Osservatorio SANA 2023: numeri e riflessioni sul mercato interno e sul consumatore bio

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Continua la crescita del biologico italiano. Lo confermano i dati su superfici agricole, operatori, export nonché le performance del mercato interno, grazie al traino dei consumi fuori casa (ristorazione commerciale e collettiva segnano un +18% rispetto al 2022), ma anche in virtù di una ripresa a valore dei consumi domestici (+7% anno terminante luglio 2023 rispetto all’anno precedente).

Sono questi alcune delle evidenze che Nomisma ha presentato in occasione della prima giornata di Rivoluzione Bio 2023, gli stati generali del biologico organizzati in collaborazione con FederBio e AssoBio nel quadro del progetto BEING ORGANIC IN EU.

In occasione della presentazione dell’Osservatorio SANA, promosso da BolognaFiere in collaborazione con FederBio,AssoBio, Sinab, Ismea e ICE Agenzia, Nomisma ha illustrato le ultime stime sul mercato interno e i risultati di una survey sul consumatore italiano.

All’incontro hanno partecipato: Gianpiero Calzolari Presidente BolognaFiere, Alessio MAMMI, Assessore all’Agricoltura, Agroalimentare, Caccia e Pesca Regione Emilia Romagna; Enzo Angeloni, Direttore Generale per la promozione del sistema Paese del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale; Chiara Paduano, Giornalista RAI News 24; Pietro Gasparri, Ufficio Agricoltura biologica e Sistemi di qualità alimentare nazionale e affari generali del Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste; Silvia Zucconi, Chief Operating Officer Nomisma; Riccardo Meo, Ufficio Produzioni Certificate e Ambiente, Direzione “Servizi per lo sviluppo rurale” ISMEA; Luigi D’Eramo, Sottosegretario Politiche Agricole con delega al biologico; Cristiano Fini, Presidente CIA-Agricoltori Italiani; Nicoletta Maffini, Presidente AssoBio; Maria Grazia Mammuccini, Presidente FederBio; Ettore Prandini, Presidente Coldiretti e Livio Proietti, Commissario Straordinario ISMEA. 

In questo articolo entreremo nel dettaglio dell’intervento di Silvia Zucconi, dedicato al mercato bio in Italia e al ruolo del consumatore

Le dimensioni del biologico in Italia

L’Italia, con oltre 2,3 milioni di ettari e la più alta percentuale di superficie bio sul totale (19% contro una media europea ferma al 12%), è ormai vicina all’obiettivo previsto dalla Strategia Farm to Fork per il 2030, cioè il 25% di superfici dedicate alle coltivazioni biologiche. 

Nel 2022 le vendite alimentari bio nel mercato interno (consumi domestici e fuori casa) hanno superato i 5 miliardi di euro. “A trainare la crescita del mercato anche per quest’anno sono i consumi fuori casa che sfiorano 1,3 miliardi di euro, in crescita  rispetto al 2022, legata al balzo in avanti dei prezzi più che all’aumentare delle occasioni di consumo. Fondamentale però è la ripresa dei consumi domestici che, dopo la leggera flessione del 2022, registrano una variazione del +7%. Anche in questo caso la crescita è da collegare soprattutto alla spinta inflazionistica dell’ultimo anno, confermata dal calo dei volumi in Grande Distribuzione” – ha spiegato Silvia Zucconi, Chief Operating Officer Nomisma.

La Distribuzione Moderna rimane il primo canale per gli acquisti di biologico e pesa per il 58% sul totale delle vendite legate ai consumi domestici. Nel 2023 le vendite di biologico nel canale hanno superato i 2 miliardi di euro, in ulteriore crescita  rispetto al 2022). (fonte: Nielsen IQ – dati Anno terminante luglio 2023 perimetro omnichannel)

Iper e supermercati sono i canali che, all’interno della Distribuzione Moderna, veicolano la maggior parte delle vendite bio: hanno infatti superato 1,5 miliardi di euro a luglio 2023 (perimetro: prodotto confezionato a peso imposto – periodo: Anno Terminante luglio 2023; Fonte: NielsenIQ). Seguono per valori delle vendite i Discount e i Liberi Servizi.

Le preferenze dei consumatori: chi acquista sceglie in base all’origine

I risultati della consumer survey Nomisma, sviluppata su un campione rappresentativo di responsabili degli acquisti alimentari italiani, hanno mostrato come la consumer base di prodotti bio sia rimasta costante rispetto allo scorso anno: l’89% della popolazione di età compresa tra i 18 e i 65 anni ha acquistato consapevolmente almeno un prodotto alimentare bio nell’ultimo anno.

Chi compra bio sceglie principalmente in base all’origine, con preferenza verso prodotti bio 100% italiani,  per quelli di origine locale/km 0 e quelli a marchio DOP/IGP.
Anche la marca gioca da sempre un ruolo fondamentale nella scelta dei prodotti bio da mettere nel carrello, con orientamento verso la marca industriale e per quella del supermercato.

Bio e sostenibilità: il collegamento è sempre più stretto, ma attenzione al greenwashing 

Ma perché il consumatore acquista prodotti bio? Innanzitutto perché li ritiene più sicuri per la salute rispetto a un prodotto convenzionale, ma anche perché sono sostenibili: quasi 1/4 degli intervistati li considera più rispettosi dell’ambiente; il 10% del benessere animale e un ulteriore 10% fa riferimento alla sostenibilità sociale e intende aiutare i piccoli produttori.   

Il framework delle scelte di consumo conferma l’interesse nei confronti della sostenibilità per i prodotti agroalimentari: il consumatore da un lato è preoccupato per l’emergenza ambientale e i cambiamenti climatici, dall’altro valuta la sostenibilità di un prodotto attraverso la provenienza, ricercando prodotti italiani e locali o le caratteristiche del packaging

A questi fattori si affiancano anche valutazioni collegate alla presenza di certificazioni bio/equo solidali che consentono l’identificazione della sostenibilità di un prodotto” – ha osservato Silvia Zucconi.
A questo proposito, Nomisma rileva che una quota significativa degli acquirenti risulta confuso dalla presenza di molti green claim in etichetta, che non permettono di decifrare l’effettivo profilo di sostenibilità di un prodotto alimentare. “Sono tutti dati a conferma dell’importanza della proposta Direttiva Green Claims della Commissione Europea volta a combattere le pratiche di greenwashing e a regolare in modo chiaro tutte le auto dichiarazioni volontarie riguardanti gli impatti, gli aspetti o le prestazioni ambientali di un prodotto. Alle aziende si chiede di fornire prove scientifiche sulla veridicità delle dichiarazioni green, prendendo in esame l’intero ciclo di vita del prodotto”.

Offerta, comunicazione e “away from home” sono le leve per mantenere il posizionamento del bio sul mercato interno 

Se si analizza il livello di soddisfazione per l’offerta di prodotti bio, emergono aree di miglioramento soprattutto per quanto riguarda la categoria dei prodotti BIO gourmet / premium (linee di prodotti di alta qualità con prezzi più alti), quella dei prodotti BIO pronti da mangiare /ready to eat e, in generale, la presenza di offerte/promozioni. 

Migliorabile è considerata anche l’offerta nel canale fuori casa: ad oggi circa 7 italiani su 10 hanno consumato pasti con alimenti/bevande biologiche o ingredienti biologici fuori casa, ma più della metà delle famiglie vorrebbe trovare più piatti/ricette bio nelle mense ospedaliere, aziendali e scolastiche, ma anche bar e ristoranti.

La promozione di efficaci azioni di informazione verso i consumatori con l’obiettivo di rafforzare conoscenze e consapevolezza sui valori del biologico e sulle garanzie sottostanti la certificazione è un aspetto determinante per l’affermazione ulteriore del settore. Così come il consolidamento del posizionamento distintivo del bio come modello agricolo in grado di rafforzare la transizione ecologica e contrastare il progressivo cambiamento climatico. 

Ben 9 consumatori su 10 non hanno sufficienti informazioni o vorrebbero saperne di più riguardo le innovazioni e le tecnologie impiegate nel bio, sui controlli a cui sono sottoposti i prodotti biologici e sul contributo del metodo biologico alla sostenibilità. Gli italiani mostrano di avere le idee molto chiare sulle indicazioni che vorrebbero ricevere, in particolare relativamente alla distintività del biologico rispetto al convenzionale, ai benefici apportati dal bio a dieta e salute e alla tracciabilità dei prodotti bio” – ha illustrato Silvia Zucconi.

Un ulteriore punto fermo per mantenere il posizionamento del bio sul mercato interno ed estero è rappresentato dalla garanzia della provenienza italiana delle materie prime. Per la maggioranza degli italiani è importante trovare prodotti alimentari biologici realizzati con materie prime 100% Made in Italy, ma vorrebbe anche che i prodotti BIO avessero un logo che certifichi la provenienza italiana degli ingredienti. “L’interesse del consumatore per il biologico è confermato, ma l’attuale contesto economico, i consumi in forte revisione per lo scenario inflattivo e gli stili di vita e alimentari in continuo mutamento rappresentano fattori di condizionamento del mercato, dove la crescita a valore è confermata ma a fronte di un rallentamento dei volumi venduti. È dunque fondamentale promuovere efficaci azioni di informazione verso i consumatori.” – ha concluso Silvia Zucconi, Nomisma.

Gli Osservatori di Mercato di Nomisma

Gli Osservatori di Mercato di Nomisma sono una bussola preziosa per aziende ed enti, indispensabili per monitorare i principali settori dell’economia, decifrare i delicati scenari e individuare le opportune strategie di business. 

La stretta collaborazione di Nomisma con BolognaFiere e Osservatorio SANA, presentato a Rivoluzione Bio 2023, gli Stati Generali del biologico, rientra in questo perimetro di ricerca. 

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