12 dicembre 2024 – L’industria mangimistica offre un contributo rilevante alle performance economiche di un ampio e complesso indotto agroalimentare, identificabile come Feed Economy.
È quanto emerge dal Rapporto Feed Economy, realizzato da Nomisma per ASSALZOO e presentato oggi da Ersilia Di Tullio – Head of Strategic Advisory di Nomisma – presso il Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste a Roma.
Le principali evidenze dello studio
- Un settore rilevante
Nel 2022, l’industria mangimistica ha registrato un fatturato di 11,9 miliardi di euro, impegnando 300 imprese, 420 stabilimenti e 8.300 addetti.
- Un motore per l’agricoltura
La Feed Economy genera il 37% del valore della produzione agricola, coinvolgendo oltre 371.000 aziende agricole.
- Un pilastro per l’industria alimentare
La Feed Economy contribuisce con il 38% alla generazione del valore della produzione industriale alimentare, grazie all’attività di circa 6.500 imprese alimentari.
- Un impatto sul consumo
Il 38% della spesa in generi alimentari degli italiani fa riferimento alla Feed Economy, coinvolgendo oltre 125.000 imprese del retail tradizionale e della GDO.
- Dipendenza dalle importazioni
La Feed Economy impiega materie prime agricole per le quali sconta una strutturale dipendenza dall’estero, tanto che l’import sulle materie prime mangimistiche ammonta a 6.133 milioni di euro.
- Un contributo all’export italiano
Il settore, infine, contribuisce per il 19% all’export italiano, grazie alla vendite estere di formaggi, salumi e mangimi.
Nomisma Agroalimentare
Questa analisi, realizzata per studiare il valore dell’industria mangimistica, fa parte dei servizi che Nomisma offre in campo agroalimentare. Le soluzioni di Nomisma forniscono strumenti per monitorare e interpretare le dinamiche economiche e i fenomeni di mercato, supportando in maniera strategica imprese, consorzi, istituzioni e policy maker.