Per il 68% degli intervistati il servizio di ristorazione rappresenta un elemento fondamentale per la salute e il benessere dei pazienti.
La ristorazione in ambito socio-sanitario gioca un ruolo attivo anche rispetto alla sostenibilità per ridurre la quota di cibo sprecato, oggi pari a circa il 30-35% del cibo distribuito.
Bologna, 9 aprile 2024 – Il servizio di ristorazione rappresenta un asset imprescindibile per promuovere la salute e il benessere dei pazienti giocando, oggi più che mai, un ruolo centrale nel settore ospedaliero e socio-sanitario.
Inoltre, è tra i fattori di cura e terapia per i pazienti: la sua qualità influenza in misura rilevante l’esperienza di pazienti e degenti ospitati presso le strutture.
Questa la principale evidenza che emerge dall’ultimo approfondimento realizzato da Nomisma per l’Osservatorio CIRFOOD DISTRICT nel quale viene proposto un quadro aggiornato valutando ruolo, caratteristiche e trend dei servizi di ristorazione attraverso una indagine condotta su circa 160 strutture italiane, pubbliche e private.
Dall’indagine emerge come per la maggior parte delle strutture intervistate, indistintamente se socio-sanitarie o ospedaliere, pubbliche o private, il ruolo del servizio di ristorazione nei piani terapeutici rappresenti un elemento fondamentale per la salute e il benessere dei pazienti: il 68% dei responsabili delle strutture lo definisce molto importante o centrale, con un picco di quasi l’80% tra le strutture pubbliche.
Il servizio di ristorazione è fondamentale per garantire ai pazienti un servizio di qualità a 360° (nel 65% dei casi vengono ritenuti elemento cruciale della qualità del servizio), per aumentare la soddisfazione complessiva dell’esperienza in struttura (60%) e per rendere più piacevole la permanenza del paziente (51%).
Per questo, strutture ospedaliere e socio-sanitarie stanno adeguando sempre più il sevizio alle esigenze del paziente: 3 strutture su 4 propongono menù tipici e tradizionali con l’obiettivo principale di migliorarne salute e benessere, anche psicofisico, dei pazienti – ampliando così le funzioni previste rispetto alla componente nutrizionistica.
La ristorazione in ambito socio-sanitario gioca un ruolo importante anche rispetto alla sostenibilità: secondo le rilevazioni del Ministero della Salute la quota di cibo sprecato è significativa, circa il 30-35% del cibo distribuito.
L’organizzazione dei pasti può diventare così componente attiva di un circolo virtuoso, sia facendo leva sulla organizzazione dei meccanismi di ordinazione che sulla semplificazione.
Oltre il 70% delle strutture organizza una dieta alimentare composta da almeno 4 pasti, con un 30% circa che ne offre 5. Queste percentuali aumentano ulteriormente se ci si focalizza esclusivamente sulle strutture socio-sanitarie, con quasi il 40% che propone 5 pasti giornalieri.
La ricerca Nomisma ha evidenziato, tuttavia, come il 45% delle strutture sia cosciente del problema e sia favorevole a valutare una semplificazione dei menù proposti per i ricoveri di corto degenza riducendone la personalizzazione. Un ulteriore elemento di semplificazione potrebbe riguardare invece il numero di dietetici, pur mantenendo uno standard qualitativo elevato (42% è propenso a rivedere in tal senso la proposta).
Risulta pertanto necessario adottare strategie più sostenibili in fase di definizione delle modalità di somministrazione di pasti e diete, senza perdere il focus su qualità e soddisfazione del paziente.
“Questo nuovo paradigma pone nuove sfide per il prossimo futuro del sistema sanitario italiano, con il Paese fanalino di coda tra le economie sviluppate in termini di spesa in sanità e offerta ospedaliera, e un contesto socio-demografico che vive un progressivo invecchiamento delle popolazione per effetto dell’incremento dell’aspettativa di vita e della riduzione del tasso di natalità.
Sarà dunque fondamentale per l’intero sistema saper rinnovare e investire per un servizio di ristorazione che contribuisca in misura concreta al benessere di pazienti e degenti, non trascurando la fascia di popolazione over 65, che negli anni a venire rappresenterà un segmento ancora più rilevante per strutture ospedaliere e socio-sanitarie” – ha commentato Mattia Barchetti, Head of Market Intelligence di Nomisma.