16 maggio 2024 – Il gas è uno dei principali combustibili utilizzati a livello globale e le sue variazioni di prezzo non solo si riflettono con pari intensità sui prezzi dell’energia elettrica ma influenzano anche quelli di petrolio e carbone.
L’analisi congiunturale presentata da Nomisma ha evidenziato come nel 2023 sia continuata la tendenza al forte ribasso del prezzo del gas. I primi mesi del 2024 hanno evidenziato un’ulteriore diminuzione, con un prezzo che oggi oscilla tra i 25 ed i 30 euro al MWh, su livelli prossimi a quelli pre-pandemia. Il petrolio, seppur lontano dai picchi di maggio 2022 (120 dollari), ha aperto il 2024 in salita dai 75 dollari al barile di fine anno, ha sorpassato quota 90 ad aprile per poi ridiscendere all’attuale valore di 82 dollari, una quotazione comunque molto elevata. A ciò ha contribuito il cartello dell’Opec ma anche dalle tensioni insorte nel Mar Rosso da cui transita il 12% del petrolio traportato via mare.
Guardando al 2023, il crollo del prezzo del gas ha trascinato verso il basso anche quello dell’energia elettrica e del carbone, mentre il petrolio ha registrato flessioni di minore intensità senza subire un effetto ‘contagio’. Il prezzo del petrolio è, infatti, pesantemente condizionato dal cartello dell’Opec, mentre energia elettrica, gas e carbone, non hanno cartelli di analoga importanza, in grado di condizionarne l’andamento dei prezzi.
Nello specifico, il cartello dell’Opec plus nell’ultimo anno e mezzo ha agito per arginare la caduta del prezzo del petrolio. In particolare, da giugno 2023 l’Arabia Saudita ha deciso un taglio volontario di un ulteriore milione di barili al giorno, che inizialmente doveva essere di un mese, ma che è stato mantenuto per tutto il 2023, disorientando le aspettative degli operatori a facendo aumentare il prezzo del greggio.
La discesa dei prezzi dei prodotti energetici è stata la principale causa della diminuzione dell’inflazione italiana che da cinque mesi si attesta su valori prossimi alla zero (+0,9%). Tuttavia, il meccanismo di trasmissione non ha trasferito completamente il potenziale.
Nel caso di petrolio e gas, i prezzi alla pompa sono scesi in misura minore rispetto al calo dei prezzi della materia prima. Questo anche perché nei distributori di carburanti e di gas la concorrenza non sempre riesce a dispiegare le ali e i vantaggi di piccoli monopoli locali (la distanza di percorrenza) creano rigidità in caso di calo dei prezzi delle materie prime.
Andamento dei prezzi energetici (Numeri indice, Base novembre 2022 = 100)
Fonte: elaborazioni Nomisma su dati Federal Reserve Economic Data
Per quanto riguarda il petrolio, piuttosto che variare le quantità prodotte, riducendole o aumentandole, si stanno susseguendo effetti annuncio che prolungano gli effetti indotti auspicati, una strategia che aggiunge incertezza e volatilità ai mercati reali e finanziari, rendendo più difficile il formarsi delle aspettative.
La flessione dei prezzi dell’energia elettrica, invece, produrrà benefici per consumatori e imprese solo al rinnovo dei contratti, con un lag temporale tra discesa dei prezzi energetici e i benefici che ne dovrebbero scaturire.
Di Lucio Poma – Capo Economista di Nomisma