Mercato del gas: come potrebbe cambiare con la fine del conflitto in Ucraina?

I prezzi del gas restano elevati rispetto ai minimi dell’anno scorso per quanto ben distanti rispetto al picco del 2022. Negli ultimi anni, però, il processo di diversificazione delle fonti di approvvigionamenti ci pone in una condizione di maggiore tranquillità.

Parliamo dei nuovi scenari del mercato dell’energia con Davide Tabarelli, Presidente di Nomisma Energia.

Qual è la situazione del mercato del gas oggi?

Dal primo gennaio è ufficialmente cessato il contratto di transito del gas russo attraverso l’Ucraina e il 2025 si è aperto con un nuovo aumento dei prezzi del gas. La situazione è però molto differente rispetto al 2021-2022. Indubbiamente lo stop del flusso di gas russo attraverso l’Ucraina sta avendo ripercussioni sulle bollette sia delle imprese, sia delle famiglie ma va sottolineato come in questi anni sia drammaticamente diminuita la dipendenza da Mosca: prima della guerra a livello EU acquistavamo dalla Russia 150 miliardi di metri cubi, mentre per quest’anno le stime sono di 20-25 miliardi di metri cubi. Questo grazie al processo di diversificazione che è stato avviato nel tempo e che ci tutela maggiormente”.

Con l’auspicata fine del conflitto in Ucraina, come potrebbe cambiare lo scenario?

Sicuramente non si tornerà sui livelli registrati durante la prima fase della crisi bellica perché oggi la Russia rappresenta un fornitore marginale, dal quale attingere solo in caso di necessità, e questo aiuterà a calmierare i prezzi. Al contempo, gli Stati Uniti probabilmente spingeranno i paesi EU a comprare ancora più gas liquefatto, a prezzi che potrebbero comunque essere convenienti. Poi ci sono Paesi come la Libia, che al momento sta ancora producendo poco, e l’Azerbaijan che potrebbero rappresentare ulteriori fonti di diversificazione delle nostre importazioni di gas. Oggi i costi sono ancora superiori del 20-30% rispetto ai minimi del 2023 ma nei prossimi mesi è plausibile che siano destinati a scendere, anche grazie all’aumento dell’offerta. Inoltre, al momento le scorte sono a livelli buoni seppur leggermente inferiori rispetto agli ultimi due anni, che per altro hanno rappresentato una fase straordinaria e non ripetibile nel breve termine. Considerando la forte instabilità degli scenari internazionali, bisogna comunque considerare l’incertezza legata a nuovi eventi geopolitici”.

Quali impatti possiamo aspettarci sulle imprese italiane?

Nel biennio 2022-2023 sono stati pianificati interventi emergenziali per circa 70 miliardi di euro con l’obiettivo di aiutare le imprese con fondi pubblici, sgravi fiscali e agevolazioni. Oggi molte aziende stanno nuovamente soffrendo a causa degli elevati costi dell’energia anche se, con la fine della guerra in Ucraina, si dovrebbe progressivamente tornare ad una situazione più sostenibile”.

Quali strategie potrebbe adottare l’Italia per ridurre i rischi di nuove crisi?

Detto dell’importanza della diversificazione degli approvvigionamenti, di cui abbiamo già parlato, e che le rinnovabili rappresentano una opzione per ridurre progressivamente la nostra dipendenza energetica, seppur non in grado di produrre risultati significativi nel breve termine, nell’immediato l’Italia dovrebbe rivalutare lo sfruttamento delle riserve di gas presenti nel nostro territorio, che sono stimate in almeno 40 miliardi di metri cubi. Negli ultimi tre anni abbiamo importato circa 60 miliardi di metri cubi di gas all’anno, ad un costo medio di 0,5 euro al metro cubo. Se avessimo prodotto anche solo 10 miliardi di metri cubi in più, avremmo risparmiato 5 miliardi di euro. Indubbiamente, l’energia prodotta da fonti rinnovabili e dallo sfruttamento dei giacimenti domestici di gas potrebbero rappresentare una soluzione concreta per il futuro immediato. La politica energetica dovrebbe però essere gestita a livello centrale, cercando un mix equilibrato e pianificando adeguati investimenti in infrastrutture, in modo da affrontare con maggiore determinazione questa fondamentale sfida per garantire competitività e sostenibilità al nostro Paese”.

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