Il biologico continua a rappresentare un pilastro della sostenibilità e della salubrità alimentare, ma i green claims generano confusione tra i consumatori. Questo è quanto emerge dalla recente ricerca condotta da Nomisma in collaborazione con AssoBio, presentata a Marca by BolognaFiere 2025 in occasione del convegno “Oltre il biologico. Innovazione, Fiducia e Sostenibilità per un nuovo rapporto con il consumatore”.
L’evento è stato realizzato nell’ambito della campagna “Being Organic in EU”, promossa da FederBio in collaborazione con Naturland e cofinanziata dall’Unione europea ai sensi del Reg. EU n.1144/2014.
Cresce l’interesse per il biologico: una consumer base in espansione
Nel corso del 2024, il biologico ha registrato un’ulteriore crescita dell’interesse da parte dei consumatori italiani. Secondo l’indagine Nomisma, il 93% della popolazione tra i 18 e i 65 anni – pari a 24 milioni di famiglie – ha acquistato almeno un prodotto alimentare biologico nell’ultimo anno. Un dato impressionante se confrontato con il 50% rilevato nel 2012, che evidenzia una crescente consapevolezza verso il consumo sostenibile.
L’Italia, pur classificandosi al quarto posto a livello mondiale per consumi di prodotti biologici, presenta ancora margini di miglioramento rispetto ad altri Paesi europei: la spesa pro capite per alimenti bio si attesta a 67 euro (2022), rappresentando solo il 3% della spesa alimentare in Iper e Supermercati (AT Nov 2024, NielsenIQ). La Distribuzione Moderna, che genera circa il 58% delle vendite legate ai consumi domestici di prodotti biologici, ha registrato un incremento significativo, con un valore di 2,2 miliardi di euro nel 2024 (+4,5% rispetto all’anno precedente) (Omnichannel, Peso Imposto, AT Nov 2024, NielsenIQ).
Bio e green claims: quanto ne sanno davvero i consumatori?
Il panorama alimentare si sta arricchendo di nuovi green claims – come “Residuo Zero” per i prodotti alimentari di origine vegetale freschi o trasformati – che stanno catturando l’attenzione dei consumatori.
La ricerca Nomisma ha evidenziato diffusa incertezza e scarsa consapevolezza tra le famiglie italiane sui valori e le garanzie che questi claims offrono.
2 consumatori su 3 ritengono erroneamente che il metodo di produzione collegato ai prodotti “Residuo Zero” sia completamente privo di chimica di sintesi, una percezione particolarmente marcata tra chi non consuma prodotti alimentari a marchio biologico.
Se da un lato il 54% dei consumatori riconosce il biologico come sinonimo di maggiori garanzie, il 23% considera le referenze dei prodotti con claim “Residuo Zero” equivalenti a quelle del bio, mentre un ulteriore 23% li ritiene addirittura superiori.
Il biologico sullo scaffale: percezione e garanzie distintive
Nonostante la concorrenza dei green claims e le asimmetrie informative, il biologico continua a godere di un posizionamento privilegiato nella mente dei consumatori. Secondo i dati, l’82% dei consumatori associa il marchio bio a una produzione sostenibile dal punto di vista ambientale e il 71% all’esclusione della chimica di sintesi nei processi produttivi.
Inoltre, il metodo di produzione biologico viene apprezzato per il suo impegno nella tutela e salvaguardia del suolo (79%), per la qualità e la tracciabilità garantite dalla presenza di una certificazione europea (76%) e per l’assenza di prodotti di sintesi (73%).
Questi elementi distintivi si traducono in valore aggiunto percepito in termini di sicurezza per la salute (19%), trasparenza dei processi produttivi lungo la filiera (19%) e migliori proprietà nutrizionali (14%).
Sul bio vi è dunque una maggiore consapevolezza di valori e garanzie rispetto al meno conosciuto “Residuo zero”, su cui il 50% ritiene di non avere informazioni chiare.
Il biologico di domani: come rafforzare il mercato?
La resilienza del biologico è supportata da una crescente attenzione verso la sostenibilità e da macro-trend di mercato in miglioramento. Nonostante la crescita stimata dell’economia italiana si attesti al di sotto della media europea nel 2024 (+0,7% del PIL, secondo il FMI), migliorano le intenzioni di spesa per i consumi alimentari domestici, con il 21% degli italiani pronto ad aumentare il budget dedicato agli acquisti alimentari nei prossimi 12-18 mesi.
Per consolidare il ruolo del biologico nel mercato italiano, è fondamentale promuovere iniziative di sensibilizzazione che informino i consumatori sui valori, gli elementi distintivi e le garanzie offerte dalla certificazione bio rispetto ad altri claims – ha dichiarato Silvia Zucconi, Chief Operating Officer Nomisma, nel corso della presentazione.
Per ulteriori approfondimenti e aggiornamenti sui trend del mercato biologico, non perdere l’appuntamento con l’Osservatorio Sana a Rivoluzione Bio 2025, il 24 febbraio 2025 presso BolognaFiere, nell’ambito di SANA Food.
Nomisma Agroalimentare per il biologico
Con un approccio basato su dati affidabili e analisi approfondite, Nomisma Agroalimentare offre consulenze personalizzate e strumenti di monitoraggio per aiutare aziende, istituzioni e stakeholder a cogliere le opportunità offerte dal mercato con strategie mirate e affrontare le sfide di un settore in costante evoluzione.
Questo impegno conferma il ruolo di Nomisma come partner di riferimento per chiunque voglia operare con successo nel mondo del biologico e della sostenibilità alimentare.