La progettazione urbanistica oggi non può prescindere dai nuovi fattori che determinano i bisogni della collettività e deve, allo stesso tempo, considerare altri aspetti essenziali come la sostenibilità degli interventi, il cambiamento climatico, la necessità di ridurre il consumo di suolo e, non ultimo, la qualità della vita dei propri cittadini.
Per questo i Comuni, all’interno di un quadro normativo che va delineandosi in questi ultimi anni, devono dotarsi di strumenti adeguati per definire le scelte strategiche di assetto e sviluppo e ripensare città, paesi e territori, al fine di generare valore sociale, economico e ambientale.
Nomisma, grazie alle competenze maturate in ambito economico, immobiliare e ambientale, è il partner ideale per affiancare e sostenere le Amministrazioni Pubbliche nella definizione dei processi di innovazione e semplificazione urbanistica, soprattutto alla luce della nuova legge regionale in materia (L. R. 24/2017), che ha sollecitato i Comuni a dotarsi del nuovo strumento di piano (PUG) entro il 2022. Ne abbiamo parlato con Marco Marcatili, Responsabile Sviluppo Nomisma.
Come è cambiato il quadro normativo di riferimento in materia di urbanistica? Perché oggi i Comuni sono sollecitati a dotarsi di un Piano Urbanistico Generale?
Oggi lo scenario urbanistico è profondamente mutato e il quadro normativo di riferimento va in questa direzione. Sono cambiati i tempi, la visione del territorio come bene comune, i bisogni della collettività: in una metafora, è cambiato il campo di gioco e dobbiamo adeguarci. Che senso ha con queste premesse utilizzare gli stessi strumenti di 30 anni fa, quando la direzione univoca era quella di espandersi, costruire, cementificare, aumentare le aree produttive e industriali consumando suolo, se oggi dobbiamo rigenerare, recuperare, riqualificare?
Per questo adesso servono strumenti flessibili e innovativi; è impensabile immaginare di procedere come si faceva in passato, con una pianificazione territoriale congelata di lungo periodo. Oggi, invece, vanno predisposti “contenitori” funzionali, che andranno riempiti di volta in volta con progetti concreti, sostenibili e che rispondano alle nuove esigenze della comunità.
Quali sono le criticità a cui vanno incontro i Comuni in questo determinante processo di innovazione e semplificazione urbanistica?
La prima criticità riguarda l’idea stessa del PUG, che deve essere letto innanzitutto come una svolta nel modo di pensare, di ri-progettare strategicamente il territorio, mettendo in primo piano la qualità sociale. Si tratta di un processo graduale e complesso, ma fattibile. Il piano urbanistico va concepito non più come un insieme di muri, di rotonde e di strade, ma come un orientamento che coinvolge tutti gli aspetti della comunità. Ogni Comune deve chiedersi chi e cosa vuole diventare da grande e per rispondere correttamente ha bisogno di agire all’interno di un processo integrato e coerente, profondamente diverso rispetto al passato, che tenga insieme e bilanci tutti i fattori in gioco, dal rispetto per l’ambiente alla qualità della vita dei cittadini, dalla sostenibilità degli interventi alla capacità attrattiva di un territorio.
La seconda criticità ha a che fare con le tempistiche. Molti Comuni partono con il PUG poi si arenano strada facendo, rallentano davanti alle difficoltà tecniche procedurali e alla complessità degli scenari coinvolti, perdendo una preziosa opportunità di sviluppo e l’occasione per una riprogettazione strategica e sostenibile di città e territori.
La terza difficoltà coinvolge le comunità interessate. Le istituzioni locali non erano più abituate ad ascoltare i cittadini in materia urbanistica, ma oggi è doveroso farlo. Le domande sono molteplici e non vanno eluse: come sta cambiando la vita quotidiana nei paesi? Di quali servizi hanno bisogno oggi gli abitanti? Sono emersi nuovi bisogni negli ultimi anni, anche alla luce della pandemia: è mutato ad esempio il modo di fare la spesa, di spostarsi per lavoro, di accedere ai servizi essenziali, di vivere il verde pubblico. L’orientamento per ripensare le nostre città non può ignorarlo.
Conciliare il PUG con le tempistiche procedurali, i tecnicismi, le competenze richieste e le necessità delle persone è delicato e complicato… Ma Nomisma è il partner giusto per avviare e gestire tali processi. Questo perché il PUG da materia squisitamente urbanistica è diventato materia sociale, oggetto di rapide e profonde evoluzioni legate a nuovi bisogni e inediti modelli di città, e coinvolge tutti gli ambiti della vita di una comunità.
I tecnici, i geometri e gli architetti servono, ma non bastano più. Occorre una conoscenza più profonda delle evoluzioni socio – economiche di profilo alto (nazionale) da riadattare al territorio, pur mantenendo e valorizzando le specificità del luogo e della comunità, attraverso l’ascolto e la partecipazione di tutti gli stakeholder; il tutto sorretto da un quadro conoscitivo-diagnostico del contesto accurato, confortato da dati precisi e informazioni puntuali.
Che tipo di supporto può offrire Nomisma e in quale fase?
Per redigere un PUG i Comuni devono istituire un Ufficio di Piano, munito di competenze specifiche in materia urbanistica, procedurale, socio-economica ed ambientale, solo per citare quelle indispensabili. Nomisma ha questi requisiti, pertanto può affiancare il soggetto pubblico in tutte le fasi, dalla consulenza settoriale per la stesura di singole parti all’accompagnamento durante tutto l’iter procedurale di assunzione, adozione e approvazione del PUG, fino alla redazione del PUG “chiavi in mano”. Non solo. Ai Comuni e alle Unioni mettiamo a disposizione dati e conoscenze raccolte nelle nostre banche dati proprietarie o attraverso indagini ad hoc. Un data setting attuale e prospettico dunque, che considera l’evoluzione della comunità, le opportunità e gli indirizzi, ma anche le perplessità, le problematiche e fornisce alle amministrazioni tutti gli elementi necessari per costruire lo scenario di piano.
Quali sono i vantaggi di rivolgersi a Nomisma per redigere il PUG?
Innanzitutto, la disponibilità dei dati e la conoscenza dei bisogni della collettività basata sulle indagini condotte sul campo, attraverso percorsi di ascolto e partecipativi snelli ed efficaci, e non sul “sentito dire”. In secondo luogo, da un punto di vista tecnico-procedurale, contenere le tempistiche orientandosi verso il risultato, coordinare le diverse competenze coinvolte e produrre i documenti che la normativa richiede.
In terzo luogo, in assenza di aree di piano definite e di conseguenti entrate certe per i Comuni collegate al meccanismo degli oneri di urbanizzazione, appare ancora di più fondamentale valutare e gestire efficacemente gli accordi operativi dei nuovi interventi, attraverso valutazioni economiche – finanziarie, capaci di tradurre in adeguate entrate economiche, i benefici e le criticità (servizi ecosistemici) generate dagli stessi interventi.
Nomisma parla la lingua di tutti i soggetti coinvolti, non solo l’urbanistica, e questo consente una visione d’insieme più ampia, che una volta acquisita consentirà al Comune politiche e interventi più adeguati per le comunità.
In che modo Nomisma può offrire un quadro conoscitivo più attento alle esigenze territoriali del singolo Comune?
Rispetto al quadro conoscitivo classico che costruisce una “forografia” del territorio attraverso l’analisi e l’organizzazione delle principali informazioni territoriali -ambientali, Nomisma riesce a fornire una visione dinamica e di potenziale sviluppo fondamentale per definire le strategie di sviluppo.
Per questo mette a disposizione la banche dati proprietarie ricche di informazioni in materia immobiliare, turistica e di attrattiva del territorio, come Italy2Invest, ed elabora nuove informazioni su imprese, cittadini, vulnerabilità, sicurezza, verde pubblico, servizi richiesti e così via attraverso indagini conoscitive ad hoc, interviste, focus. A questi strumenti affianca generalmente un processo di ascolto rivolto principalmente ai “corpi intermedi” in modo da consolidare le analisi e costruire una visione condivisa dello sviluppo futuro della città.
Negli ultimi mesi avete affiancato diversi Comuni, di grandi e piccole dimensioni, nella redazione dei PUG: quali sono le principali differenze che avete riscontrato?
Iniziamo col dire che Nomisma, durante tutto il processo per lo sviluppo del PUG, valuta l’impatto sulla collettività e gli effetti sociali positivi o negativi che una proposta urbanistica può avere, prima di approdare all’Accordo Operativo.
Si tratta di un fondamentale strumento ex ante che consente agli amministratori di conoscere in anticipo come quella decisione impatterà sul territorio e sulla comunità sotto ogni punto di vista e valutare, dunque, l’opportunità di aggiornare una strategia, rivedere un indirizzo, ripensare o annullare un intervento. Nel dettaglio degli Enti coinvolti, i grandi Comuni solitamente sono strutturati e organizzati, per cui delegano a Nomisma un servizio specifico, spesso con sviluppi complementari ai quadri conoscitivi classici (italy2invest), come può essere il quadro diagnostico del Piano Territoriale Metropolitano (PTM).
I Comuni di medie dimensioni si affidano a Nomisma per tutto il processo, quindi ricorrono alla formula “chiavi in mano”, mentre le Unioni scontano ancora alcune criticità, legate alla difficoltà dei singoli Comuni di ripensarsi come parte di un territorio più vasto e omogeneo e non più come singole realtà. Qui Nomisma interviene all’interno dell’Ufficio di Piano con alcune competenze mirate, come può essere la materia economico-finanziaria.
Per i piccoli Comuni, infine, la proposta di Nomisma si inserisce nell’azione di supporto economico svolto dalla Regione Emilia – Romagna a favore della redazione dei PUG. La Regione, infatti, può finanziare il “chiavi in mano” e questo, per il piccolo Comune, già alle prese con numerose attività urgenti concentrate nelle mani di poche risorse umane, è un forte incentivo per avvalersi di un qualificato soggetto esterno per la redazione del Piano Urbanistico Generale.
I Comuni interessati, come possono mettersi in contatto con Nomisma?
Tutti i soggetti interessati a conoscere la proposta di valore di Nomisma possono scrivere a info@nomisma.it