Realizzare performance di rilievo, anche mentre il Paese arretra: non solo continuare a navigare, ma farlo Controvento.
È quello che fanno un ristretto gruppo di aziende del settore manifatturiero, 4.656 per la precisione, protagoniste della ricerca Controvento, condotta da Nomisma in collaborazione con CRIF, con lo scopo di individuare le imprese italiane che sanno rispondere in maniera particolarmente efficace alle crescenti sfide competitive.
Dopo il successo della prima edizione, presentata a maggio 2020, Controvento giunge al secondo appuntamento, e ora l’obiettivo è indagare come si evolve nel tempo il gruppo che naviga “controvento” e “a vele spiegate”.
Il 2 febbraio, durante l’evento in diretta streaming Controvento – La struttura è più importante dell’impresa, i dati dello studio sono stati presentati da Lucio Poma, capo economista Nomisma e Responsabile Scientifico di Controvento, e Simone Mirani, General Manager Operations di CRIF Ratings.
La giornata – introdotta dal presidente di Nomisma Piero Gnudi e da quello di CRIF Carlo Gherardi – è stata moderata dal giornalista di La Repubblica Luca Piana, e ha potuto contare sull’autorevole intervento del sottosegretario allo sviluppo economico Gian Paolo Manzella.
Inoltre, a seguito della presentazione dei dati, sono intervenuti in una tavola rotonda, in rappresentanza delle imprese Controvento, Maurizio Marchesini, presidente di Marchesini Group, Ugo di Francesco, CEO di Chiesi Farmaceutici e Paolo Poma, managing director e CFO automobili di Lamborghini. Avremo occasione di approfondire i loro contributi in un secondo articolo.
In questo articolo abbiamo invece occasione di approfondire gli aspetti più rilevanti della ricerca Controvento grazie al contributo di Boris Popov, coordinatore del progetto.
Controvento, un’analisi per indagare la realtà manifatturiera dell’Italia
Per elaborare i dati di Controvento, sono stati esaminati i bilanci di 70.971 società di capitali rappresentative della dimensione e della conformazione manifatturiera del Paese, prendendo in esame il quinquennio 2014-2019.
Sono state successivamente individuate le 4.656 “imprese Controvento” stabilendo, come vedremo, stringenti criteri di performance che prendono in esame ricavi, EBITDA e valore aggiunto: per rientrare tra le imprese “controvento” viene richiesta una performance pari o superiore alla media manifatturiera italiana.
La fotografia scattata dallo studio “Controvento” si ferma al 2019 (ultimo anno di piena disponibilità dei bilanci delle imprese) risentendo inevitabilmente di un lag temporale rispetto alle ripercussioni dell’emergenza sanitaria sul sistema economico.
Ciò nonostante, “La forza di questa indagine è il fatto di poter essere usata in maniera prospettica” afferma Popov “perché per come è stata concepita, la metodologia di analisi economica che abbiamo sviluppato è di tipo strutturale e non congiunturale. La continuità di molte evidenze messe in luce con la prima edizione dell’analisi lo dimostra pienamente”.
Controvento non è infatti un Osservatorio per leggere i dati a posteriori: il suo obiettivo è indagare la struttura industriale del Paese per dare indicazioni precise su come uscire dalla recessione.
Il presidente di Nomisma Piero Gnudi durante i saluti di apertura del convegno, ha evidenziato come l’attuale crisi pandemica abbia interessato meno la manifattura e maggiormente i settori del terziario (turismo, commercio e servizi). La prossima edizione di Controvento permetterà di scoprire la “rotta” tenuta dalle aziende durante la pandemia.
Ciò che possiamo prefigurare grazie allo studio è che le aziende Controvento abbiano avuto una capacità di resilienza maggiore.
Quali sono i criteri di selezione?
Perché un’impresa venga classificata come “controvento” deve rispettare cinque rigidi criteri di selezione, impostati con parametri maggiori o uguali a quanto registrato mediamente all’interno del settore manifatturiero in Italia:
- Marginalità media (EBITDA/Ricavi) anni 2014-2018 ≥ 10%
- Variazione marginalità (2019 vs Media 2014-2018) ≥ 0,20%
- Tasso annuo di crescita dei Ricavi (CAGR) ≥ 5%
- Incremento Ricavi (2019 vs Media 2014-2018) ≥ 8,1%
- Incremento Valore Aggiunto/dipendenti (2019 vs Media 2014-2018) > 0
I criteri sono stati così impostati per evitare l’inclusione di imprese che hanno registrato un rimbalzo delle attività nel 2019 a seguito di una flessione nel 2018: le variazioni di periodo sono state realizzate considerando l’andamento medio registrato nei quattro esercizi di bilancio precedenti.
Le caratteristiche delle imprese “controvento”
Le 4.656 imprese “controvento” rappresentano il 6,6% del totale delle imprese manifatturiere considerate nell’analisi, e generano:
- il 7,9% di ricavi (pari a € 60,9 Mld)
- il 12,9% di valore aggiunto (€ 20,7 Mld)
- il 20,7% dell’EBITDA complessivo (€ 13,6 Mld).
Il Paese rallenta, ma chi va “controvento” accelera
In termini di crescita, dal 2014 queste aziende hanno visto aumentare i ricavi del 71,4%, mentre l’EBITDA in termini assoluti ha totalizzato una performance pari al +158% contro il +18% delle realtà “non controvento”.
“È proprio nel momento delle difficoltà che il gruppo Controvento accelera” spiega infatti Lucio Poma “e lo vediamo anche dal confronto tra l’andamento della marginalità tra EBITDA/Ricavi delle aziende “controvento” e delle imprese “non controvento” nel quinquennio 2014-2019”.’
Da questo parametro si vede chiaramente come, fino al 2017, la distanza tra i due gruppi sia rimasta costante, per poi intensificarsi proprio quando il Paese ha rallentato.
La dimensione delle imprese Controvento
Le imprese Controvento sono maggiormente concentrate nelle classi intermedie: si tratta di aziende di medie dimensioni con 50-249 addetti o piccole imprese con 10-49 addetti, dato che viene confermato anche analizzando la diversa distribuzione dei ricavi all’interno delle classi.
La loro localizzazione geografica
Le imprese Controvento sono maggiormente concentrate nell’Italia centro settentrionale, con un totale di 8 regioni (Trentino-Alto Adige, Veneto, Puglia, Friuli-Venezia Giulia, Umbria, Liguria, Piemonte e Emilia-Romagna) che aumentano di rilevanza.
Le regioni più competitive nella logica comparativa di Controvento sono localizzate nel Nord-Est: Trentino-Alto Adige (+45% nel numero di imprese e +51% nei ricavi), Veneto (+17% per imprese +13% nei ricavi) ed Emilia-Romagna (+3% per imprese +115% nei ricavi).
I settori merceologici a cui appartengono
Packaging, Farmaceutica, Autoveicoli, Metallo e Abbigliamento: anche a livello settoriale si possono individuare alcuni comparti che accelerano la propria rilevanza tra le imprese Controvento.
Tra questi, il settore che vede maggiormente aumentare la propria quota per numero di imprese è la Farmaceutica, con un’incidenza del 197%, tre volte superiore rispetto al complesso della manifattura, mentre considerando i ricavi è il Packaging a posizionarsi al primo posto con un’incidenza di oltre tre volte superiore (+215%).
In ogni settore si individuano specifici pattern: alcuni comparti aumentano la propria rilevanza, mentre altri al contrario subiscono un ridimensionamento.
Aziende veterane, debuttanti e cadette
Per comprendere come si evolve il gruppo delle aziende Controvento, si è proposta una nuova classificazione:
- Veterane, ovvero le aziende che per due anni hanno superato la soglia Controvento
- Debuttanti, le aziende che nel 2018 non c’erano e nel 2019 sono entrate a far parte del gruppo Controvento
- Cadette, ovvero le imprese che sono uscite dal gruppo Controvento rispetto all’anno precedente.
Le imprese Veterane vantano un volume d’affari che cresce a ritmi più sostenuti rispetto alle Debuttanti (+79,1% VS +63,7%) e una marginalità che non subisce battute d’arresto nella sua crescita.
Mostrano infatti un tasso di crescita degli investimenti molto superiore rispetto alle Debuttanti con un’incidenza sui ricavi mediamente superiore.
Da notare come in entrambi i gruppi ci sia una propensione all’investimento (materiale e immateriale) veramente elevata (valori tra il 9% e il 12% dei ricavi) rispetto alla media manifatturiera (circa 4%).
Per il gruppo dei Cadetti, invece, l’ostacolo insormontabile nel 70,6% dei casi è stato il criterio che richiede una variazione di marginalità positiva: 4 cadetti su 10 non riescono inoltre a dare continuità anche nell’ultima rilevazione a un sufficiente ritmo di crescita dei ricavi (superiore all’8,1%).
Controvento 2018 e 2019: il confronto mostra risultati sorprendenti
Comparando le caratteristiche del gruppo di imprese Controvento della seconda edizione con il gruppo individuato l’anno scorso emergono risultati degni di nota: come si può osservare i due campioni Controvento sono molto simili nelle dimensioni.
Tuttavia, pur avendo numerosità simile (in termini assoluti e di incidenza), circa la metà delle imprese che formano il gruppo Controvento 2019 sono diverse:
- in Controvento 2019 si ripropongono 2.073 imprese Veterane che superano per due anni consecutivi i criteri di selezione;
- il nuovo campione Controvento è quindi formato per il 44,5% da Veterane e per il 55,5% da Debuttanti, che passano quindi per la prima volta i criteri di selezione.
Dalla comparazione dei due insiemi si conferma, quindi, gran parte delle evidenze della prima edizione di Controvento:
- La distribuzione delle classi dimensionali nei due insiemi Controvento è praticamente sovrapponibile
- Al netto di alcuni territori con risultati variabili, il Nord-Est (Trentino, Veneto ed Emilia-Romagna) conferma la propria predisposizione ad ospitare imprese Controvento
- Packaging e Farmaceutica si confermano come i settori a maggiore propensione Controvento.
Tale risultato è ancor più sorprendente considerando che i parametri di selezione sono stati concepiti indipendentemente dalla dimensione, dal territorio di localizzazione o dal settore merceologico di riferimento.
Cambiano gli attori, ma la scena rimane la stessa: ecco perché la struttura è più importante dell’impresa
È stato quindi utilizzato un approccio metodologico che ha individuato un nuovo insieme di imprese che presentano alcuni fattori comuni a garanzia di una maggior capacità competitiva in termini relativi.
“Esistono quindi alcune caratteristiche strutturali che il sistema economico nel suo complesso tende a conservare, seppur nella mutazione degli attori individuali” afferma Boris Popov “determinando uno scenario per cui cambiano sì i singoli, ma la visione complessiva rimane la stessa”.
È questo aspetto che ci permette di considerare la forza di un’analisi come Controvento nella capacità di evidenziare la competitività di un sistema complessivo, indipendentemente dal caso singolo; “ed è nato proprio così il titolo dell’evento di presentazione dei dati: in Controvento, infatti, la struttura è davvero più importante dell’impresa” ha concluso Popov.
Lo studio CRIF conferma la bontà dell’indagine
“Ciò che ha permesso a queste aziende di navigare controvento” spiega Boris Popov “è stata la loro capacità di competere in un ambiente non favorevole, fatto di concorrenza globale, eccessiva burocrazia, incertezza del quadro normativo, , difficoltà di accesso ai finanziamenti. Le imprese Controvento hanno interpretato i cambiamenti di mercato, hanno compiuto svolte tecnologiche e hanno continuato ad investire. L’analisi sulla sostenibilità finanziaria delle imprese Controvento sviluppata da CRIF ne fornisce ulteriore conferma, avvalorando la bontà metodologica della selezione realizzata da Nomisma.
I risultati di questo approfondimento sono stati illustrati da Simone Mirani, General Manager Operations di CRIF Ratings.
Struttura patrimoniale solida e investimenti doppi: le imprese Controvento sanno come sfidare la crisi
Innanzitutto, nel triennio 2017-2019, l’incremento del patrimonio netto delle imprese “controvento” è stato nettamente superiore rispetto all’incremento dei debiti.
Queste aziende hanno quindi generato più utili, e li hanno reinvestiti nello sviluppo. Le Veterane, in particolare, hanno avuto un rapporto tra debiti e patrimonio netto particolarmente contenuto.
Per quanto riguarda poi il rapporto tra investimenti e fatturato, si è stimato che le realtà “controvento” investano in media il 4% del fatturato, rispetto al 2% delle imprese italiane.
“Sicuramente il successo non arriva in un solo anno” afferma Mirani “ma dalla capacità di portare avanti anno dopo anno gli investimenti giusti, puntando per esempio di più su digitalizzazione, innovazione e industria 4.0”.
In particolare poi, osservando la posizione dei Cadetti, si comprende come queste aziende abbiano sempre investito più della media, ma generando comunque un gap di 50 punti rispetto alle Veterane e alle Debuttanti. “È proprio questo gap che non permette di soddisfare tutti i parametri che abbiamo visto in precedenza”, spiega Mirani.
Per quanto riguarda poi il Ritorno sull’Attivo (ROA) e il Ritorno sul Patrimonio Netto (ROE), si osserva che:
- il ROA Controvento è 4 volte superiore rispetto a quelle delle imprese italiane
- il ROE è 5 volte superiore.
Più fieno nella cascina delle imprese “controvento”
Degno di nota è poi il rapporto tra cassa e debiti correnti delle aziende Controvento: Simone Mirani presenta la proporzione evidenziando che “per ogni euro di debito, ci sono 50 centesimi in cassa, contro i 17 centesimi della media italiana”.
CRIF ha inoltre confermato che la percentuale di aziende controvento “resilienti alla crisi” è nettamente superiore alla media italiana.
Utilizzando infatti i parametri dell’ Osservatorio CRIF Pulse Score, che classifica le aziende italiane in quattro cluster a seconda della loro capacità di resistere e ripartire, si vede come Veterane, Debuttanti e Cadetti mostrino ottime performance.
“Via via che proseguiremo con le analisi Controvento” conclude Boris Popov “sarà possibile compilare una serie storica di dati che ci permetterà di ampliare lo spettro della nostra indagine. Anno dopo anno comprenderemo meglio qual è il grado di continuità della competitività che permette ad alcune aziende di navigare Controvento, e di farlo con solidità e consapevolezza”.
I dati dell’Osservatorio Controvento, un’opportunità per le imprese italiane
Controvento mira oggi a diventare un Osservatorio continuativo, con l’obiettivo di indagare il sistema manifatturiero italiano ed estendere l’analisi a molteplici aspetti di interesse.
Poter accedere ai dati Controvento è quindi, per le aziende italiane, un’opportunità di rilievo anche per osservare come la crescita si evolve nel tempo.
L’appuntamento è ora per un secondo articolo, dove verrà presenta la tavola rotonda tra Marchesini, Chiesi e Lamborghini, e in cui avremo occasione di indagare alcuni aspetti della rotta che stanno seguendo le imprese che procedono Controvento.