Il programma di lavoro 2025 della Commissione UE: la competitività al centro delle azioni

5 marzo 2025 – Ogni anno la Commissione Europea in carica adotta un Programma di lavoro annuale in cui sono elencate le azioni che prevede di realizzare nel corso dei mesi successivi. Grazie alla collaborazione con FB & Associati – la prima società di consulenza specializzata in public affairs, advocacy e lobbying con la quale Nomisma ha attivato una joint venture strategica finalizzata allo sviluppo di nuove soluzioni integrate con la propria profonda conoscenza dei settori e delle dinamiche economico-politiche – è stato possibile approfondire gli impegni politici in termini di presentazione di nuove iniziative, ritiro di proposte in sospeso e riesame della normativa UE vigente, traducendo di conseguenza in esempi concreti le intenzioni politiche che la Commissione intende perseguire.

Trattandosi del primo Programma di lavoro della nuova Commissione, questo documento offre indicazioni utili per comprendere meglio le priorità del secondo mandato di Ursula von der Leyen. Oltre a basarsi sulle linee guida politiche 2024-2029, presentate lo scorso luglio, e sulle mission letter inviate dalla Presidente ai Commissari a settembre, il Programma segue di due settimane la pubblicazione del Competitiveness Compass. Quest’ultimo aveva già delineato parte del piano di lavoro della Commissione e, in particolare per il rilancio dell’industria UE, ne riprende principi e obiettivi strategici. Il programma, infatti, mette al centro la competitività europea e per aumentarne il potenziale si focalizza soprattutto sulla semplificazione per migliorare l’efficacia delle politiche e rafforzare la competitività dell’UE, prevedendo i primi di una serie di interventi legislativi trasversali (cd. pacchetti omnibus) volti a ridurre gli oneri burocratici per le imprese e i cittadini.

Le priorità individuate

La Commissione ha individuato sette priorità chiave, in base alle quali sono articolate le singole iniziative. La prima, già anticipata, riguarda un nuovo piano per la prosperità sostenibile e la competitività dell’UE, ponendo al centro il rilancio dell’industria europea, senza fuoriuscire dal solco della decarbonizzazione, tracciato soprattutto nel corso della precedente legislatura.

Una seconda priorità riguarda una nuova era per la difesa e la sicurezza europea, tematica resa centrale soprattutto dagli eventi geopolitici degli ultimi anni.

Il programma si concentra anche sul miglioramento del benessere dei cittadini attraverso il rafforzamento del modello sociale (diritti sociali, lavoro, competenze) e il sostegno alla qualità della vita (sicurezza alimentare, acqua e natura).

Trovano spazio in questo elenco anche la necessità di proteggere la democrazia e sostenere i valori UE, la valorizzazione del ruolo globale dell’UE e dei suoi partenariati e infine la necessità di preparare l’Unione per il futuro.

Oltre alle sette priorità, il documento pone un’attenzione trasversale sul tema, già citato, della semplificazione. Il programma evidenzia infatti le misure che, indipendentemente dalla priorità chiave a cui appartengono, includono interventi per ridurre gli oneri burocratici. Inoltre, congiuntamente ai documenti sul programma, è stata pubblicata una seconda Comunicazione, dedicata proprio alla semplificazione e all’implementazione, che delinea un vero e proprio manifesto per la riduzione della burocrazia da parte della nuova Commissione.

Alla Comunicazione che illustra le sette direttrici che la Commissione intende seguire nel 2025, si accompagnano gli allegati che elencano le misure concrete su cui si concentrerà l’attività del Collegio. L’elenco comprende 45 nuove iniziative di policy37 valutazioni e fitness check, 123 proposte in sospeso, 37 proposte da ritirare e 5 abrogazioni previste.

Il focus più rilevante per comprendere a pieno le intenzioni della nuova Commissione è probabilmente quello che può essere fatto sulle nuove iniziative. Le 45 proposte attese per il 2025 – 11 delle quali comprendono misure di semplificazione – sono infatti divise secondo le sette priorità chiave, ma la ripartizione non è affatto simmetrica: ben 20 delle 45 nuove iniziative rientrano infatti nell’alveo della prima priorità, che riguarda prosperità sostenibile e competitività.

La competitività al centro delle azioni

La competitività delle industrie UE resta dunque il principale leitmotiv delle prime comunicazioni ufficiali della Commissione Von der Leyen II, rilanciando nel programma buona parte delle disposizioni già annunciate all’interno del Competitiveness Compass. Il tema dovrebbe essere fortemente presente anche nei prossimi passi della Commissione, come ad esempio nel nuovo Clean Industrial Deal.

Secondo le prime anticipazioni, il Clean Industrial Deal traccerà la strada per un nuovo ecosistema industriale europeo fondato sulla crescita e sulla prosperità, con l’obiettivo di superare le soluzioni settoriali tradizionali e adottare un approccio che abbracci l’intera catena del valore.

Il piano, descritto come una tabella di marcia congiunta per la competitività e la decarbonizzazione, individua sei business drivers su cui concentrare le azioni:

  • energia a prezzi accessibili,
  • mercati guida,
  • finanziamenti,
  • circolarità e accesso ai materiali,
  • mercati globali e partenariati internazionali,

Inoltre, la Comunicazione dovrebbe essere accompagnata da una revisione delle norme sugli aiuti di Stato, con l’obiettivo di incentivare gli investimenti necessari per tradurre in pratica le misure previste dal Clean Industrial Deal.

In sostanza, dopo aver delineato le coordinate strategiche per la competitività europea con il Competitiveness Compass, la Commissione ha scelto di dedicare una parte significativa del primo anno di lavoro a misure concrete in questo ambito. Il passo successivo, con il Clean Industrial Deal, riguarderà invece la struttura e le modalità con cui attuare il rilancio dell’industria europea e fornire una valutazione delle risorse necessarie a tale progetto. Tuttavia, perché questa strategia diventi realtà, sarà fondamentale tradurla in misure operative capaci di incidere concretamente nei diversi settori ed è quello che ci si attende già dalle prime misure indicate nel Programma di lavoro.

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