Energetica e protezione ambientale: le riforme e gli investimenti del PNRR

11 ottobre 2024 – Il Piano Strutturale di Bilancio di Medio Termine del Governo italiano per il periodo 2025-2029 assicura il completamento degli investimenti strategici avviati con il PNRR e prevede misure per facilitare la mobilizzazione di risorse pubbliche e private per finanziare lo sviluppo sostenibile e la mitigazione dei cambiamenti climatici.

Grazie alla collaborazione con FB & Associati – la prima società di consulenza specializzata in public affairs, advocacy e lobbying con la quale Nomisma ha attivato una joint venture strategica finalizzata allo sviluppo di nuove soluzioni integrate con la propria profonda conoscenza dei settori e delle dinamiche economico-politiche – è stato possibile approfondire le principali disposizioni in tema di transizione verde, sicurezza energetica e protezione ambientale contenute nel nuovo PSB.

Nel quadro del Pacchetto Fit for 55, l’Italia è chiamata a contribuire alla mitigazione dei cambiamenti climatici, con obiettivi specifici da raggiungere entro il 2030 che includono la riduzione delle emissioni di gas serra, l’incremento della produzione di energia da fonti rinnovabili ed il miglioramento dell’efficienza energetica.

Il Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (PNIEC) individua, invece, le misure legislative e programmatiche volte a collegare i progressi attuali con gli obiettivi previsti per il 2030.

Il Piano Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici, infine, mira a rendere più resiliente il territorio italiano e a preservare la competitività dei settori maggiormente esposti ai rischi climatici. In tale contesto, l’Italia si è impegnata a:

  • Stanziare 30 milioni di euro annui tra il 2025 e il 2029 per garantire l’attuazione del piano e il funzionamento dell’Osservatorio nazionale per l’adattamento ai cambiamenti climatici.
  • A partire dal 2026, entrerà in funzione il Sistema di Monitoraggio Integrato, il quale avrà il compito di gestire i dati relativi all’osservazione del territorio e di tutelare l’ambiente, contrastando i danni ambientali.
  • Entro il 2030, l’Italia dovrà attuare misure sufficienti per ripristinare almeno il 20% delle zone terrestri e marittime dell’Unione Europea, definendo obiettivi specifici e il relativo quadro attuativo.

Le missioni relative alla transizione verde e alla rivoluzione ecologica, nonché al REPowerEU, prevedono rispettivamente investimenti per circa 55 miliardi di euro e 11 miliardi di euro.

Ulteriori misure per il raggiungimento degli obiettivi

Obiettivo del Piano è di favorire crescita economica, migliorare la competitività delle imprese e ridurre i divari territoriali.

Il Piano Mattei mira, in particolare, a rafforzare il ruolo dell’Italia nei mercati energetici dell’UE, con focus su integrazione, efficienza e diversificazione degli approvvigionamenti.

Le priorità del piano consistono nel potenziamento di investimenti, infrastrutture e relazioni con Paesi fornitori per fare dell’Italia un hub energetico europeo, oltre lo sviluppo di un corridoio per le rinnovabili dall’area mediterranea.

Oltre alla transizione energetica, sono previsti interventi per lo sviluppo di tecnologie applicate all’energia e la creazione di centri di innovazione per promuovere start-up locali, capitale umano e occupazione.

Potenziamento delle infrastrutture energetiche

A luglio 2024 è partito anche il progetto “A Roadmap to Connect Africa to Europe for Clean Energy Production“, finanziato dalla Commissione europea e implementato dalla Banca Mondiale. Il progetto mira a stimare le riforme e gli investimenti necessari per collegare l’Italia al Nord Africa, facendo dell’Italia un hub energetico per l’energia rinnovabile prodotta in Africa. Il termine del progetto è previsto per la seconda metà del 2025, con investimenti finanziati nell’orizzonte del Piano.

Nello specifico, l’Italia si impegna a ridurre i consumi energetici degli edifici pubblici e privati, con misure per l’efficientamento energetico in linea con la strategia europea al 2030. La Direttiva sull’Efficienza Energetica impone alla Pubblica Amministrazione di ridurre i consumi energetici dell’1,9% annuo rispetto al 2021.

Per il settore immobiliare residenziale, invece, la Direttiva sulla Prestazione Energetica degli Edifici impone un risparmio del 16% del consumo di energia primaria entro il 2030, con focus sugli edifici con prestazioni peggiori.

Nel complesso, l’Italia ha migliorato i consumi energetici del 6,2% tra il 2020 e il 2024 e prevede nuove misure per promuovere investimenti privati e sostenere la decarbonizzazione.

Tra le misure proposte, la creazione di un mercato per i certificati bianchi nel settore residenziale, l’accessibilità dell’archivio del Sistema Informativo sugli Attestati di Prestazione Energetica, la facilitazione di interventi di risparmio energetico nei regolamenti condominiali.

Sistema idrico più efficiente e resiliente

Il Piano prevede anche misure e investimenti per valorizzare l’acqua e ridurre gli sprechi a causa dell’aumento di eventi climatici avversi.

Nello specifico, è prevista l’istituzione di un fondo di 25 milioni di euro annui dal 2025 al 2029 per il riutilizzo delle acque reflue urbane in situazioni di crisi idrica.

I gestori del servizio idrico integrato potranno utilizzare queste risorse per migliorare la disponibilità dell’acqua durante le crisi idriche e incentivare il riutilizzo delle acque reflue.

Capitali pubblici e privati per la transizione energetica ed ecologica

La realizzazione degli obiettivi del PNIEC 2024 richiederà oltre 174 miliardi di investimenti aggiuntivi cumulati tra il 2024 e il 2030.

Questi investimenti rappresentano un incremento del 27% rispetto a quanto previsto nello scenario attuale.

Alcuni schemi di garanzia nazionale, come Archimede, sosterranno gli investimenti privati. Ulteriori soluzioni di finanziamento e schemi di blending potrebbero essere utili per avviare i diversi programmi di investimento.

Ruolo dei Green Bond Sovrani

Dal 2021 l’Italia ha introdotto i “BTP Green” per finanziare interventi e spese legate alla sostenibilità ambientale. Nello specifico, i proventi delle emissioni di BTP Green sono destinati alla copertura di spese sostenibili nel bilancio dello Stato, sia nell’anno di emissione che nei tre anni precedenti.

Le risorse raccolte sono utilizzate per finanziare investimenti green, inclusi progetti per energie rinnovabili, efficienza energetica, mobilità sostenibile e tutela ambientale.

Le emissioni di BTP Green dal marzo 2021 hanno raggiunto 45,65 miliardi di euro, con una significativa sottoscrizione da parte di investitori ESG.

Il governo italiano intende continuare e rafforzare le emissioni di titoli verdi, migliorando la qualità del processo di selezione delle spese ambientali e promuovendo una maggiore partecipazione delle amministrazioni pubbliche.

È prevista anche una revisione del Quadro di riferimento per l’emissione di titoli green per allinearlo agli obiettivi della Tassonomia UE e affrontare le criticità emerse.

Promozione della finanza sostenibile

L’Italia ha avviato diverse iniziative per facilitare la partecipazione dei privati nel finanziamento della transizione ecologica, tra cui l’istituzione di un Tavolo per la Finanza Sostenibile a livello nazionale. Il Tavolo mira a mobilitare risorse private per sostenere la transizione verde, favorendo la competitività e gli investimenti green, attraverso il coordinamento tra autorità e la condivisione di buone pratiche.

Uno dei gruppi di lavoro si occupa della disponibilità dei dati sui rischi climatici e naturali, con progetti come “Clim-fit” per valutare l’impatto dei rischi fisici sulle esposizioni bancarie, a partire dai mutui immobiliari.

Altro gruppo di lavoro è dedicato all’informativa di sostenibilità per PMI e microimprese, con la creazione di formati standardizzati per raccogliere informazioni ESG e agevolare l’accesso ai finanziamenti green.

Al contempo sono state adottate misure governative per aumentare la copertura assicurativa contro i rischi climatici e ambientali per imprese e famiglie, riducendo il protection gap.

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