La valutazione degli effetti dei cambiamenti climatici su imprese e territori

Già da alcuni anni, Nomisma affianca il suo lavoro di analisi e consulenza nel campo degli studi economici a una nuova business unit dedicata all’ambiente e alla sostenibilità. L’obiettivo è sviluppare strumenti per rafforzare e rendicontare la sostenibilità delle organizzazioni, definire strategie di investimento ESG compliant, supportare la transizione delle imprese verso l’economia circolare, valutare i servizi ecosistemici degli investimenti pubblici e privati.

Nello specifico, uno dei compiti della business unit è valutare gli effetti dei cambiamenti climatici su imprese e territori, al fine di ristrutturare i piani industriali e i piani di investimento territoriali, attività intrapresa in collaborazione con il CMCC (Centro Euro-Mediterraneo sui cambiamenti climatici). La missione del CMCC è offrire accesso alla ricerca internazionale che studia e modella il nostro sistema climatico e le sue interazioni con la società per fornire risultati scientifici affidabili, rigorosi e tempestivi, che a loro volta incoraggeranno la crescita sostenibile, proteggendo l’ambiente e sviluppando politiche di adattamento e mitigazione guidate dalla scienza del cambiamento climatico.

Come analizzare gli effetti dei cambiamenti climatici su imprese e territori: il metodo Nomisma-CMCC

L’approccio integrato Nomisma-CMCC permette sia di stimare le potenziali variazioni legate ai cambiamenti climatici che interessano la produzione (agricola, industriale, ecc.) e l’ambiente urbano, sia di valutare efficaci misure di adattamento e/o protezione nei riguardi di tali fenomeni. Un duplice obiettivo che viene raggiunto tramite:

  • lo sviluppo di modelli ad altissima risoluzione per la rappresentazione delle condizioni climatiche attuali e future;
  • il miglioramento degli strumenti per la valutazione degli effetti dei cambiamenti climatici connessi a temperature, piovosità ed eventi estremi;
  • la valutazione quantitativa dell’efficacia delle misure di adattamento e degli investimenti necessari.

Lavorare con modelli e strumenti ad alta precisione spaziale e temporale consente di evidenziare le criticità locali e di fornire una rappresentazione dettagliata delle condizioni climatiche e ambientali del contesto urbano. Inoltre, utilizzando modelli diversi ma altrettanto dettagliati, è possibile quantificare gli impatti, secondo un approccio che tiene conto delle caratteristiche locali.

Tale attività è possibile anche grazie al ricorso ai dati meteorologici rilevati da stazioni meteo ubicate sul territorio di interesse, utili per calibrare e verificare i modelli utilizzati. La combinazione di tali informazioni con i dati sulle caratteristiche fisiche e orografiche del territorio permette di effettuare analisi di pericolosità molto accurate.

In relazione ai fenomeni di pluvial flood, i modelli di simulazione degli eventi di allagamento permettono infatti di individuare le aree potenzialmente allagabili. Per quanto, invece, attiene la valutazione degli impatti connessi a eventi di temperatura estrema, l’utilizzo di modelli che lavorano su scale molto piccole (ad es. il quartiere, il canyon urbano, l’edificio), affiancati da informazioni di dettaglio sull’ambiente costruito (ad es. materiali, geometrie), permette di quantificare sia le condizioni microclimatiche che quelle di comfort termico.

Una volta ottenuti tali risultati è possibile definire le azioni da effettuare sulle aree identificate come prioritarie, con grandi vantaggi in termini di ottimizzazione delle risorse economiche e benefici per la collettività. 

Un progetto di studio degli effetti dei cambiamenti climatici sulle imprese

A titolo di esempio attinente alle attività della business unit “Ambiente e Sostenibilità” di Nomisma, riportiamo il progetto realizzato in collaborazione con CMCC per un’impresa del settore agroalimentare italiano.
Il progetto nasce dalla necessità evidenziata dal committente di identificare i possibili effetti dei cambiamenti climatici sulle attività dell’azienda, tenendo conto della diminuzione di produttività di una certa coltura registrata negli ultimi anni.

Le attività previste

Il progetto presentato all’impresa si sviluppa in tre attività principali.     

La prima riguarda l’analisi della vocazionalità del territorio; questa consente di individuare l’impatto dei cambiamenti climatici sui sistemi agricoli, descrivendo la loro potenziale idoneità ed estensione (si distinguono aree “altamente adatte”, “moderatamente idonee”, “marginali” e “non idonee”) e fornendo informazioni essenziali per pianificare l’utilizzo del suolo.
In questo modo, è possibile identificare sia le condizioni ottimali che quelle limitanti per una particolare coltura e determinare di conseguenza le aree più adatte e produttive.

Il secondo step del progetto prevede l’individuazione di un modello statistico per la stima della resa, passaggio che permette di delineare, all’interno dell’area interessata, la resa della coltura e come cambierà negli anni.
In questa fase rientrano i fattori meteorologici più importanti per i processi di crescita delle colture. Inoltre, tali variabili vengono applicate in modelli che simulano i valori di resa durante la stagione di crescita del prodotto a seconda delle diverse condizioni climatiche.

La terza e ultima fase del progetto riguarda la creazione di modelli di processo per la gestione della coltura.
Si tratta di modelli che simulano gli effetti di diverse tecniche di gestione colturale sulla produttività del prodotto con diverse condizioni climatiche.

effetti dei cambiamenti climatici su imprese e territori

Un progetto di studio degli effetti dei cambiamenti climatici sui territori

Un ulteriore esempio di collaborazione tra Nomisma e CMCC riguarda un progetto di misurazione degli effetti dei cambiamenti climatici su un’area a scala metropolitana.

In questo caso, i presupposti sono i seguenti:

  • Le variazioni climatiche non hanno ripercussioni solo sui sistemi fisici e biologici, ma anche sugli aspetti socioeconomici, che già oggi ne risentono.
  • I cambiamenti climatici in corso hanno effetti sulle risorse idriche, soprattutto in termini di disponibilità.
  • Tale scenario determina il bisogno di fare nuovi investimenti strategici su azioni di adeguamento e/o di realizzazione di infrastrutture ambientali.

Obiettivi del progetto sono:

  • la conoscenza dei cambiamenti climatici attesi nei prossimi trent’anni nell’area metropolitana di interesse;
  • la valutazione dei possibili effetti ambientali, sociali ed economici dei cambiamenti attesi, con particolare riferimento agli impatti sulla disponibilità della risorsa idrica;
  • l’individuazione degli investimenti idrici più idonei e la valutazione economica del “non fare”.

Le attività previste

Sono due le principali attività previste: la definizione di scenari climatici e socioeconomici nell’area metropolitana di interesse e la coerenza degli investimenti idrici programmati rispetto alle misure di adattamento.

Con la prima fase si valutano gli effetti dei cambiamenti climatici, prospettati da determinati scenari assegnati, sulla disponibilità di risorse idriche. A partire dagli scenari di precipitazione e temperatura futuri, si ricostruirà la disponibilità di acqua per i bacini dei due fiumi principali della città mediante l’applicazione di un modello di tipo concettuale.
Tale modello simulerà in soluzione aggregata il deflusso superficiale e sotterraneo, consentendo quindi di stimare la variazione di disponibilità in soluzione comparativa fra la baseline corrispondente al clima attuale e i diversi scenari futuri.

Per quanto riguarda il contesto socioeconomico dell’area metropolitana di interesse del progetto, questo viene definito con il supporto di Italy2Invest, la piattaforma informativa di Nomisma che misura attrattività, competitività e benessere dei 7.954 comuni italiani proponendo un sistema di scoring basato su otto domini e a 22 fonti differenti.

La definizione degli scenari relativi ai cambiamenti climatici e socioeconomici consentirà di valutare la coerenza degli investimenti idrici programmati rispetto alle misure di adattamento.
Queste ultime riguardano:

  • sistemazione, conservazione e recupero del suolo nei bacini idrografici;
  • difesa, sistemazione e regolazione dei corsi d’acqua, dei rami terminali dei fiumi e delle loro foci nel mare, nonché delle zone umide;
  • moderazione delle piene, per la difesa dalle inondazioni e dagli allagamenti;
  • disciplina delle attività estrattive nei corsi d’acqua, nei laghi, nelle lagune e in mare;
  • difesa e consolidamento dei versanti e delle aree instabili, nonché la difesa degli abitati e delle infrastrutture contro i movimenti franosi, le valanghe e altri fenomeni di dissesto;
  • contenimento dei fenomeni di subsidenza dei suoli e di risalita delle acque marine lungo i fiumi e nelle falde idriche;
  • protezione delle coste e degli abitati dall’invasione e dall’erosione delle acque marine e rifacimento degli arenili;
  • utilizzo razionale delle risorse idriche superficiali e profonde;
  • svolgimento funzionale dei servizi di polizia idraulica, di navigazione interna, nonché della gestione dei relativi impianti;
  • manutenzione ordinaria e straordinaria delle opere e degli impianti nel settore e la conservazione dei beni;
  • regolamentazione dei territori interessati dagli interventi sopracitati;
  • riordino del vincolo idrogeologico (Art. 56 del Codice dell’ambiente).

L’ultimo passaggio previsto dal progetto di Nomisma e CMCC è la valutazione degli investimenti. Anche in questo caso si procede per step: partendo dalla ricognizione degli investimenti attuati e già programmati sul territorio si effettua una valutazione qualitativa sulla coerenza e sull’efficacia rispetto agli scenari climatici locali definiti e una stima economica dei costi da sostenere nel caso in cui non si adottassero le misure di adattamento scelte. Infine, vengono individuate le linee guida per la presentazione degli interventi da inserire nel piano idrico nazionale.

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