Nel piano Nazionale Energia e Clima (PNIEC 2024) una panoramica delle politiche e degli obiettivi dell’Italia

4 luglio 2024 – Grazie alla partnership strategica con FB & Associati  – la prima società di consulenza specializzata in public affairs, advocacy e lobbying – è stata prodotta un’analisi dettagliata del PNIEC 2024 dal quale emergono elementi di interesse per singolo settore.

Rinnovabili off-shore

Lo scenario di policy elaborato per il Piano prevede che al 2030 siano installati complessivamente circa 131 GW di impianti a fonti rinnovabili (di cui circa 80 GW fotovoltaici e circa 28 GW eolici), con un incremento di capacità di circa 74 GW rispetto al 2021 (di cui circa +57 GW da fotovoltaico e circa +17 GW da eolico). Tale capacità potrebbe svilupparsi per una parte significativa al centro-sud del Paese per via della maggiore producibilità eolica e solare, sempre nel rispetto del burden sharing regionale. Per raggiungere questi obiettivi si ritiene importante far ricorso alle diverse tecnologie rinnovabili disponibili, incluse quelle offshore (anche flottanti) al fine di sfruttare ulteriori aree ventose e soleggiate limitando il consumo di suolo e l’impatto paesaggistico.

Nello specifico, si attende un contributo in ambito offshore dall’eolico, per il quale la tecnologia prevalente dovrebbe essere quella “floating”, come testimoniato dall’elevato numero di richieste di autorizzazione in corso. Si supporterà la realizzazione di impianti fotovoltaici di tipo “floating”, sia su acque interne sia offshore, con il contemporaneo sviluppo di infrastrutture (in particolare portuali) in grado di abilitare la fase realizzativa e di assemblaggio degli impianti di produzione.

Dal Piano si evince che anche il solare fotovoltaico (FV) è destinato ad accrescere il proprio ruolo da protagonista assoluto nello sviluppo di un sistema elettrico decarbonizzato.

Gas naturale – GNL

Il PNIEC 2024 illustra in dettaglio il processo di diversificazione delle fonti di approvvigionamento del gas naturale seguito dall’Italia a seguito dello scoppio del conflitto Russo-Ucraino. In particolare, l’Italia ha sostituito l’import di gas russo e contemporaneamente aumentato le esportazioni di gas (+ 200% nel 2022), posizionandosi come hub energetico verso l’Europa.

Oltre allo sviluppo della rete nazionale dei gasdotti, sono stati realizzati due rigassificatori (Piombino e Ravenna), che garantiscono una capacità di rigassificazione incrementale di circa 10 miliardi di metri cubi anno. Fra le misure illustrate in dettaglio nel Piano:

  • il raddoppio del TAP;
  • la realizzazione del Progetto PCI, che collegherà Gela a Malta, la cui entrata in esercizio è prevista quest’anno;
  • progetti di deposti costieri di piccolo volume (SSLNG);
  • interventi di potenziamento delle interconnessioni esistenti, in coerenza con il piano di sviluppo di SNAM, volti ad aumentare la centralità del sistema italiano nel ruolo di collegamento tra le risorse del Mediterraneo e del cosiddetto Corridoio Sud e i mercati europei;
  • l’incremento della capacità di produzione nazionale sia di gas naturale che di biometano.

L’attuale ricerca di diversificazione delle fonti di approvvigionamento del gas può portare l’Italia a porsi come un hub nel Mediterraneo, divenendo un punto di immissione di gas e di suo convogliamento verso gli altri paesi europei, anche attraverso il rafforzamento di alcune infrastrutture transfrontaliere e interne (Linea Adriatica).

Prodotti petroliferi – raffinerie – biocarburanti

Nel percorso delineato dal Green Deal e dal Repower EU, il settore della raffinazione potrà contribuire fortemente alla transizione verso un’economia a minor contenuto di carbonio, potendo contare su un alto grado di specializzazione, su processi produttivi all’avanguardia e su un continuo forte impegno in termini di ricerca e sviluppo, finalizzato alla trasformazione dei processi produttivi per la produzione di combustibili sempre più climaticamente neutrali.

Al fine di valorizzare l’apporto del settore petrolifero rispetto alla sicurezza energetica del Paese sono state individuate alcune misure da implementare al 2030, tra cui quelle volte a favorire la riconversione delle raffinerie italiane in bioraffinerie, in coerenza con gli obiettivi comunitari sempre più ambiziosi e con l’aumento della domanda interna di biocarburanti avanzati utilizzati sia in miscela con i prodotti fossili e sia in purezza.

Tra le ulteriori azioni citate, sarà necessario favorire lo sviluppo e la realizzazione di processi di produzione di idrogeno verde e blu, agevolando la realizzazione di impianti di CCUS nelle raffinerie. Un’altra azione essenziale da implementare è focalizzata su impianti per la produzione di materie prime per la preparazione dei biocarburanti per le bioraffinerie, in modo da creare una filiera produttiva nazionale di supporto a una transizione verso biocarburanti avanzati, supportando le iniziative comunitarie dirette ad incrementare la lista delle materie prime idonee a produrre biocarburanti avanzati e double counting.

In riferimento al mix ottimale per il raggiungimento dei target sulle rinnovabili nei trasporti, si prevede di superare l’obiettivo previsto dalla Direttiva Red III sui biocarburanti, pari al 5,5% al 2030 ultimi), attraverso un aggiornamento dei meccanismi di incentivazione previsti per il biometano avanzato e gli altri biocarburanti avanzati (con D.M. 2 marzo 2018, DM 15 settembre 2022, DM 16 marzo 2023 e DM 20 ottobre 2023) fino al raggiungimento di un obiettivo intorno all’11,6%.

Idrogeno

Nel Piano 2024 si prevede l’utilizzo dell’idrogeno negli usi finali, in particolare nell’industria, come da obiettivo comunitario (nello specifico nell’industria hard to abate), nonché nel settore dei trasporti. La produzione di idrogeno sarà promossa sia tramite i contributi in conto capitale previsti dal PNRR sia tramite una nuova misura tariffaria che renderà equamente remunerativi gli investimenti in un settore che è ancora lontano dalla competitività.

La principale politica di promozione dell’idrogeno rinnovabile e del bio-idrogeno avverrà per il tramite del meccanismo tariffario che garantirà la copertura dei costi di funzionamento degli impianti di produzione di idrogeno, tenendo adeguatamente conto anche dei costi di investimento.

Per quanto concerne le infrastrutture, viene posto l’accento sul “SoutH2 Corridor”, che sarà implementata da SNAM e dai TSO austriaci e tedeschi, rientrante nella European Hydrogen Backbone, che prevede lo sviluppo di una serie di idrogenodotti in Italia, Austria e Germania per il trasporto del vettore energetico dai possibili luoghi di produzione di idrogeno rinnovabile in Nord Africa, ed in prospettiva dal mezzogiorno italiano, verso le principali aree di potenziale consumo. L’Italian Hydrogen Backbone – Dorsale Italiana dell’Idrogeno utilizzerà delle infrastrutture gas esistenti, opportunamente riadattate per il trasporto dell’idrogeno, unitamente a nuovi tratti da realizzare.

Carbon Capture & Storage

Il ruolo della CCS è ampiamente riconosciuto per raggiungere la neutralità climatica e l’obiettivo di limitare il riscaldamento globale entro 1,5 gradi. Il ricorso alla cattura e allo stoccaggio/utilizzo della CO2 è indispensabile per traguardare l’obiettivo di contenimento del riscaldamento globale citato nella prima parte del PNIEC. Tra i potenziali ambiti di applicazione si segnala, in particolare, il perimetro delle industrie dei settori HTA (acciaio, cemento, ceramica, chimica, raffinazione e vetro).

Italia, Francia e Grecia hanno già presentato nella primavera 2023 un piano a sostegno dello sviluppo delle infrastrutture CCS nel bacino del Mar Mediterraneo nell’ambito di applicazione del Regolamento TEN-E. Il Piano è adattabile e consente la promozione di ulteriori progetti nella regione, per cui anche altri Paesi che si affacciano sul Mediterraneo potrebbero aderire successivamente per rafforzare la cooperazione regionale in materia di CCS.

In sinergia con l’idrogeno, la CCS è ritenuta, da parte delle imprese, un’opzione necessaria per la decarbonizzazione del termoelettrico, CHP, dei processi produttivi non elettrificabili (cemento, siderurgia), chimica e raffinazione.

Emissions Trading Scheme

Per i settori coperti dal sistema di scambio quote EU ETS contribuirà particolarmente il phase-out del carbone, nonché una significativa accelerazione delle rinnovabili e dell’efficienza energetica nei processi di lavorazione, anche valorizzando il possibile contributo del combustibile solido secondario (CSS) e puntando sullo sviluppo di combustibili green alternativi quali il biometano e l’idrogeno negli usi finali ed energetici, inclusi i settori industriali “Hard-to-Abate”. La riduzione delle emissioni rilasciate in atmosfera dal settore ETS sarà inoltre garantita dall’implementazione della cattura, trasporto e stoccaggio della CO2. Grazie a queste misure, nel settore EU-ETS si raggiunge un target del -62%, in linea con l’obiettivo complessivo dell’Unione europea.

Nel quadro del pacchetto legislativo “Fit for 55” è stato previsto di destinare parte delle entrate generate dal nuovo sistema ETS per i settori dell’edilizia e del trasporto stradale per incentivare l’innovazione, la crescita economica e gli investimenti nelle tecnologie pulite e per compensare il potenziale effetto di incremento dei costi dell’energia sui consumatori finali, con particolare riferimento alle classi sociali più vulnerabili e alle microimprese. A tal fine, è stato istituito il “Fondo Sociale per il Clima” (SCF – Social Climate Fund), per il periodo 2025-2032, il cui obiettivo è assegnare finanziamenti specifici agli Stati membri per affrontare gli impatti socioeconomici derivanti dall’estensione del sistema ETS a questi due settori, in modo da poterne sostenere la decarbonizzazione. Il Fondo ha come principale finalità quella di sostenere le famiglie, le microimprese e gli utenti dei trasporti delle fasce più vulnerabili fornendo un sostegno diretto al reddito per ridurre la povertà energetica, finanziando, al contempo, misure e investimenti nazionali volti a ridurre a medio e lungo termine la dipendenza dai combustibili fossili.

Idroelettrico

L’idroelettrico è una risorsa in larga parte già sfruttata ma di grande rilievo strategico nella politica al 2030 e nel lungo periodo al 2050, di cui occorrerà preservare e incrementare la produzione.

Le misure specifiche di natura non economica per revamping e repowering di impianti esistenti prevedono procedure autorizzative semplificate, fissando criteri che permettano di realizzare interventi con estensione della PAS ed esclusione o semplificazione della VIA/screening ambientale; in particolare, per le valutazioni di tipo ambientale si intende favorire un approccio che valuti unicamente l’impatto delle variazioni rispetto alla situazione ante intervento di revamping o repowering.

Il PNIEC 2024 analizza in dettaglio la normativa vigente in materia di concessioni, ambito in cui l’Italia sostiene una maggior armonizzazione della disciplina delle concessioni idroelettriche a livello europeo.

Nucleare

Il MASE ha istituito la Piattaforma Nazionale per un Nucleare Sostenibile (PNNS), che ha l’obiettivo prioritario di sviluppare linee guida e una roadmap, con orizzonte fino al 2050, per seguire e coordinare gli sviluppi delle nuove tecnologie nucleari nel medio e lungo termine, valutando, nel medio termine (post-2030), le possibilità d’impiego dei nuovi piccoli reattori modulari a fissione e le loro possibili ricadute in ambito nazionale ove provate ad un livello di sicurezza adeguato, nonché, nel lungo termine, dell’energia da fusione, in un’ottica di affiancamento alla sempre maggiore penetrazione della generazione di energia da fonti rinnovabili, secondo gli obiettivi indicati nel documento per giungere alla neutralità climatica (“Net Zero”) entro il 2050.

È stato istituito un Gruppo di lavoro sul nucleare finalizzato a valutare possibili finanziamenti IPCEI sul tema “SMR e frontiere più avanzate della tecnologia nucleare sostenibile”.

Mobilità elettrica

In Italia già da alcuni anni si riscontra un trend di nuove infrastrutture di ricarica per veicoli elettrici in continuo aumento (circa 41.000 a marzo 2023), tuttavia i numeri non sono ancora in grado di soddisfare il fabbisogno di ricarica atteso nei prossimi anni.

In tale contesto, sono stati implementati gli schemi di decreto previsti dalla Missione 2, Componente 2, Investimento 4.3 del PNRR, al fine di incentivare la realizzazione di infrastrutture di ricarica per veicoli elettrici veloci e ultra-veloci, sostenendo anche la transizione della rete di distribuzione dei carburanti tradizionali, biocarburanti avanzati e sostenibili e con l’obiettivo finale di realizzare una rete di ricarica uniformemente distribuita sull’intero territorio nazionale.

 

 

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