto che riesce a coprire più di dieci rate e importi anche elevati. Il posizionamento che vogliamo dare crea una relazione con il cliente, perché insieme a PagoDIL offriamo anche soluzioni di credito e assicurative durante tutto il percorso di vita del rapporto. Dal punto di vista del rischio, noi offriamo questa opportunità a seguito di un assessment completo del cliente interrogando le banche dati, il nostro algoritmo proprietario e diversi data point che ci permettono di evitare l’eccessivo indebitamento o la possibilità di fare un acquisto senza essere in grado di pagarlo in tempo” – ha dichiarato Luca Giacoma-Caire, Direttore Marketing e Clienti, Cofidis.
“Servire i clienti in modo sostenibile”, Claudio Dealbera, Sella Personal Credit
“La sostenibilità del modello BNPL è molto importante, la prima conclusione che possiamo trarre dai temi sollevati oggi è che non siamo di fronte a un unico modello di But Now Pay Later, ma esiste una pluralità di soluzioni. Il punto chiave per noi operatori è capire quale sia l’ipotesi di business: per Sella Personal Credit, che 4 anni fa ha presentato il brand APPago, la soluzione è quella di servire i propri clienti in modo sostenibile. Un obiettivo che si può raggiungere attraverso varie strade: la prima è quella di creare un prodotto che non rinuncia alle necessità di margine dell’azienda e che, contestualmente, permette al cliente di potersi misurare per ottenere soluzioni di pagamento sostenibili, perché il costo del credito è certamente la parte principale di un BNPL. La seconda strada è quella di aggiustare il tiro rispetto al cluster dei clienti, andando a ricercare quei target che hanno compreso che il Buy Now Pay Later non è solo uno strumento di pagamento, ma è innanzitutto per il cliente merchant uno strumento di marketing e di ampliamento della propria customer base, per il cliente finale è una soluzione di abilitazione ad acquisti che diversamente sarebbe complicato concludere, per il finanziatore diventa un volano per generare valore” – ha illustrato Claudio Dealbera, Condirettore generale, Sella Personal Credit.
L’Osservatorio Carte di Credito e Digital Payments
L’Osservatorio sulle Carte di Credito e Digital Payments nasce dalla collaborazione tra Assofin, Nomisma, CRIF e Ipsos con l’obiettivo di fornire una visione integrata del mercato degli strumenti di pagamento, mettendo a disposizione informazioni, dati e trend evolutivi relativi sia al mondo dell’offerta che a quello della domanda.
L’evento, a cui fa seguito la pubblicazione annuale di riferimento per i player del settore, offre una lettura originale delle attuali dinamiche di mercato.Per informazioni: osservatori@nomisma.it