Il 19% della middle-upper class cinese nelle principali città ha acquistato almeno un prodotto bio Made in Italy nel 2020 e il nostro Paese è considerato una garanzia di qualità nel biologico, soprattutto per quanto riguarda i prodotti lattiero-caseari, il baby food, la carne, la pasta e i prodotti da forno.
Questi sono alcuni dei dati emersi dall’indagine presentata da Nomisma e realizzata all’interno del progetto ITA.BIO, la prima piattaforma del biologico Made In Italy con dati e informazioni utili per l’internazionalizzazione dei prodotti biologici italiani, promossa da FederBio Servizi Srl e ICE a cura di Nomisma.
Dopo il focus sul mercato USA, Nomisma si è concentrata sul mercato cinese per valutare l’interesse dei consumatori verso il biologico e, nello specifico, verso i prodotti Made in Italy Bio. In questo articolo verranno presentati i principali dati emersi dall’indagine che ha coinvolto un campione di 1.200 responsabili degli acquisti alimentari della famiglia tra i 18 e i 55 anni, appartenenti alla middle-upper class (40-100 mila renminbi annui) delle principali high-tier cities (Pechino, Shanghai e Guangzhou).
I numeri chiave del biologico in Cina
In Cina, il biologico rappresenta un attributo con crescente interesse per il consumatore. Ne è testimonianza l’accelerazione delle vendite: nel 2018 hanno raggiunto 8 miliardi di euro con un balzo del 70% rispetto al 2015, garantendo alla Cina il quarto mercato per vendite bio (8% delle vendite realizzate a livello mondiale).
Una crescita di lungo periodo con radici lontane, tanto che lo sviluppo delle vendite bio in nemmeno 10 anni ha registrato un +923%.
La riprova del crescente interesse nei confronti del biologico da parte dei consumatori cinesi c’è anche il fatto che la pandemia da Covid-19 non ha causato alcun rallentamento, anzi, la crisi sanitaria ha messo al centro dell’attenzione fattori come il benessere, la salute e il ruolo del cibo nel mantenimento di una buona condizione fisica, tutti elementi che hanno fatto da traino per il comparto bio. A questo proposito, secondo la consumer survey di Nomisma, il 46% delle famiglie cinesi sarà sempre più attenta ai prodotti che mangia e il 61% aumenterà la spesa in alimenti bio da qui al 2025.
Le potenzialità per il biologico italiano sul mercato cinese non si fermano esclusivamente al crescente sviluppo delle vendite, ma sono determinate anche dall’ancor ridotto quota del carrello bio sulla spesa alimentare nel complesso (1,2%), dall’ampiezza della consumer base sia in ambito domestico che nell’away from home (rispettivamente 64% e 56% la quota di user), dalla crescita della superficie agricola interna più contenuta rispetto allo sviluppo del mercato (+188% la crescita degli ettari coltivati a biologico), con orientamenti produttivi che non sempre saturano le esigenze dei consumatori.
L’interesse per il bio riguarda soprattutto le high-tier cities (città principali come Pechino, Shanghai e Guangzhou) e l’upper class (oltre 100 mila renminbi annui), e la spesa pro-capite non supera i 5,5 euro, secondo i dati riferiti al 2018, una cifra ancora modesta se confrontata con quella degli Stati Uniti (125 euro) e dell’Italia (58 euro).
Il consumatore bio in Cina
L’analisi Nomisma rileva che il 64% dei consumatori cinesi ha acquistato alimenti o bevande bio nel 2020, di questi, un quarto (25%) è frequent user. La propensione all’acquisto di prodotti bio è più forte tra le persone appartenenti all’upper class: la quota di user bio sale al 76% tra chi ha redditi mensili sopra ai 16.000 renminbi, al 74% tra coloro che possiedono un titolo di studio elevato e al 68% tra i lavoratori autonomi, gli imprenditori e i liberi professionisti.
Dalla consumer survey, inoltre, si evince che l’identikit del consumatore bio corrisponde a un millennial con figli, abituato agli acquisti online: in questi tre target, infatti, la quota di chi acquista alimenti biologici è più elevata rispetto alla media e corrispondono, rispettivamente, al 66, 67 e 70%.
Perché il consumatore cinese acquista biologico?
Il consumatore cinese sceglie alimenti e bevande biologici per tre motivazioni: maggiore rassicurazione sulla sicurezza alimentare del prodotto (citata dal 28% degli organic user), una qualità superiore (24%) e la volontà di fare scelte alimentari in grado di preservare l’ambiente (23%). Tutti fattori divenuti ancora più importanti all’epoca dell’emergenza sanitaria tanto che quasi 500mila cinesi per la prima volta hanno sperimentato l’acquisto di un prodotto bio, e il 47% di chi già li consumava ne ha aumentato l’acquisto.
Driver di acquisto di un prodotto biologico in Cina
Nella scelta di un prodotto bio, il 29% degli acquirenti ritengono fondamentale che il prodotto e la confezione siano coerenti rispetto ai valori della sostenibilità, realizzati con confezioni eco-friendly e nel rispetto dell’ambiente. Accanto a tali valori il 22% guida le scelte controllando l’origine, mostrando preferenze non solo per i prodotti locali ma anche per la provenienza da paesi stranieri di cui si apprezza la qualità.
Il Made in Italy per il consumatore cinese
A proposito di qualità, i consumatori cinesi mettono l’Italia al primo posto, sia per la qualità degli alimenti in generale (il 17% cita l’Italia quando pensa a un Paese produttore di eccellenze nel Food & Beverage) che per quella dei prodotti biologici (18%).
Ben il 19% di consumatori cinesi ha acquistato almeno una volta alimenti o bevande biologici Made in Italy nell’ultimo anno, percentuale che aumenta tra coloro che sono stati in Italia negli ultimi 5 anni (il tasso di user di prodotti italiani bio sale al 28%). I segmenti che mostrano una maggiore propensione al biologico italiano sono i consumatori abituati a fare acquisti online, i millennial e i mass affluent (chi ha redditi annui di quasi 200 mila renminbi): in queste tre fasce, gli user di bio Made in Italy raggiungono, rispettivamente, il 26, il 24 e il 22%.
I prodotti biologici per cui l’origine italiana rappresenta un elemento distintivo d’interesse per il consumatore cinese: in particolare sono i prodotti lattiero caseari in generale (con un interesse in particolare per il latte per l’infanzia nelle famiglie con figli piccoli), il baby food, la carne e i suoi derivati, la pasta e i prodotti da forno.
ITA.BIO: la piattaforma che supporta le imprese bio nella promozione dei prodotti del bio Made in Italy sui mercati esteri
La piattaforma ITA.BIO, promossa da Federbio e ICE, a cura di Nomisma, nasce con l’obiettivo di supportare le imprese bio italiane nella delicata fase di promozione dei propri prodotti sui mercati internazionali. La piattaforma – che contiene dati e informazioni utili a disposizione delle aziende del settore – è stata sviluppata per:
- supportare la definizione di politiche di promozione, grazie alle informazioni sui mercati di riferimento;
- proporre soluzioni di market intelligence volte a promuovere lo sviluppo della filiera agroalimentare del Paese e la sua internazionalizzazione;
- sostenere la promozione del biologico Made in Italy sui mercati internazionali;
- individuare i prodotti BIO Made in Italy che hanno il maggiore potenziale all’estero, soprattutto in USA e in Cina e con particolare riferimento al canale e-commerce;
- offrire numeri e competenze di scenario sui principali mercati di riferimento;
- fare rete con la community, condividendo le informazioni sui mercati e aiutando a interpretare le sfide dello scenario competitivo globale.