Osservatorio Lockdown per la ripresa economica: come siamo cambiati e come devono cambiare, di conseguenza, le aziende italiane

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Lo scenario determinato dall’emergenza sanitaria legata al Coronavirus ha imposto agli italiani drastici cambiamenti: nel breve volgere di un mese, infatti, la popolazione è stata costretta a mutare profondamente i propri stili di vita in funzione del distanziamento sociale reso necessario dalla lotta al Covid-19. Nelle ultime settimane sono nate nuove routine, dal modo di fare la spesa, ai canali d’acquisto, passando per nuove modalità di comunicazione e sistemi valoriali.

Per questo Nomisma ha avviato, in collaborazione con CRIF, l’Osservatorio “Lockdown. Come e perché sta cambiando le nostre vite”, un’indagine settimanale che prende in esame parametri come lo stato d’animo, i consumi, le caratteristiche della quarantena e i desideri degli italiani con l’intento di monitorare in maniera continuativa (per almeno 12 settimane) opinioni e trend e comprendere le trasformazioni in atto, quanto saranno profonde e quanto resteranno in modo strutturale anche nel “post-Coronavirus”.

Osservatorio Lockdown: uno strumento per aziende e istituzioni

In questo momento per aziende ed istituzioni è cruciale il monitoraggio del mercato a partire dalla lettura delle trasformazioni della domanda. In questo senso, l’Osservatorio Lockdown di Nomisma può supportare le scelte strategiche e di marketing, oltre che individuare le più efficaci modalità di comunicazione delle imprese italiane.

L’Osservatorio si rivolge, in particolare, a quelle aziende che stanno cominciando a programmare il post-lockdown e, avvertendo i mutamenti intercorsi in queste settimane, sentono la necessità di una “bussola” che li aiuti a guidare il proprio operato nella delicata fase di ripresa.
Proprio a loro l’Osservatorio Lockdown intende fornire risposte puntuali e precise, utili per correggere in corso d’opera le azioni previste all’interno dei piani marketing e individuare le corrette strategie di comunicazione.

L’obiettivo di Nomisma: intercettare le trasformazioni per orientare la ripresa

Attraverso questo Osservatorio, Nomisma mette in campo strumenti di monitoraggio per garantire un tracking continuativo sulla domanda. L’obiettivo è intercettare le trasformazioni in atto e dimensionare gli effetti della “shut in economy” (l’economia legata all’isolamento a causa del Coronavirus), definendo azioni prioritarie per retail, industria e istituzioni.

Il monitoraggio di Nomisma prende in esame questi quattro ambiti:

  • opinioni, preoccupazioni, tematiche prioritarie
  • comportamenti d’acquisto
  • abitudini quotidiane e tempo libero
  • previsioni per il post-lockdown.

Analisi e approfondimenti possono inoltre essere “personalizzati” in base al settore in cui opera l’impresa, alle esigenze specifiche del committente e calibrate su determinate fasce d’età e aree geografiche, usership di un prodotto, altri target d’interesse.

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Osservatorio Lockdown: alcuni esempi

A titolo esemplificativo, vi presentiamo alcuni dei punti messi a fuoco dall’Osservatorio Nomisma dedicato al lockdown.

Spesa alimentare, salute e tempo libero: l’Osservatorio va alle origini delle nuove abitudini di consumo

La prima rilevazione effettuata mette in luce che il 74% degli italiani ritiene giusto (anche se tardivo) il “blocco” nazionale e il 41% si aspetta un ritorno alle prime forme di normalità a maggio, per il 27% degli italiani, invece, bisognerà attendere giugno. L’Osservatorio, evidenzia, inoltre, che nelle ultime tre settimane solo il 14% è stato di buon umore, mentre il 43% ha vissuto alti e bassi a causa della situazione di incertezza e dell’isolamento. Il 41% si è detto preoccupato soprattutto per la salute dei propri cari.

Lunga conservazione, ingredienti e multipack: come cambia il carrello

Uno sguardo al carrello della spesa alimentare ha messo in luce che il lockdown ha inciso in modo determinante sulle preferenze degli italiani. In crescita gli acquisti di prodotti ed ingredienti: il 40% degli intervistati ha dichiarato di aver dato più spazio a farine e lieviti, ammettendo però, nel 36% dei casi, che ridurrà l’acquisto di questo tipo di prodotti al termine della quarantena. Stesso trend in crescita per l’approvvigionamento di alimenti a lunga conservazione: il 31% ha fatto scorta durante il lockdown, ma il 24% tornerà alle vecchie abitudini quando sarà finita l’emergenza Coronavirus.
Boom per le confezioni multiple: il 64% le acquistava nel pre – quarantena, oggi il trend si è assestato a quota 79%, un dato che, secondo le previsioni degli stessi consumatori, è destinato a rimanere valido anche nella ripresa.

Come cambia il consumatore a tavola: spesa online, cibo da asporto e filiera corta

Con il lockdown sono cambiate anche le modalità di acquisto: la percentuale di chi ha fatto la spesa online è aumentata del 10%. Nelle ultime tre settimane 3 italiani su 4 hanno ordinato cibo da asporto, in particolare il 64% ha preferito pasti pronti con consegna a domicilio.
Nei negozi fisici cambiano le priorità: tra i fattori che orientano la scelta dei prodotti da mettere nel carrello della spesa c’è l’attenzione alla provenienza: il 22% dei consumatori ha sottolineato di aver scelto il Made in Italy e le filiere corte: il 41% di chi si occupa della spesa ha dichiarato di fare attenzione alla data di scadenza di ciò che acquista.

Forte poi l’attitudine ad acquistare cibi che garantiscono benessere e uno stile di vita salutare, una tendenza che nel periodo di quarantena tocca quota 49%. Il 20% degli italiani, poi, basa la scelta sulla sostenibilità del prodotto, mentre il 12% sceglie in funzione di un packaging sostenibile. Importante la performance del biologico che ha catalizzato l’attenzione del 30% della clientela non user.

Cresce anche la percentuale di chi sceglie i negozi di vicinato, passata dal 40% al 54%. Il cambio di passo è determinato dalla paura di spostarsi e di creare assembramenti, ma la flessione registrata dalla consumer base degli ipermercati (dal 67% al 48%) sembra destinata ad attenuarsi nel corso della ripresa post-Coronavirus: gli italiani sono intenzionati a tornare a frequentare gli stessi negozi a cui erano abituati prima del lockdown.

La casa è il nuovo cuore pulsante di lavoro e tempo libero

Su questo fronte l’Osservatorio ha evidenziato che il 77% delle famiglie italiane sta trascorrendo la quarantena in una casa di proprietà fornita di apparecchiature tecnologiche che facilitano il lavoro in smart working: tocca quota 43% la percentuale di occupati in attività compatibili con lo smart working che, nelle ultime settimane, ha lavorato almeno qualche giorno da casa.

Nuove abitudini anche sul fronte del tempo libero: in generale 9 su 10 dispongono di un device con connessione wi-fi, il 62% ha una smart TV. Nelle lunghe giornate a casa l’intrattenimento on-demand viene considerato fondamentale: proprio durante la quarantena il 12% dei consumatori ha sottoscritto un abbonamento a una o più piattaforme streaming e, in generale, aumenta per il 46% delle famiglie il tempo dedicato a informazione e comunicazione.
Tra le altre attività tradizionalmente destinate ai momenti di svago diminuiscono sport e allenamento (per il 28% dei consumatori), mentre aumenta quello dedicato alle pulizie (36%) e alla cucina (35%).

Sport, viaggi e pasti fuori casa: come sarà la ripresa secondo gli italiani

Sebbene la maggioranza degli italiani sia consapevole che la ripresa sarà graduale e improntata, almeno per i primi tempi, al distanziamento sociale, quando l’emergenza sarà finita tra i desideri più forti c’è quello di riabbracciare i propri cari: lo ha dichiarato il 49% delle famiglie.
Seguono nella lista delle cose da fare subito dopo il termine del lockdown, una cena fuori (importante per il 43%), e un viaggio (desiderio espresso da 1 italiano su 3) che nel 70% dei casi avrà come destinazione una località di relax e svago in Italia.

Tra le maggiori preoccupazioni per il futuro c’è l’economia (per l’85% degli italiani) e inoltre la sanità pubblica, che è da ripensare secondo il 70% dei cittadini.

Per ricevere informazioni sul report completo e sulla possibilità di sviluppare rilevazioni ad hoc si può scrivere a osservatori@nomisma.it

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