Nuove prospettive modenesi: una ricerca di Nomisma indaga le aree di miglioramento

18 settembre 2024 – Conoscere la realtà territoriale nelle sue diverse strutture, dotarsi di una mappa di lettura più innovativa possibile, porre le basi per un lavoro di co-progettazione su alcuni nodi critici della provincia di Modena. Per rispondere a queste esigenze conoscitive i contenuti di una ricerca commissionata a Nomisma sono stati inseriti nel percorso partecipativo che il “Palazzo Europa” offre alla provincia di Modena.

Nella ricerca “Nuove prospettive modenesi” condotta da Nomisma per conto della Fondazione Sias e del Centro culturale Francesco Luigi Ferrari, tenendo conto dell’analisi dei dati di contesto vengono proposti alcuni spunti di riflessione sul presente e il futuro di Modena.

In particolare si registrano i punti di forza del territorio: buone performance economiche, un tessuto imprenditoriale dinamico, capacità attrattiva della pianura ed elevati livelli occupazionali. A questi si aggiungono alcune importanti opportunità per Modena: l’aumento della quota di popolazione straniera; il recupero dell’attrattività turistica della provincia paragonabile ai livelli pre-pandemici, con componente estera rilevante; la ricerca di profili giovani nei servizi di alloggio e ristorazione, turistici, nel settore delle costruzioni, del commercio e dell’industria metalmeccanica.

Di pari passo, però, vengono messi in evidenza alcuni punti di debolezza:

  • decremento demografico nelle zone montane;
  • costante invecchiamento della popolazione;
  • difficoltà dello sviluppo delle dinamiche imprenditoriali nei territori di collina e montagna;
  • progressivo decremento degli iscritti all’UNIMORE.

Segnali negativi che se non vengono colti ed affrontati con sollecitudine, rischiano di trasformarsi in vere e proprio minacce per il territori:

  • difficoltà nel reperimento risorse umane per le imprese, soprattutto nei settori delle costruzioni, IT, metalmeccanico ed elettronico;
  • spopolamento dei territori di montagna;
  • perdita di attrattività per costo della vita e dell’abitare elevati.

Lo studio ha visto inoltre una fondamentale fase di stakeholders consultation rivolta agli attori locali – università e centri di ricerca, imprese e associazioni di categoria, sindacati e istituzioni che hanno fatto emergere alcune “aree di miglioramento prioritarie”.

Mismatch domanda-offerta di lavoro

Nonostante il territorio di Modena e provincia sia sede di tanti distretti produttivi, la grande maggioranza degli stakeholder registra la presenza di molti casi di mancata corrispondenza tra domanda e offerta di lavoro. Settori chiave come tessile e automotive sono particolarmente colpiti. Una delle cause maggiormente evidenziate è da attribuire alla “fuga di cervelli” dal nostro Paese. È molto diffuso il fenomeno della fuga di figure helping (assistenza, aiuto) in ambiti come istruzione, sanità, trasporto pubblico locale, forze dell’ordine. Si evidenzia la necessità di investire nella formazione dei giovani e di creare percorsi professionali che favoriscano lo sviluppo delle competenze richieste dal mercato del lavoro. L’immigrazione potrebbe rappresentare una risorsa trascurata per mitigare il problema e offrire ottime opportunità di sviluppo socio-economico.

Questione abitativa nella città di Modena

Con un elevato grado di unanimità e condivisione, gli stakeholder intervistati hanno sottolineato la presenza di un forte problema relativo alla carenza degli immobili commerciali e aziendali accompagnato a quello degli alloggi residenziali nella città di Modena. A causa dei prezzi (canoni di locazione) eccessivi si stanno generando gravi ripercussioni sull’attrattività della città per studenti e lavoratori. Tra i vari motivi menzionati dagli stakeholder: fine della politica sull’edilizia popolare che ha portato alla cessazione di queste soluzioni utili per calmierare i prezzi di mercato; ripercussioni dell’emergenza pandemica; elevati costi di costruzione; prevalenza di costruzione di immobili residenziali destinati a fasce di popolazione abbienti; diffusione degli affitti brevi destinati ai turisti;; rialzo dei tassi di interesse; prevenzione del consumo di suolo . Un problema analogo si ripercuote sugli anziani, che necessitano dell’offerta di servizi dedicati di senior living a prezzi accessibili.

Carenze di infrastrutture digitali e fisiche

Dalle interviste è stata sottolineata la carenza infrastrutturale e in generale il rischio di sottosviluppo socioeconomico che vivono da un lato alcune aree interne localizzate nella zona appenninica, dall’altro nell’area nord. L’area nord, in particolare, presenta infrastrutture obsolete che possono causare problemi di viabilità con alti tempi di percorrenza, come ad esempio accade a Mirandola. Nelle aree interne oltre alle carenze delle infrastruttura fisiche, prevale la mancanza di connessioni in banda larga dovuta al mancato completamento della rete in fibra ottica. Si registrano alcuni casi interessanti dovuti dalla decisione di giovani imprenditori di avviare imprese in montagna, che possono comportare opportunità interessanti nella direzione di un rilancio del territorio, utile come driver per rimediare ai gap presenti sul piano infrastrutturale.

Rischio spopolamento e desertificazione in alcune zone montane

Per la zona montana del modenese vi è il rischio di desertificazione causata dall’assenza di servizi che porta allo spopolamento e al trasferimento verso la città – al netto della presenza capillare di piccole imprese che attualmente riesce ad arginare parzialmente il fenomeno.. Emerge come prioritaria l’incentivazione di nuove imprese nel territorio montano, promuovendo il rientro dei giovani. A livello di nascite si registra 1 bambino ogni 3 anziani, ma nonostante le nascite siano poche vi è un’insufficiente offerta di asili nido. Un’altra criticità è rappresentata dai passaggi generazionali all’interno delle imprese. Il rischio di una gestione inefficace del passaggio di consegne nella governance tra la generazione precedente e l’attuale, può comportare ulteriori elementi di indebolimento per le imprese del territorio.

Cambiamento climatico

Anche per il territorio modenese sussistono importanti rischi climatici, a partire dai rischi fisici acuti. L’evento della forte grandinata ha avuto un impatto notevole sull’agricoltura, così come quello che possiamo attribuire all’alluvione che ha colpito l’intera Romagna. Questi eventi climatici estremi alternati a periodi di siccità costituiscono un grave problema per il territorio e le produzioni.

Ruolo delle scuole e formazione

Tra le problematiche emergenti, si sta consolidando nelle scuole la costituzione di gruppi sociali omogenei, in cui classi privilegiate e classi di seconda generazione si ritrovano nettamente separate. Il tema delle competenze linguistiche è primario considerata la consistente quota parte di popolazione straniera nel territorio. Emerge inoltre una tendenza a professionalizzare i giovani troppo precocemente abbassando le possibilità future di carriera. Nonostante al sistema universitario venga richiesta una formazione a tutti i livelli, il grado degli studi, oltre le lauree triennali , non costituisce un plus rilevante per le aziende, che non considerano come prioritario inserire laureati con titolo di dottorato. Un’ulteriore area di miglioramento è connessa alla difficoltà di importare le conoscenze. In altri termini, il saldo tra conoscenze esportate e importate è negativo.

Materie STEM e genere femminile nel mondo del lavoro

Nonostante la percentuale di occupazione femminile nella regione sia tra le più alte d’Italia c’è un problema di ingresso e mantenimento per la necessità di conciliare lavoro e aspettative di carriera con la vita privata. Risulta alto il tasso di donne che dopo il secondogenito si dimettono dal lavoro, in seguito a diversi fattori, tra i quali la carenza di  posti negli asili nido e l’esosità delle relative rette. È emersa la necessità di superare lo stereotipo per cui le donne risultano meno inclini ad affrontare le materie STEM.

Transizione energetica e digitale

Modena deve mantenere il presidio anche nel campo della transizione energetica, proprio per le competenze maturate in tutti i vari ambiti industriali. Temi importanti sono l’idrogeno, considerata la vecchia area industriale del modenese che sarà ristrutturata per diventare polo interdisciplinare tecnologico, e le infrastrutture 5g, per puntare alla realizzazione della Appennino valley sfruttando i super calcolatori e i cablaggi di rete a Bologna. A supporto della transizione energetica gioca un ruolo importante anche la rivisitazione dei processi utilizzando tecnologie digitali con obiettivo di renderli più efficienti sia in quantità che in qualità e raccogliere, valutare i dati in maniera più semplice e accessibile.

Agricoltura e produzione del latte

Il settore non presenta una situazione idilliaca dal punto di vista finanziario perché è necessario sostenere costi troppo alti. È necessario facilitare gli accorpamenti delle imprese di piccole dimensioni in quanto si stanno registrando sempre di più problemi legati ai costi e alle necessità di approvvigionamento energetico.

Sport e forme imprenditoriali

Il settore dello sport appare in un processo di cambiamento, il problema è che negli anni non ha investito nella forma imprenditoriale, adottando, peraltro,   politiche diverse da contesto a contesto.

Volontariato sociale

Si evidenzia in questo ambito una grande crisi dovuta al ricambio generazionale. Anche tra i principali player del settore nel territorio, ci sono difficoltà, da una parte dovute ai giovani che paiono aver smarrito il senso di comunità dall’altra alle associazioni che devono trovare modalità di relazionarsi più efficaci e coinvolgenti.

 

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