Sono stati recentemente presentati i dati dell’Osservatorio Nomisma sui farmaci generici in Italia, giunto alla terza edizione e realizzato in collaborazione con Egualia (già Assogenerici): l’edizione 2020 – accanto ai dati aggiornati sulla portata industriale, economica e sociale del segmento dei farmaci generici – contiene un focus sul ruolo che la produzione di questi medicinali ha avuto nella gestione del Covid-19 e sulle strategie adottate dalle imprese del settore per far fronte allo shock di domanda e alle criticità di approvvigionamento. Come vedremo, l’industria farmaceutica italiana ha fronteggiato con un impegno del tutto inedito e imponente le molteplici richieste degli operatori sanitari, confermando il ruolo di leadership a livello europeo e garantendo l’erogazione costante e continuativa di un servizio essenziale per l’intera collettività.
Hanno partecipato all’evento di presentazione Piero GNUDI, Presidente Nomisma, Enrique HÄUSERMANN, Presidente Egualia e Lucio POMA, Capo economista Nomisma, che ha presentato i dati dell’Osservatorio.
Si è poi svolta una tavola rotonda a cui hanno partecipato Mario FIORENTINO, Direttore Generale per la politica industriale, l’innovazione e le PMI del Ministero dello Sviluppo Economico, Angela IANARO, membro delle Commissioni parlamentari Affari Sociali e Politiche dell’UE e Presidente Intergruppo Parlamentare Scienza e Salute della Camera dei Deputati, Nicola MAGRINI, Direttore Generale dell’Agenzia Italiana del Farmaco e Antonio PARENTI, Capo della Rappresentanza in Italia della Commissione europea.L’incontro è stato moderato da Ilaria VESENTINI, giornalista economica.
I farmaci generici in Italia, un settore in crescita
In Italia, i farmaci equivalenti garantiscono un maggior accesso alle cure e Nomisma, con il suo Osservatorio annuale, intende sottolineare l’importanza di questo fondamentale segmento dell’industria farmaceutica nazionale, tramite il monitoraggio e l’aggiornamento dei trend di produzione e di mercato, delle strategie adottate dalle imprese e, più in generale, della competitività delle stesse a livello europeo.
Il Presidente di Nomisma Piero GNUDI ha aperto i lavori evidenziando l’efficienza del settore farmaceutico italiano che, oltre ad essere un valore dal punto di vista economico, garantisce sicurezza al Sistema Sanitario Nazionale e quindi ai cittadini; ciò è vero soprattutto in questo periodo di emergenza Covid-19 se consideriamo che il 70% dei farmaci utilizzati nelle terapie intensive appartiene proprio alla categoria dei generici.
Enrique HÄUSERMANN, Presidente di Egualia, ha proseguito i saluti “di rito” ringraziando Nomisma per la lunga e fruttuosa collaborazione, e ha colto l’occasione per sottolineare come il sistema dei farmaci generici in Italia abbia oggi accolto anche i farmaci biosimilari: nasce proprio da qui il recente cambio di nome dell’Associazione, da Assogenerici ad Egualia.
Presentazione dei dati dell’Osservatorio Nomisma: una panoramica sull’industria farmaceutica in Italia
Lucio POMA, Capo economista di Nomisma, ha presentato i dati dell’Osservatorio sui farmaci generici, illustrando innanzitutto i punti salienti della produzione farmaceutica in Italia, primo Paese europeo per la produzione di medicinali (per un valore di 31,2 miliardi di euro) seguito, a breve distanza, da Germania (30,6 miliardi di euro), Francia, Regno Unito, etc.
Uno degli elementi caratterizzanti il comparto della farmaceutica è l’elevato valore aggiunto per addetto, che nel 2019 ha raggiunto i 142mila euro, di gran lunga superiore a quello degli altri comparti (secondo è quello della chimica con 107mila euro per occupato) e più che doppio rispetto alla media manifatturiera, il cui valore si attesta a 65,5mila euro.
Che il comparto farmaceutico goda di buona salute è confermato anche dal dato sull’occupazione: nell’ultimo anno, infatti, il settore farmaceutico ha fatto registrare la crescita occupazionale più consistente tra tutti i comparti manifatturieri (+2,0%), contro una crescita media di settore pari al +0,3%. Un’analisi di più lungo periodo evidenzia che, sebbene non si sia ancora tornati ai livelli pre-crisi, il comparto è uno dei pochi (insieme ad alimentare, macchinari ed apparecchiature e chimica) a segnare un incremento se confrontato con i dati relativi al 2010 (+0,9%) contro performance del tutto negative del comparto manifatturiero, che nel periodo analizzato ha perso il 5% della propria base occupazionale.
“È quindi un comparto” – ha concluso Lucio Poma – “che non solo produce valore, ma anche vera e propria occupazione lavorativa”.
La capacità di ampliare il proprio mercato al di fuori dei confini nazionali, incrementando costantemente le proprie esportazioni, è sicuramente uno dei punti di forza del comparto farmaceutico.
Al 2019 le esportazioni del comparto farmaceutico valgono 32,6 miliardi di euro e evidenziano un trend in costante incremento dal 2008 con un solo rallentamento nel 2015, prontamente recuperato nell’anno successivo. Negli 11 anni analizzati, il valore delle esportazioni farmaceutiche quasi triplica, con un tasso di crescita che si attesta al 173%, contro un rialzo segnato dalle imprese manifatturiere che invece si ferma al +30%.
Conseguentemente, la quota dell’export farmaceutico su quello manifatturiero ha compiuto negli anni un deciso balzo in avanti, passando dal 3,40% del 2008 al 7,15% del 2019. Solo nell’ultimo triennio le esportazioni sono aumentate del 52%, e nell’ultimo anno la crescita segnata è stata del 26% contro il 2% delle imprese manifatturiere e ha portato il comparto farmaceutico a diventare il sesto settore dell’export nazionale.
Sono però cambiati i mercati export di riferimento: rispetto al 2016, è infatti calata di 7 punti la quota UE ed è cresciuta di 9 punti quella americana. Nell’ultimo anni l’incidenza del mercato degli Stati Uniti è passata dal 15% al 19%, mentre quella del mercato export UE è rimasta costante, oscillando in modo molto lieve tra il 57% del 2018 e il 56% del 2019.
Rimangono costanti anche tutti gli altri mercati: i paesi europei non UE sono passati dal 13% (2018) al 12% (2019), l’Asia orientale dall’8% (2018) al 7% (2019) e altri paesi dal 7% al 6%.
Le imprese di farmaci generici: i dati dell’Osservatorio Nomisma confermano la crescita di questo settore
Lucio Poma ha proseguito il suo intervento focalizzandosi sul segmento specifico dei farmaci generici e delineando il ritratto di un comparto solido, in crescita e più performante rispetto alla media manifatturiera italiana: a confermarlo i valori riferiti a produzione, occupazione, valore aggiunto ed export che analizzeremo a breve.
Dall’analisi dei bilanci reperibili nelle banche dati ufficiali è possibile ricostruire il volume d’affari europeo generato dalle imprese manifatturiere di farmaci generici, con 160 imprese rappresentate. Emerge un mercato che vale oltre 12 miliardi di euro (dati 2017): nelle prime posizioni troviamo Germania e Italia con una produzione complessiva di gran lunga superiore ai 2 miliardi di euro e, a seguire Francia, Spagna e Regno Unito.
In generale si tratta di un mercato in forte e progressiva espansione in quasi tutti i Paesi europei, con modelli di business tuttavia differenti: da una parte troviamo l’Italia con una maggiore numerosità di imprese (45 realtà) dalle dimensioni medie più contenute, dall’altra Paesi come la Germania dove la produzione è più concentrata in grandi player manifatturieri (21 imprese).
In questo contesto, il volume d’affari generato dalle imprese di farmaci generici è arrivato a sfiorare i 3,9 miliardi di euro nel 2018 (+6% rispetto al 2017), in progressiva crescita dal 2014. Nel quinquennio i ricavi sono aumentati complessivamente del 33,1% (tasso medio annuo di crescita pari al 7,4%), un ritmo leggermente superiore a quello registrato dalle imprese di farmaci non generici (+28,9% nel periodo 2014-2018, +5,5% di media annuale).
Oltre al fatturato, a correre negli ultimi anni è anche l’occupazione: nel 2018 il numero di dipendenti che opera all’interno delle imprese di farmaci generici si attesta a circa 7.900 unità. Anche in questo caso si tratta di una crescita continua e consolidata che, in cinque anni, ha portato alla creazione di 1.400 posti di lavoro, per un incremento della base occupazionale pari al 21,5%
Analisi del mercato dei generici in Italia
I dati relativi al decennio 2009-2019 confermano il ruolo cruciale che i farmaci generici hanno rivestito nel percorso di miglioramento dell’offerta in termini di maggiore accessibilità alle cure, a minor costo da parte della collettività.
Tra il 2009 e il 2019, le vendite di generici sono aumentate del 128% a volumi e del 149% a valori, e parallelamente si è verificata una graduale e costante diminuzione della presenza di farmaci coperti da brevetto, le cui confezioni sul mercato si sono ridotte di circa 315 milioni di unità (-63%), con una contrazione di valore di circa 5,5 miliardi di euro. “Ciò significa che il sistema produttivo è stato capace di garantire una crescente disponibilità di farmaci” – ha spiegato Poma – “a un prezzo medio costantemente decrescente, mantenendo quindi la promessa fatta ai consumatori all’arrivo dei medicinali equivalenti in Italia”.
Un altro dato che è importante considerare è quello che riguarda la spesa ospedaliera ovvero a quanto ammontano gli acquisti di medicinali equivalenti compiuti dagli ospedali.
L’incidenza in volume della spesa ospedaliera vede, tra il 2016 ed il 2019, aumentare la quota dei farmaci generici che cresce dal 23,4% del 2016 al 27,3% del 2018, fino al 29,8% del 2019. Parallelamente, l’incidenza in valore dei farmaci generici sulla spesa cresce molto debolmente: dal 2,0% nel 2016 al 2,4% del 2019.
“I dati evidenziano dal 2016 un aumento del volume del 6,4% a fronte di un aumento del valore solodello 0,4%. Ciò non significa” – ha precisato Poma – “che gli ospedali investano meno, anzi: grazie alla maggiore sostenibilità garantita dal settore dei generici, la scelta di questo tipo di farmaci negli ospedali permette agli stessi di risparmiare del denaro, che possono quindi investire, per esempio, inricerca e innovazione”.
Reagire all’imprevisto: una survey per comprendere come le aziende italiane abbiano fronteggiato l’emergenza Covid
Il dilagare dell’epidemia da Covid-19 ha messo in luce – come mai prima d’ora – non soltanto il grado di preparazione del nostro Servizio Sanitario Nazionale, ma anche le contraddizioni che lo caratterizzavano ben prima del proliferare dei contagi. A questo argomento abbiamo già dedicato un articolo di approfondimento lo scorso maggio.
Il focus tematico, sviluppato all’interno dell’Osservatorio sul sistema dei farmaci generici di Nomisma e realizzato mediante un survey somministrata alle imprese associate a Egualia, ha analizzato invece il contributo offerto dalle aziende del settore in occasione dell’emergenza sanitaria e la loro capacità di far fronte all’improvvisa crescita della domanda e alle difficoltà di approvvigionamento.
L’analisi degli ordinativi di fornitura ricevuti dalle imprese di farmaci generici dimostra come queste ultime siano riuscite a far fronte a un aumento della domanda che, anche solo guardando il differenziale tra marzo 2019 e marzo 2020, ha raggiunto valori compresi tra il +128% e il +728%.
Quindi, in generale, si può dire che il settore abbia registrato un aumento della domanda, anche se la situazione appare piuttosto frastagliata: la maggior parte delle imprese associate a Egualia (il 58%) ha visto la propria domanda di farmaci aumentare durante l’emergenza da Covid-19, per il 31% la domanda è rimasta stabile mentre nell’11% dei casi è diminuita. Per un 20% delle aziende la richiesta è aumentata dal 30% al 50% in un solo mese: si è resa quindi necessaria una nuova organizzazione aziendale per fronteggiare questa sfida improvvisa e inaspettata.
Come hanno affrontato le imprese del settore questo improvviso aumento della domanda?
Oltre il 90% di quelle intervistate sono riuscite ad aumentare la produzione e a rispondere all’aumento di domanda ( il 40%totalmente e il 53% parzialmente)mentre il 7% delle imprese non è riuscito ad incrementare la produzione per l’azione congiunta delle misure di contenimento e delle difficoltà di reperimento dei principi attivi. Inoltre, oltre la metà delle imprese ha riorientato la produzione: per il 20% delle aziende esaminate, la nuova richiesta ha inciso per oltre il 30% della produzione.
E’ stata la flessibilitàsia organizzativa che amministrativa a permettere alle imprese di reagire positivamente e, da questo punto di vista, “un ringraziamento particolare va all’Agenzia Italiana del Farmaco che ha reso possibile la semplificazione di molti processi” ha affermato Lucio Poma.
Quali sono state le strategie adottate per incrementare la produzione all’interno delle aziende del settore?
Una delle soluzioni maggiormente adottate – da circa due terzi delle imprese (71%) – è stato il ricorso alle scorte di magazzino, seguito dalla richiesta di deroghe emergenziali alle autorità (57%) per velocizzare la disponibilità del prodotto sul mercato (la leva della flessibilità autorizzativa è emersa più volte come elemento determinante, all’interno della survey). Oltre la metà delle imprese (57%) ha anche incrementato i turni di lavoro e il ricorso agli straordinari per il personale esistente. Una impresa su due ha utilizzato la leva dell’importazione, recuperando così medicinali o bulk da consociate estere. Il 21% delle imprese intervistate ha impiegato nuovo personale e una percentuale simile ha fatto ricorso a terzi, rafforzando e irrobustendo la filiera produttiva. Infine, il 14% ha investito nell’acquisto di nuovi macchinari.
Quali sono stati, invece, i fattori che hanno ostacolato l’aumento della produzione?
Oltre la metà delle imprese (57%) ha indicato la penuria o l’assenza di alcuni componenti della lavorazione: dato che conferma gli interrogativi più volte sollevati rispetto all’organizzazione e alla fluidità delle catene internazionali del valore nella farmaceutica e sulle possibili criticità, di approvvigionamento e logistica, connesse ad improvvisi picchi di domanda. Tale riflessione è confermata dal fatto che il 43% delle imprese abbia fatto riferimento a problemi logistici (dal blocco delle frontiere alle interruzioni anomale della supply chain). Poco meno di un terzo delle imprese (29%) ha invece indicato come fattore di ostacolo alla produzione l’aumento eccessivo dei prezzi di alcune componenti della lavorazione.
Guardare al futuro: quali sono i suggerimenti delle aziende?
In relazione ai possibili interventi correttivi, le imprese intervistate concordano nell’individuazione di 3 possibili strade da perseguire: rendere la catena di approvvigionamento più sicura e meno soggetta a fluttuazioni (96%), moltiplicare il numero delle fonti di approvvigionamento diversificando il rischio (88%) e accorciare la catena con un conseguente incremento della produzione europea.
A tal proposito, Lucio Poma ricorda che questo settore si trova all’interno di un mercato globale e che “non è quindi possibile immaginare una sua dimensione “a km zero”. Quello che si può senza dubbio fare è tentare di rafforzare sempre di più il segmento nazionale all’interno della catena internazionale”.
Per quanto riguarda la flessibilità amministrativa, secondo le imprese, alcune buone prassi emerse durante l’emergenza Covid potrebbero essere mantenute anche in futuro: per esempio, il 62% delle imprese ha immaginato una mediazione tra le procedure burocratiche pre e post Covid al fine di arrivare a un funzionale “snellimento” dei processi: In termini generali,l’81% considera fondamentale una semplificazione dei processi burocratici.
Il mercato dei farmaci generici in Italia: una tavola rotonda tra industria e istituzioni
Alla presentazione dei dati è seguito un confronto moderato dalla giornalista Ilaria VESENTINI, volto a comprendere ulteriori declinazioni del dialogo tra politiche pubbliche e private sul mercato dei farmaci equivalenti nel nostro Paese.
Mario FIORENTINO, Direttore Generale per la politica industriale, l’innovazione e le PMI, Ministero dello Sviluppo Economico ha ribadito che buona parte delle imprese che producono farmaci generici in Italia sono PMI: la priorità dell’esecutivo nazionale è, quindi, al momento, quella di favorire processi di innovazione e digitalizzazione delle stesse. Fiorentino ha specificato che si è impegnati nello stabilire un approccio organico che permetta anche la crescita delle competenze e ha specificato che “aumento della produzione, innovazione e sviluppo delle competenze possono portare l’intero mercato a soddisfare sempre più le necessità in questo tempo di crisi”.
Angela IANARO, membro Commissioni parlamentari Affari Sociali e Politiche dell’UE e Presidente Intergruppo Parlamentare Scienza e Salute – Camera dei Deputati, evidenzia come negli ultimi mesi “siano state messe in luce alcune problematiche del sistema sanitario e di alcuni modelli di governance: da tutte le crisi si può rinascere, riflettendo sulle opportunità”. Si ipotizza infatti una riforma strutturale del sistema Sanità, Ricerca e Industria che deve portare a un miglioramento della qualità della vita dei cittadini.
Tagli e mancati investimenti degli ultimi anni sono carenze cronicizzate. “Dobbiamo potenziare la sanità di prossimità e del territorio: sono stati evidenziati nuovi bisogni, tra cui proprio l’efficienza della sanità territoriale e la necessità di una digitalizzazione dei servizi meglio funzionante.” chiarisce Angela Ianaro “L’esortazione è quindi quella di focalizzare l’attenzione sulla ricerca e l’innovazione perché l’eccellenza della produzione evidenziata dai dati da sola non basta: serve quindi ripensare complessivamente la governance del farmaco”.
Su questo aspetto prosegue Nicola MAGRINI, Direttore Generale dell’Agenzia Italiana del Farmaco, immaginando lo scenario post Covid come un momento in cui “lo sforzo sarà quello di incamminare AIFA a supporto del Sistema Sanitario Nazionale, non solo per approvare i farmaci ma anche per monitorarli, testarne l’efficienza e sostenibilità, cercando di garantire una capacità di accesso ai medicinali sempre maggiore”.
Antonio PARENTI, Capo della Rappresentanza in Italia della Commissione europea, evidenzia come sia importante assicurare che la produzione di determinati principi attivi continui per garantirne la disponibilità: “Diventerà necessaria la presenza di filiere corte, ma bisogna comunque tenere presente che le filiere lunghe permettono risparmio economico: la scelta non sarà o l’uno o l’altra, ma la diffusione di alcuni tipi di prodotti sull’una o sull’altra” ha dichiarato in chiusura Antonio Parenti.
La conclusione dei lavori è stata affidata ad Enrique HÄUSERMANN, Presidente Egualia che ribadisce che “dall’Osservatorio Nomisma emerge un riconoscimento importante del ruolo che il nostro comparto ha rispetto alla salute del Paese”. La storia dei farmaci generici in Italia è relativamente antica, e il percorso stesso di affermazione è stato lungo: nei primi anni 2000 si sono affacciati i primi farmaci equivalenti e si è verificato un problema di comunicazione e scetticismo. “Confidiamo che si possa proseguire questo viaggio” conclude “grazie alla collaborazione e al colloquio quotidiano”.
Gli Osservatori di mercato Nomisma, un’opportunità per aziende ed enti
Nomisma, grazie allo strumento degli Osservatori di mercato, interpreta il presente individuando tendenze utili per aiutare il tessuto pubblico e privato a delineare il proprio futuro. In tempi delicati come questi, industrie e istituzioni hanno bisogno di fotografie chiare e dati esaustivi, proprio come è stato fatto con l’Osservatorio sul sistema dei farmaci generici, grazie al quale abbiamo una panoramica completa di un settore così strategico per la nostra economia e la salute degli italiani.
Per avere maggiori informazioni, è possibile scrivere a osservatori@nomisma.it