Il mercato del biologico Made in Italy negli Emirati Arabi al quarto forum ITA.BIO: numeri e prospettive di crescita

Market Intelligence

Gli Emirati Arabi Uniti si posizionano al terzo posto nel mondo per i livelli di crescita prevista del mercato bio, con un valore CAGR del +13,3% atteso per il periodo 2019-2024. Nel Paese mediorientale, inoltre, l’80% dei consumatori si dichiara disposto a spendere di più per avere un prodotto bio Made in Italy.

Sono i numeri emersi in occasione del quarto Forum ITA.BIO, “Internazionalizzazione del BIO Made in Italy: focus Emirati Arabi” svoltosi in diretta streaming il 9 febbraio 2022. L’incontro rientra nelle iniziative ITA.BIO, la piattaforma curata da Nomisma e promossa da ICE Agenzia e FederBio per sostenere il biologico italiano all’estero. 

La tavola rotonda, moderata da Lorenzo Tosi (Giornalista Edagricole), ha visto la partecipazione di Anna Flavia Pascarelli, Dirigente Ufficio Agroalimentare & Vini Agenzia ICE; Paolo Carnemolla, Segretario Generale Federbio; Silvia Zucconi, Responsabile Market Intelligence & Business Information Nomisma; Evita Gandini, Project Manager Nomisma; Alessandro Lamura, Deputy Trade Commissioner ICE Dubai; Haifa Alia, Trade Analyst ICE Dubai; Giacomo Bernardelli, Ceo Casinetto Trading; Andrea Pascucci, Export Manager Fileni; Sanà Chefri, Export Manager Brand Pasta Felicia; Werner Castiglioni, Direttore Biosüdtirol; Luca De Nigris, Ceo Acetificio De Nigris e Guido Magnoni, Ufficio Agroalimentare e Vini ICE.

Vediamo ora nell’analisi di Nomisma il posizionamento del biologico italiano nel mercato degli Emirati Arabi, le opportunità e i percorsi di promozione che possono coinvolgere il bio Made in Italy nei prossimi anni.

Il ruolo dell’export nel bio Made in Italy – Silvia Zucconi

Dopo aver approfondito gli scenari di Stati Uniti, Canada e Cina, la ricerca di Nomisma presentata in occasione del quarto forum ITA.BIO si è soffermata su un altro mercato di grande prospettiva per il biologico italiano: quello degli Emirati Arabi Uniti

Il ruolo delle esportazioni per il bio è rilevante e rappresenta per le imprese una dimensione significativa: oltre il 40% sul totale delle vendite complessive. L’Italia è il secondo Paese per export. Riuscire a esportare biologico significa per le imprese italiane garantirsi una prospettiva positiva” – ha ricordato Silvia Zucconi, Responsabile Market Intelligence & Business Information Nomisma.

Nel 2021 la performance dell’export bio ha superato quella registrata dalle esportazioni agroalimentari nel loro complesso: le vendite di prodotti biologici italiani sui mercati internazionali hanno sfiorato i 3 miliardi di euro, per una crescita dell’11% (anno terminante luglio 2021), rispetto all’anno precedente, contro il +10% messo a segno dall’export agroalimentare (gen-lug 2021/20). 

Il balzo del biologico è ancora più evidente nel lungo periodo, +156% rispetto al 2009, e considerando che rappresenta il 6% dell’export agroalimentare italiano totale. Fra i fattori di successo dei prodotti bio all’estero, si annoverano la qualità e il generale interesse del consumatore straniero verso il Made in Italy; mentre gli ostacoli principali sono costituiti dai costi necessari per promuovere il prodotto all’estero, dalla concorrenza delle imprese locali e dalla logistica.

I numeri chiave del mercato biologico negli Emirati Arabi e i fattori che ne descrivono il potenziale

Gli Emirati Arabi Uniti rappresentano un mercato di grandissimo potenziale per il Made in Italy biologico, per una serie di fattori riconducibili ai numeri dell’export italiano e alla composizione della popolazione emiratina” – ha ricordato Silvia Zucconi.

  • Innanzitutto, il Paese è al 32° posto per destinazione dell’export italiano: complessivamente, fra bio e non bio, l’Italia esporta negli Emirati Arabi Uniti prodotti per 175 milioni di euro, con una crescita significativa (+28%) nell’ultimo anno; quindi, c’è molto spazio di crescita;
  • l’età media della popolazione, 33 anni, evidenzia un target che ha un forte interesse verso i valori portati dai prodotti biologici;
  • l’alto tasso di obesità della popolazione (32%) e le conseguenti campagne di sensibilizzazione diffuse dal governo locale, portano a immaginare un forte sviluppo verso il prodotto salutista che il biologico ben interpreta.
  • I prodotti che nell’ultimo anno hanno registrato la crescita maggiore sono l’olio, le bevande e i formaggi.

Le dimensioni del biologico negli Emirati Arabi: una filiera contenuta e un mercato di nicchia che registrano una costante crescita

Negli Emirati Arabi Uniti la peculiare morfologia del territorio (il 97% della superficie è desertica) non aiuta certo la produzione agroalimentare e quella biologica in particolare. Il Paese, infatti, può contare su appena 4,6 mila ettari coltivati secondo il metodo biologico (+1189% rispetto al 2010) e 102 produttori (erano solo 2 nel 2010).

Ma la crescita del settore negli ultimi anni è evidente: ad oggi, infatti, sono quasi 28 i milioni di dollari venduti nel mercato interno di prodotti biologici (+39% negli ultimi 3 anni). Anche la spesa pro-capite per prodotti biologici ha numeri contenuti – nel 2019 è stata di 2,94$, contro 59€ dell’Italia e i 136$ degli Stati Uniti.

Numeri che danno la possibilità di incrementare l’offerta di prodotto biologico sul mercato degli Emirati Arabi Uniti e che però hanno consentito al Paese di posizionarsi al terzo posto a livello mondiale in termini di crescita prevista, con un valore CAGR del +13,3% per il periodo 2019-2024. Questo perché l’interesse dei consumatori verso il biologico è molto forte, sia nel consumo domestico che in quello extra domestico” – ha osservato Silvia Zucconi
Ma l’elemento di maggiore prospettiva va ricercato nei numeri del mercato dei prodotti healthy, un segmento che oggi vale meno di 2 miliardi di dollari, nel quale il biologico non raggiunge nemmeno il 2%. “Si tratta di un enorme potenziale perché questa quota può aumentare con una comunicazione chiara, decisa e semplice dei valori del biologico nell’area della salute”.

Il trend di prospettiva del mercato racconta che negli ultimi 2-3 anni sono aumentati l’interesse e l’attenzione verso la salute e la qualità del cibo consumato. Oltre la metà dei residenti in questo Paese ha confermato infatti questa tendenza: “si registra un maggiore interesse innanzitutto nei confronti del cibo di alta qualità, gourmet e biologico in generale. Un’altra tendenza è legata allo sviluppo degli acquisti online. Tutte caratteristiche segnalate in aumento da almeno il 40% dei consumatori”.

Rispetto agli stili alimentari, ci sono altre dinamiche che non riguardano propriamente il biologico in quanto tale, ma possono rientrare nell’area della sostenibilità, come il forte interesse verso tutti i prodotti che hanno un basso impatto ambientale o un livello di emissioni di co2 contenuto. “Questo significa che anche nella proposizione del prodotto, la comunicazione di quelle che sono le caratteristiche e gli elementi valoriali diventa un elemento attrattivo”. Fra le altre tendenze, infine, emerge l’interesse verso cibi iperproteici, un altro grande trend di questo Paese. 

I criteri di scelta di un prodotto alimentare nel mercato degli Emirati Arabi Uniti: i punti di forza che possono premiare il biologico

Fra i criteri di scelta di un prodotto alimentare emergono tre grandi aree: marca, prezzo e sostenibilità. “Sono i tre vettori attraverso i quali i consumatori scelgono i prodotti da portare in tavola. Rispetto a questi tre elementi esiste già un vantaggio del biologico rispetto agli altri prodotti alimentari che può essere opportunamente sfruttato. A questo, si aggiunge la forte propensione all’acquisto di prodotti tipici della tradizione di paesi stranieri, indicata dal 90% dei consumatori emiratini. Made in Italy e biologico, dunque, crescono insieme”.

L’identikit del consumatore bio negli Emirati Arabi

La consumer survey di Nomisma ha permesso di ricostruire l’identikit del consumatore bio negli Emirati Arabi. I dati raccolti rilevano in primo luogo una buona diffusione del bio tra i cittadini emiratini: più di 1 famiglia su 2 (53%) ha consumato un prodotto biologico nel corso degli ultimi 12 mesi. Una quota di questi, circa il 40%, acquista bio con una certa regolarità. 

La diffusione del bio è ancora più evidente nelle famiglie con reddito alto e tra gli under 45 (rispettivamente 57% e 56%). Altri target in cui è molto forte il richiamo del bio è quello dei turisti (il 63% di chi acquista bio ha visitato l’Italia negli ultimi 5 anni) e quello dei nuclei familiari in cui sono presenti bambini in età prescolare, dove il tasso di penetrazione raggiunge il 58%.

Le principali motivazioni per cui i consumatori si orientano verso il biologico sono la sicurezza alimentare (per il 63% degli organic user), la fiducia nella qualità del prodotto (56%) e l’attenzione all’ambiente (50%).

Fra i canali d’acquisto preferiti dai consumatori bio prevalgono i supermercati (32% indica questo come luogo d’acquisto preferito), seguiti dagli specializzati in prodotti biologici (30%). Gli acquisti online (canale principale per il 9%), infine, sono compiuti principalmente sui siti di vendita dei rivenditori, sui marketplace e sui siti di vendita di prodotti naturali/biologici.

Criteri di scelta del bio: sostenibilità del prodotto, marca e prezzo

La presenza del marchio biologico non è l’unico aspetto che il consumatore considera quando sceglie i prodotti bio da mettere nel carrello: il fatto che il prodotto biologico sia confezionato in un packaging eco-friendly e che sia stato realizzato nel rispetto dell’ambiente sono fattori decisivi per l’acquisto per il 27% dei consumatori. Fondamentali anche la marca (del produttore per l’11% e private label per il 9%), l’origine (il 17% preferirebbe un prodotto bio fatto in EAU) e, infine, il prezzo (il 17% verifica la presenza di promozioni).

I driver di acquisto del bio: quali sono le motivazioni per cui si acquistano prodotti biologici e cosa acquistano i consumatori

I consumatori emiratini acquistano biologico innanzitutto perché lo ritengono un prodotto più sicuro per la salute (63%), perché si fidano della qualità dello stesso (56%) e perché i metodi di produzione sono più rispettosi dell’ambiente (50%) e del benessere degli animali (38%). “Tutti elementi molto importanti che garantiscono il successo del biologico sul mercato degli Emirati Arabi, grazie a una eccellente reputazione. Il 65% dei consumatori dichiara infatti che i prodotti biologici, rispetto a quelli alimentari tradizionali, hanno una qualità superiore”. Ma cosa si acquista in prevalenza? Baby food, ortofrutta fresca, uova, latte, formaggi, olio, condimenti e carne sono i prodotti top nei quali il bio è la prima scelta. 

Le prospettive per il biologico italiano in questo mercato sono dunque molto forti e non hanno subito alcuna battuta d’arresto a causa della pandemia, anzi. Il 53% di chi già acquistava prodotti bio, nel 2021 ha aumentato la spesa destinata agli stessi” – ha concluso Silvia Zucconi.

Il Made in Italy bio per il consumatore degli Emirati Arabi – Evita Gandini

Le potenzialità del biologico italiano diventano ancora più rilevanti quando si intrecciano con il fascino che i prodotti Made in Italy esercitano indiscutibilmente sui paesi stranieri.

Sono le premesse della seconda parte dell’indagine Nomisma, presentata da Evita Gandini, che ha messo in luce la percezione e le prospettive del bio Made in Italy negli Emirati Arabi Uniti.

Il primo aspetto che approfondiamo su ogni mercato è quello di capire qual è il ruolo dei prodotti stranieri nel paese oggetto dell’indagine, perché questo ci aiuta a decifrare la propensione d’acquisto verso il biologico italiano. Negli Emirati Arabi Uniti il 90% della popolazione è straniera e gran parte dei prodotti alimentari sono importati, questo comporta un tasso di penetrazione dei prodotti alimentari stranieri molto elevato, tanto che 9 cittadini su 10 nell’ultimo anno hanno consumato almeno una volta un prodotto alimentare proveniente dall’estero. E il primo paese è l’Italia, con il 43%” – ha ricordato Evita Gandini, Project Manager Nomisma.

Le caratteristiche dei prodotti alimentari che identificano il Made in Italy rispetto alla Francia, agli USA, all’India e in generale agli altri paesi sono l’ottima qualità per il 35% dei consumatori, la passione (35%), la cultura/tradizione (34%), la salute (33%), la creatività/innovazione (31%), lo status symbol/lusso (31%), la sicurezza alimentare (31%) e il gusto (31%).

L’ottimo posizionamento del Made in Italy sul mercato emiratino si conferma per i prodotti biologici. L’Italia è infatti al terzo posto nella percezione di qualità, con il 13%, dietro ad Arabia Saudita (21%) e Stati Uniti (16%), con i prodotti italiani che sono ritenuti una garanzia di qualità (per il 66% dei consumatori), hanno un gusto migliore (58%) e sono sicuri (52%). 

Questo valore aggiunto si riflette nell’80% di consumatori disposti a spendere di più per acquistare un prodotto alimentare bio di origine italiana. 

Per i consumatori degli Emirati Arabi l’origine italiana del biologico è particolarmente importante per alcuni prodotti alimentari, quali: la pasta (31%), la frutta e la verdura fresca (28%), i formaggi (26%), il latte (25%), l’olio EVO e i condimenti (24%). “Incrociando l’interesse verso il Made in Italy con l’importanza del marchio biologico si possono individuare quattro categorie di prodotti. Rispetto ad altri mercati che abbiamo indagato, la concentrazione di prodotti per cui il consumatore ritiene fondamentale sia la presenza del marchio biologico sia la garanzia di italianità, è molto più forte.” – ha osservato Evita Gandini

I non user bio Made in Italy: una quota di mercato da conquistare

L’ultima parte dell’indagine curata da Nomisma si è concentrata sugli attuali “non users” (il 92% dei consumatori negli Emirati Arabi non ha acquistato biologico Made in Italy nell’ultimo anno) per individuare le prospettive e le leve da attivare in futuro per migliorare il posizionamento sul mercato.

Un terzo dei consumatori (35%) non ha ancora acquistato prodotti biologici italiani perché non ne conosce le caratteristiche distintive, un altro terzo (33%) non li trova nei negozi che frequenta abitualmente. Ma se il consumatore li trovasse in assortimento, sarebbe interessato ad acquistarli nell’82% dei casi, mentre tra i fattori che potrebbero convincere la quota degli incerti (12%)ad acquistare un prodotto alimentare biologico italiano troviamo al primo posto la salute, con il 28%, ovvero sapere che quel prodotto fa bene, perché è caratterizzato da valori nutritivi positivi. Sono, infine, molto utili per il 27% le informazioni sul prodotto, come ad esempio quelle che riguardano le ricette o quelle presenti in etichetta”.

Nessuna ombra all’orizzonte, dunque, per i nostri prodotti bio nel futuro di questo mercato, considerando anche che l’81% dei consumatori ritiene molto efficaci o comunque sufficienti le campagne annuali di marketing sui prodotti alimentari biologici italiani rivolte al mercato locale e soltanto il 20% non conosce il marchio della certificazione biologica europea. A questo si aggiungono anche le previsioni per i prossimi 5 anni espresse dagli stessi consumatori: “L’attenzione alla salute e alla qualità di quello che si mette in tavola aumenteranno per un consumatore su due. Lo stesso accadrà per la spesa destinata all’acquisto di prodotti alimentari, con il 48% che aumenterà nei prossimi 5 anni la quota di prodotti biologici per la propria famiglia” – ha concluso Evita Gandini

ITA.BIO, la piattaforma ideale per decifrare il mercato e cogliere le opportunità

La piattaforma ITA.BIO supporta lo sviluppo del biologico italiano nei mercati internazionali. Attraverso ricerche e indagini, ITA.BIO raccoglie i numeri chiave del mercato del bio nel mondo ed è pertanto lo strumento ideale per decifrare gli scenari in continuo mutamento e individuare strategie e opportunità.

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